In queste ore molti sono i nomi che spuntano fuori come possibili candidati al Colle che potrebbero prendere il posto di Mattarella, anche se tutto sembra ancora nel limbo. Una lista di nomi c’è già. C’è chi fa notare che al Colle dopo due esponenti di sinistra ora toccherebbe a un uomo o a una donna di destra ricoprire la carica di presidente della Repubblica.
Al momento Silvio Berlusconi, ha scelto di fare un pit stop visto che non ha alcuna intenzione di sciogliere la sua riserva sulla partecipazione alla partita al Colle prima della quarta votazione ostinandosi tra l’altro a non rivelare agli alleati se ha i numeri o meno per la corsa al Quirinale.
A frenare l’entusiasmo del cavaliere, che da tempi remoti, accarezza l’dea di essere il leader ideale per il Colle, pare ci stia provando l’amico e fidato consigliere Gianni Letta. D’altra parte il fatto che Berlusconi a breve dovrà affrontare un processo non lo pone di certo nella posizione ideale per ricoprire un ruolo istituzionale così rappresentativo per l’Italia e gli Italiani. I giudici del caso Ruby ter hanno accolto la richiesta dei legali di Berlusconi e hanno deciso di rinviare il processo al 16 febbraio dopo l’elezione del presidente della Repubblica. Intanto domani a Bari ci sarà l’udienza sul caso escort con il cavaliere tra gli imputati.
Il leader della Lega, Matteo Salvini dice di essere comunque ottimista sul fatto che entro il fine settimana l’incontro tra alleati si farà. Forse domenica. Giorgia Meloni ha riunito l’esecutivo di Fratelli d’Italia ribadendo la sua disponibilità a sostenere l’ex premier, anticipando però che nel caso questa ipotesi venisse meno “Fdi sarebbe pronta a formulare le sue proposte per concorrere a costruire una convergenza più ampia su personalità autorevoli nel campo culturale del centrodestra”.
Tra le figure istituzionali che potrebbero rappresentare una felice congiuntura al primo posto risulta la presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati, l’unica candidata ideale secondo molti – tra l’altro in quanto donna accontenterebbe chi voleva avere al Colle una rappresentante del gentil sesso – per vestire i panni di Presidente della Repubblica. Tra gli altri nomi papabili nel frattempo è spuntato anche quello di Gianni Letta. Ma Letta, sebbene potrebbe rappresentare comunque una chance di sostituzione per il cavaliere che farebbe un passo indietro solo in questo caso, seppur forte dei suoi consolidati rapporti trasversali, che alla veneranda età di 86 anni, pare non sia così interessato a mettersi in gioco per i prossimi 7 anni al Colle. Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera, senza mezzi termini facendo riferimento “al dico non dico” di Berlusconi, ha fatto presente “di non immaginare nessuno che possa candidarsi senza verificare i numeri con gli alleati”.
Anche Salvini ha un elenco di nomi graditi a un’area di centro, ma per ora dice che “l’unica cosa da fare è salvaguardare il futuro della legislatura”. Spuntano così i nomi di Marcello Pera e Letizia Moratti che però non incontrerebbero il favore di molti e questo Salvini lo sa perfettamente. Ora il quorum da raggiungere è di 505 voti, nel centrodestra non tutti però sono d’accordo a votare il cavaliere, che nel frattempo ha acquistato un pagina del Corriere della Sera, per autosponsorizzarsi di fatto come uomo ideale nelle vesti di presidente.
E Draghi? Non ha mai negato le sue ambizioni per la corsa al Colle e da giorni riceve con discrezione ministri e personalità importanti per gli equilibri parlamentari. Ha parlato con Lorenzo Guerini, ministro della Difesa nel governo Conte II e nel governo Draghi, Roberto Fico, attuale presidente della Camera e, proprio ieri, ancora più a lungo, con Giancarlo Giorgetti, ministro dello sviluppo economico e vicesegretario federale della Lega dal 2016.
L’ascesa di Draghi però comporterebbe un doppio lavoro per organizzare un nuovo governo che eviti il voto anticipato. E valutando l’ipotesi di un governo tecnico in cima alla lista dei desideri di Draghi pare ci siano tre i nomi. In primis quello di Vittorio Colao, ministro per la Transizione digitale, poi quello di Daniele Franco, l’attuale ministro dell’Economia figura di garanzia sulle riforme del Pnrr e infine quello della Guardasigilli Marta Cartabia, che però ha già fatto intendere che desidera proseguire il suo percorso nelle vesti di ministro della Giustizia per continuare ad occuparsi delle riforme che desidera portare avanti.
Il nome della Casellati resta tra i favoriti e tra i meno divisori. E questo per lei, e anche per i partiti di centro e di destra, sarebbe un punto di vantaggio visto che alla fin fine dovrebbe mettere in conto solo qualche vecchia critica e nulla più. Nel 2003, esprimendo in Senato le sue posizioni contrarie alla pratica della fecondazione eterologa durante il dibattito sul disegno di legge, ha causato controversie sostenendo che “l’Italia è piena di figli dell’eterologa perché frutto del rapporto di una donna col lattaio di turno”.
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