Ieri, Alec Baldwin ha consegnato il suo cellulare alla polizia di Long Island, quasi un mese dopo che le autorità avevano ottenuto un mandato per il ritiro del dispositivo che è quello da cui l’attore ha fatto le prime telefonate subito dopo la sparatoria mortale sul set del film Rust.
Le indagini dopo la morte della direttrice della fotografia Halyna Hutchins avvenuta lo scorso ottobre vanno avanti ha detto un portavoce dell’ufficio dello sceriffo della contea di Santa Fe. E l’estrazione dei dati dal device potrebbero riservare molte sorprese secondo alcuni.
La polizia del New Mexico ha ottenuto un mandato per la consegna del cellulare dell’attore il 16 dicembre e l’investigatore capo del caso ha subito informato l’avvocato di Baldwin. Secondo il New York Post Baldwin non avrebbe consegnato il suo cellulare per settimane, costringendo le autorità di Santa Fe a chiedere la collaborazione dell’ufficio dello sceriffo della contea di Suffolk a Long Island per ottenerlo.
L’8 gennaio, l’attore ha pubblicato un video su Instagram affermando di voler semplicemente proteggere le sue comunicazioni private. “Qualsiasi suggerimento che non sto rispettando richieste o ordini, o mandati di perquisizione sul mio telefono, è una bufala. Questa è una bugia”, ha detto Baldwin nel video.
“È un processo che richiede tempo. Devono specificare esattamente cosa vogliono. Semplicemente non possono passare attraverso il tuo telefono e prendere, le tue foto o le tue lettere d’amore a tua moglie o altro”, ha detto Baldwin. “Ma, ovviamente, rispetteremo al 1.000 percento tutto ciò”.
L’attore ha sparato involontariamente e ucciso la Hutchins con una pistola a elica sul set del film western Rust il 21 ottobre, e in seguito ha detto in un’intervista a George Stephanopoulos di non aver premuto il grilletto.
Ora gli investigatori vogliono anche sequestrare testi, foto, video, e-mail e cronologia del browser Internet dal telefono della star, secondo il mandato. Baldwin ha respinto le accuse che gli sono state mosse riguardo al fatto che avrebbe volutamente ritardato la consegna del suo cellulare asserendo, nel video pubblicato su Instagram, in preda allo sconforto misto a rabbia, che il ritardo della consegna non era dovuto alla sua mancata disponibilità ma a ragioni prettamente burocratiche tra polizie di die stati diversi.
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