Anche al quinto scrutinio per l’elezione del presidente della Repubblica si palesa il nulla di fatto. La presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati, candidata dal centrodestra che ha 452 grandi elettori, si ferma a quota 382 preferenze e retrocede nella corsa al Quirinale per colpa di quasi una ventina di franchi tiratori del centrodestra. Mattarella incassa 46 preferenze, mentre 8 voti vanno a Berlusconi e 7 a Tajani. E Di Matteo ottiene 38 voti. Nella prima parte della giornata il centrosinistra sceglie l’astensione. Come Conte che dice che lo ha fatto e lo farà per opporsi alla forzature, che in poche parole significa che non mette in gioco nessuna chance per la Casellati. Si fa largo nelle ore successive la candidatura della Belloni e della Cartabia, che sulla bilancia delle preferenze sembra siano quelle che possano mettere finalmente d’accordo Letta, Salvini e Conte anche sul piano della grammatura professionale la Casellati vince comunque.
LA TERNA?
Maria Elisabetta Alberti Casellati
Laureata in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Ferrara e specializzata in diritto canonico nella Pontificia Università Lateranense, successivamente ha lavorato come ricercatrice universitaria presso l’Università degli Studi di Padova. Dopo avere svolto la professione di avvocato matrimonialista per molti anni, è stata eletta al Senato della Repubblica nella XII legislatura e nuovamente dalla XIV legislatura all’attuale XVIII. Ha inoltre ricoperto per due volte la carica di sottosegretario di Stato, ed è stata membro del Consiglio Superiore della Magistratura.
Elisabetta Belloni
Si è laureata con lode in scienze politiche alla Luiss Guido Carli di Roma nel 1982 con una tesi in tecnica del negoziato internazionale. Diplomatica e funzionaria italiana, dal 2021 è direttrice generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, il dipartimento presso la Presidenza del Consiglio dei ministri che ha compiti di coordinamento e vigilanza sulle attività dei servizi segreti italiani e vanta il record di essere stata la prima donna in Italia a essere nominata per guidare la diplomazia e coordinare i servizi segreti nazionali.
Marta Maria Carla Cartabia
Si laurea nel 1987 con lode presso la facoltà di giurisprudenza all’Università degli Studi di Milano, discutendo la tesi «Esiste un diritto costituzionale europeo?» con relatore il futuro presidente della Corte costituzionale Valerio Onida. Nel 1993 consegue il dottorato di ricerca in legge presso l’Istituto universitario europeo di Fiesole. Poi all’Università di Aix-Marseille si specializza sui temi della giustizia costituzionale comparata, e contestualmente svolge periodicamente attività di ricerca all’estero, in particolare negli Stati Uniti d’America. Subito dopo la laurea è stata research fellow all’Università del Michigan Law School di Ann Arbor, sotto la direzione dei professori Joseph Halevi Horowitz Weiler e Terrance Sandalow. Dal 13 settembre 2011 al 13 settembre 2020 è stata giudice della Corte costituzionale, di cui ha ricoperto la carica di presidente (la prima donna a ricoprire questa carica) dall’11 dicembre 2019 al 13 settembre 2020.
“Sono in corso conflitti di partito. Il Governo non rischia perché è guidato da Mario Draghi. Il motivo per cui l’operazione di questa mattina è andata male è che all’interno del centrodestra c’è sempre stata l’ambiguità di Fratelli d’Italia che sta fuori dalla maggioranza. Questa contraddizione è emersa proprio nel voto a Casellati, perché bisognerebbe tutelare la maggioranza e non si può partire da chi è fuori dal governo. È andata male soprattutto per questo e innanzitutto perché è emersa una conduzione dissennata da parte di Matteo Salvini che ha esposto la presidente del Senato a una bruttissima figura. Perché raggiungere 383 voti significa averne persi moltissimi, rispetto anche ai soli del centrodestra che sulla carta erano 453”, spiega Gennaro Migliore, deputato di Italia Viva a iNews24, sul voto per il presidente della Repubblica di questa mattina.
Secondo Migliore la proposta di candidare Casellati “non è condivisa, bensì divisiva anche all’interno del centrodestra. Quando si ha un’esposizione del genere della seconda carica dello Stato c’è un errore di grammatica istituzionale che non andrebbe mai fatto”. Ed aggiunge che “a perdere credibilità è stato chi l’ha proposta. Lei continuerà ad essere la presidente del Senato e io la rispetto in quanto tale, anche se si è lasciata convincere da cattivi consiglieri. Tuttavia non penso che dovrebbe dimettersi”.
Sui nomi emersi, ossia Draghi, Casini e Mattarella, Migliore ha aggiunto: “Credo che i nomi siano questi. Quale sarà la scelta finale dipenderà dai vertici che in questo momento sono in corso nei quali si stanno confrontando le varie leadership”. Sul ruolo di Italia Viva infine ha detto: “Faremo quello che abbiamo sempre fatto in tutto questo periodo: ricondurre alla ragione e al dialogo le parti politiche. Noi non abbiamo mai proposto alcun nome per non bruciarlo e perché, avendo 44 voti, riteniamo di non essere quelli che devono proporre un candidato. Piuttosto diamo indicazioni e siamo impegnati in questo senso”.
A lanciare strali contro la candidatura della Casellati anche Pd, M5s, e per Leu, Loredana De Pretis, che ha commentato: ‘Il centrodestra continua a gestire irresponsabilmente il più importante passaggio democratico e costituzionale rappresentato dall’elezione del Presidente della Repubblica’.
Silvio Berlusconi, le cui condizioni sono in miglioramento, chiede che ‘Tutto il Parlamento voti Casellati’. Preme sull’acceleratore Giovanni Toti, il governatore della Liguria che dice: “Centrodestra non e’ un matrimonio per forza”.
Il dem Andrea Orlando ministro del lavoro e delle politiche sociali critica il centrodestra aggiunge: “Atteggiamento sconcertante. Abusano della loro posizione”. Ma Salvini non si arrende e nel corso di una conferenza stampa in diretta su Facebook spiega che in questa votazione bisogna dimenticarsi del colore politico, ma bisogna ragionare sul valore istituzionale della persona: “La Casellati è l’unica con un profilo professionale di più alto livello fra tutti i candidati, e l’unica che può essere definita in ordine di scala a Mattarella. Poi Salvini aggiunge: “Proviamo a ragionare a parti inverse, che cosa sarebbe successo se il centrodestra si fosse comportato esattamente come sta facendo ora il centrosinistra in questa votazione che si ostina a bloccare, bloccando l’elezione del presidente della Repubblica, la più alta carica dello Stato, in un momento in cui l’Italia è alle prese con mille problemi, disertando incontri per un confronto tra forze politiche, proseguendo a votare carta bianca? “Semplice, ci avrebbero dato dei fascisti!” tuona parlando con i giornalisti.
Gli incontri e i confronti proseguiranno fino a tarda notte. E presto, ancora una volta, i nostri politici dovranno fare la scelta tra ciò che è giusto e ciò che è facile. Non è difficilissimo ipotizzare che cosa sceglieranno. E forse lo sapremo domani.
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