Finalmente siamo arrivati al fatidico giorno del primo scrutinio per eleggere il tredicesimo presidente della Repubblica. Ieri la giornata di molti deputati e senatori è stata molto frenetica con incontri sia pubblici sia riservati. “Ancora una volta il presidente Berlusconi ha dimostrato di essere un grande politico di essere il fondatore del centrodestra e di avere grande responsabilità. Noi eravamo tutti convinti che la candidatura più autorevole per il centro-destra che avesse anche la possibilità di prendere la maggioranza relativa dei grandi elettori fosse quella di Silvio Berlusconi. E Silvio Berlusconi nel comunicato che riportava le sue opinioni, ha ribadito “che questo era possibile”, ma che preferiva rinunciare”, ha detto Maurizio Lupi, presidente di Noi con l’Italia dall’8 luglio 2020 e deputato alla Camera dal 2001. “Rimane il punto fondamentale che abbiamo deciso nel vertice”, prosegue Lupi “che è quello dell’unità della coalizione di centro-destra e perciò si apre una fase di dialogo su altri nomi. Non accettiamo pregiudizi”, ha proseguito il deputato, “abbiamo chiesto a Matteo Salvini di dialogare ovviamente con gli altri grandi elettori per individuare i nomi che possano esprimere anche esseri di grande livello autorevole di livello autorevole internazionale, ma esprimere anche la cultura e la storia del centro destra. Non sono stati fatti dei nomi perché oggi credo che il passo più importante oggi fosse quello di sciogliere la riserva e per chi conosce come me Berlusconi il comunicato che lui ha fatto è un gesto di responsabilità enorme nei confronti del Paese che lui ha fatto e un segnale molto importante anche per la sinistra alla faccia dei suoi pregiudizi. Il no di Berlusconi”, puntualizza Lupi, “non chiude, ma apre ad un protagonismo della coalizione di centro-destra. Io credo che l’unità ci sia e ci sarà. Forza Italia e il presidente Berlusconi ha ribadito la sua posizione anche rispetto al Governo, sul governo ci sono posizioni distanti, ma questo lo sappiamo la maggioranza di noi sostiene il governo e Giorgia Meloni è all’opposizione, la sua posizione anche sulle elezioni è molto chiara, ma noi abbiamo detto che non è accettabile che sulla nomina del presidente della Repubblica il centro destra non sia unito e Giorgia Meloni è la prima non solo lavorare per questo ma a sostenere questo fatto e noi lo condividiamo”.
L’appuntamento per i grandi elettori chiamati ad eleggere il presidente della Repubblica, in seduta comune, e previsto per oggi alle 15 alla Camera. La prima votazione sarà preceduta da una fitta serie di appuntamenti e riunioni politiche per definire strategie e mosse su cui ancora c’è grande incertezza.
Alle 15 sarà convocato il Parlamento in seduta comune, per il via alle operazioni per la prima votazione per il nuovo capo dello Stato. Nelle prime votazioni serve la maggioranza dei due terzi e dalla quarta basteranno 505 voti.
“Servono candidati di alto profilo, largamente condivisi e che siano in grado di rappresentare tutti gli italiani. Nelle prossime ore promuoveremo i confronti necessari per arrivare a un tavolo con tutti i gruppi parlamentari per indicare il nome condiviso“, questo è ciò che si legge nella nota congiunta di Enrico letta, Giuseppe Conte e Roberto Speranza al termine della riunione tra Pd, M5s e Leu che pare abbiano già individuato. Andrea Ricciardi.
“E’ una persona straordinaria, gli voglio molto bene, ha fatto benissimo il ministro, ma credo che non abbia nessuna possibilità di essere eletto. Il M5s lo vuole come candidato di bandiera, per stare sui giornali. Ma questo non è Sanremo, non si vince il premio della giuria”, ha detto di lui Matteo Renzi, leader di Italia Viva.
“Draghi ha salvato l’Italia, va bene a Palazzo Chigi, va bene al Colle, ma non può stare da entrambe le parti. Al Quirinale non si va contro i partiti. Penso che la candidatura di Draghi, ammesso che abbia una propria strategia, possa stare in piedi solo che abbia questo elemento politico. Al Quirinale ci vai soltanto con un’iniziativa politica”, ha spiegato Renzi. “La prima possibilità è che si vada su un presidente o una presidente che garantisca Draghi a Palazzo Chigi, perché di perderlo non possiamo permetterci. L’alternativa è una scelta politica”, ha aggiunto.
“Stiamo alle grandi finte, siamo al tatticismo esasperato. Come quando ci si deve aggiustare ai canapi alla linea di partenza. Avete presente il Palio di Siena? L’elezione del presidente della Repubblica è come il Palio di Siena, tatticismo per ore e poi si risolve tutto in pochi minuti. Io non escludo Draghi. Al momento è tutta tattica”, prosegue il leader di Italia Viva.
