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ITALIA, LE GRANDI MANOVRE ALLA RICERCA DEL CANDIDATO PRESIDENTE, BERLUSCONI A PROCESSO A FEBBRAIO PER L’INCHIESTA SUL CASO RUBY TER


In Italia l’attenzione dei politici in queste ore è traslata dai vaccini alla scelta del prossimo presidente della Repubblica.

Il leader M5s Giuseppe Conte, il segretario dem Enrico Letta e il leader di Leu Roberto Speranza hanno condiviso lo stesso tweet al termine dell’incontro sul Quirinale, che si è svolto  nell’abitazione romana dell’ex premier: “Ottimo incontro. Lavoreremo insieme per dare al Paese una o un Presidente autorevole in cui tutti possano riconoscersi. Aperti al confronto. Nessuno ha diritto di prelazione. Tutti abbiamo il dovere della responsabilità”.

Per il Quirinale il M5s spinge ancora per trovare un nome alternativo a quello di Mario Draghi, in modo da poter far rimanere il premier a Palazzo Chigi.
“In attesa delle mosse del centrodestra è sempre più concreta l’idea di non presentarsi in aula alle prime tre votazioni per dare un segnale forte nel caso rimanga il nome di Berlusconi sul tavolo. 
“Non c’è alcuna intesa sui nomi”, ha detto Letta al termine del vertice, “perché ne parleremo con il centrodestra nei prossimi giorni”.

 “L’incontro è andato bene. Siamo pronti a un’azione forte, a un confronto anche ampio e condiviso. Ovviamente andranno rimosse dal tavolo candidature di parte come quella di Berlusconi”, ha detto Giuseppe Conte dopo l’incontro con Letta e Speranza.  “Siamo pronti ad offrire al paese e a tutti i cittadini che aspettano un presidente o una presidente autorevole che possa rappresentare tutti”. “Avrete sicuramente delle proposte più avanti quando avremo il confronto anche con le altre forze”, ha aggiunto Conte.

Un colloquio di circa un’ora tra il leader M5s Giuseppe Conte e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio si è svolto alla Farnesina, a margine della cerimonia di intitolazione della sala dei trattati europei alla memoria di David Sassoli. La notizia del colloquio è stata anticipata sul sito del Foglio.

Ruby-ter processo Berlusconi rinviato al 16 febbraio

La richiesta della difesa di Silvio Berlusconi nel processo milanese sul caso Ruby ter di valutare “l’opportunità” di rinviare l’udienza prevista per mercoledì prossimo, 26 gennaio è stata accolta dai giudici che hanno deciso di rinviare il processo al 16 febbraio, ossia tra quasi un mese, dopo aver avuto rassicurazioni dal legale dell’ex premier, Federico Cecconi, che in due udienze, il 16 e il 23 febbraio, riuscirà a completare l’esame dei propri testimoni. Il legale non ha puntato ovviamente la sua richiesta sull’interesse del cavaliere per la candidatura a presidente della Repubblica, (il 25 gennaio inizieranno le prime sedute per l’elezione del presidente della Repubblica), ma ha fatto leva sulle contingenti difficoltà a citare i testi a causa della situazione pandemica.

Confronto tra Governo e Regioni sui provvedimenti di contenimento della pandemia, dalle quarantene al sistema dei colori

Dal confronto tra il Governo e i presidenti delle Regioni emerge che il sistema di colorazione delle regioni è superato. I colori servono a poco, su questo siamo pressoché tutti d’accordo”, queste le parole del governatore del Molise ed esponente di Forza Italia Donato Toma, ospite di Un Giorno da Pecora, su Rai Radio1, è il  

D’accordo anche il Sottosegretario alla Salute Andrea Costa (Noi con l’Italia), che in un’intervista al Corriere della sera ha sottolineato che bisogna avviare con le Regioni un percorso per il superamento dei “colori ora che c’è il super green pass. C’è una platea del 90 per cento di vaccinati. Di fronte a questo il sistema dei colori generalizzati non ha più senso. L’unico criterio che deve rimanere è quello della zona rossa”.
   

“Il sistema dei colori, nel momento in cui la politica è quella delle vaccinazioni, e quando uno è vaccinato regolarmente può circolare, non sembra avere più molto senso”, ha detto Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, a margine della presentazione di un accordo con l’Unione italiana ciechi. “Faremo richieste al governo in una logica di semplificazione”, compresa quella di “smetterla con questi colori. Aveva un senso quando c’erano delle misure relative alla mobilità, ma oggi sono misure relative alla mobilità dei non vaccinati”.

La mossa di Boris Johnson

Basta restrizioni extra anti Covid in Inghilterra: lo ha annunciato il premier Boris Johnson alla Camera dei Comuni, dopo il Question Time, formalizzando da domani la decisione di revocare la raccomandazione del lavoro da casa, il mini Green Pass vaccinale britannico e l’obbligo di mascherine ovunque fra le misure del ‘piano B’ adottato contro Omicron. Johnson ha citato un calo di contagi grazie al record di terze dosi booster dei vaccini. C’è chi dice sia un azzardo e c’è chi invece dice che sia una mossa per accattivarsi la pancia del gruppo Tory, dopo essere stato minacciato di ricevere la sfiducia sulla sua leadership in seguito allo scandalo Partygate dal suo stesso partito.



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