È “molto probabile” che il centrosinistra vada verso la scheda bianca alla prima votazione. Lo affermano fonti di centrosinistra al termine del vertice alla Camera. La decisione sarà presa nel vertice di domani mattina. “Finalmente ci si può confrontare sui nomi. L’identikit è quello indicato ormai da settimane: profilo non di parte, autorevole. Incontri che dovrebbero preludere a un tavolo tra tutte le forze politiche. Si ragiona su Andrea Riccardi come profilo di presidente ideale”. E in questo caso le fonti del Nazareno hanno sottolineato che è stato un “buon incontro” quello tra Conte, Letta e Speranza, in un “clima positivo” e con “spirito unitario”.
Letta oggi dovrebbe incontrare anche Matteo Renzi, mentre fonti Dem spiegano che vedrà Matteo Salvini appena possibile, così come gli altri leader del centrodestra. “Draghi ha salvato l’Italia, va bene a Palazzo Chigi, va bene al Colle, ma non può stare da entrambe le parti.”.
È “molto probabile” che il centrosinistra vada verso la scheda bianca alla prima votazione. Lo affermano fonti di centrosinistra al termine del vertice alla Camera. La decisione sarà presa nel vertice di domani mattina. “Finalmente ci si può confrontare sui nomi. L’identikit è quello indicato ormai da settimane: profilo non di parte, autorevole. Incontri che dovrebbero preludere a un tavolo tra tutte le forze politiche. Si ragiona su Andrea Riccardi come profilo di presidente ideale”. Lo affermano fonti del Nazareno sottolineando che è stato un “buon incontro” stamani tra Conte, Letta e Speranza, in un “clima positivo” e con “spirito unitario”.
Ieri a sparigliare le carte è arrivato il passo indietro di Silvio Berlusconi che rappresenta l’avvio di una partita che si gioca su un piano inclinato. Tenere insieme Quirinale e governo, questa la scommessa di Enrico Letta e anche di Giuseppe Conte, che solo garantendo il prosieguo della legislatura può tenere uniti i suoi gruppi parlamentari. “Affrontiamo questo difficile passaggio coi nostri alleati. Coi quali a partire da oggi, dopo la fine della candidatura di Berlusconi che aveva bloccato fino a ieri tutto, concorderemo nomi e proposte“, ha scritto su Twitter in mattinata il segretario del Pd.
“Il Movimento 5 stelle ha un unico obiettivo e lo perseguirà fino alla fine: ha 235 voti di grandi elettori che mette a disposizione degli interessi degli italiani di avere un presidente autorevole che ci renda tutti orgogliosi di essere italiani e ben rappresentati. Continueremo a lavorare in questa direzione”. Così Giuseppe Conte prima della riunione con gli alleati dopo la quale si è dichiarato “molto soddisfatto”. “Sono ottimista e lo sono ancor di più quando lavoro nell’interesse del Paese”, dice parlando con i cronisti al termine del vertice alla Camera di centrosinistra. “Non abbiamo parlato di nomi”, risponde a chi gli chiede dell’ipotesi Pier Ferdinando Casini. Salvini vi ha presentato la sua rosa di nomi? “Non abbiamo ancora parlato di nomi neanche con lui”, risponde. E’ caduto il veto M5s sul nome di Mario Draghi? “Noi facciamo proposte, non poniamo veti”.
“Non si può partire dopo tutto questo stallo con un diritto di prelazione da parte del centrodestra. Serve una figura che possa rappresentare il Paese e non una marcatamente di parte”. Lo ha affermato la capogruppo di Leu al Senato, Loredana De Petris, arrivando alla Camera per la riunione del centrosinistra sul Quirinale. “Mario Draghi deve restare a palazzo Chigi? Valuteremo la soluzione migliore per il Paese nel corso della riunione del centrosinistra”, ha aggiunto De Petris, assieme al capogruppo del partito alla Camera, Federico Fornaro che, a chi gli domandava se c’è l’intenzione di proporre un nome di bandiera, ha risposto: “Si valuterà insieme. Oggettivamente Berlusconi era l’ostacolo maggiore sulla strada di un nome condiviso e votato dalla maggioranza”.
“Dopo la straordinaria generosità di Silvio Berlusconi, il centrodestra è al lavoro nella certezza che – nell’interesse del Paese – da sinistra non ci saranno No o veti incrociati come avvenuto fino a ieri. Siamo pronti a proporre donne e uomini di altissimo profilo“. ha detto il leader della Lega Matteo Salvini.
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