Dopo giorni di veti incrociati tra i partiti Sergio Mattarella è stato rieletto presidente della Repubblica. “Il senso di responsabilità”, il richiamo delle esigenze della Nazione in un momento in cui il Paese è afflitto da tre gravi emergenze quella economica, quella sociale e quella sanitaria valeva una marcia indietro. E Mattarella l’ha fatta convinto anche dal premier Draghi che lo ha ringraziato per la sua disponibilità. D’altra nel Parlamento c’era un grande guazzabuglio e dopo il ritiro di Berlusconi le cose si sono ulteriormente complicate. Mattarella aveva già fatto le valige e stava per trasferirsi in una casa in affitto in zona Monti a Roma per andare ad abitare vicino alla figlia. Aveva detto e ridetto che non avrebbe accettato di fare il bis, ma gioco forza ha dovuto cambiare repentinamente idea per togliere l’Italia da un’impasse senza via d’uscita. I capigruppo e i presidenti di regione ieri sono andati al Quirinale per dirgli che lui era l’unica soluzione, e con 759 voti, meno qualcuno che è mancato dai partiti della maggioranza, Mattarella è divenuto il secondo presidente più votato della storia italiana piazzandosi al secondo posto dopo Pertini che ne prese 852.
Mattarella che è stato giudice costituzionale a Palermo e insegnava diritto parlamentare diventò politico dopo l’omicidio del fratello Piersanti presidente della Regione Sicilia nell’Ottanta giurerà il 3 febbraio.
Quello che è certo è che la rielezione di Mattarella ha messo in risalto quella che è stata la crisi dei partiti e del sistema politico in generale. Salvini e Conte sono i leader che escono con un carico di responsabilità in più da questa elezione perché ora dovranno affrontare le difficoltà della loro leadership all’interno dei propri partiti, all’interno delle stesse coalizioni.
Nel centro destra è palpabile la tensione, In prima linea Giorgia Meloni che attacca duramente Salvini. La rielezione di Mattarella. “Sono giorni in cui i toni salgono ma poi vedrete che i toni si ricomporranno”, ha detto il vicepresidente di Forza Italia Antonio Tajani. “E’ ovvio che ci sono posizioni diverse. Facciamo notare che Fratelli D’Italia è anche fuori dal Governo. Ci ritroveremo”, assicura Tajani, “la rottura c’è stata anche con la Lega, che a un certo punto ha virato sulla Belloni e poi sulla Cartabia e quando il leader della Lega ci ha fatto sapere che avrebbe proposto loro abbiamo fatto sapere che avremmo trattato per conto nostro. La coalizione va rivista”, ha proseguito il vicepresidente di FI, “Berlusconi che dovrebbe lasciare il San Raffaele domani (in pratica oggi 30 gennaio) è tornato centrale in questa partita”. Tajani poi svela che ha sbloccare l’impasse è stata una telefonata di Enrico Letta al Cavaliere e assicura “nessuna operazione centrista con Italia Viva, il centro siamo noi, ma sempre nel centrodestra, non si aprono strade diverse”.
La leadership ora più in difficoltà è quella di Matteo Salvini nella morsa di Forza Italia e il partito di Giorgia Meloni. Tanti anche all’interno della Lega lo accusano di avere bruciato troppe candidature, di avere perso il controllo della situazione. “io ho proposto loro hanno solo posto veti”, si è difeso Salvini, “ma i malumori crescono anche all’interno della Lega dove esplode il caso Giorgetti. E’ bastata una sua frase che ipotizzava le sue dimissioni per gettare nel caos un gruppo parlamentare già frammentato e non da ora.
L’unica a uscire con coerenza da questo carosello politico Giorgia Meloni che al Corriere della Sera ha detto: “Con Berlusconi e Salvini in questo momento non siamo alleati. Si è barattata un’elezione di 7 anni in cambio di una sopravvivenza di 7 mesi in Parlamento. Ho scoperto dalle agenzie che Salvini avrebbe votato Mattarella un’ipotesi che avevamo respinto tutti concordi all’ultimo vertice. Lui e Berlusconi hanno preferito l’alleanza con il centrosinistra. Ora il centrodestra va ricostruito”, ha proseguito Meloni, “percepisco la solitudine di tanta gente che non ha compreso, che non voleva finisse così”.
Insomma il centrodestra ne è uscito a pezzi e per Meloni ciò che è indiscutibile è che gli elettori del centrodestra non sono elettori di serie B. Draghi ora dovrà fare i conti con una maggioranza sempre più complessa da gestire, sollecitata da tante tensioni che non si sono riassorbite nemmeno in queste ore.
Anche nel M5s la spaccatura è evidente tra Conte e Di Maio. “L’alleanza del Movimento 5 Stelle non è in discussione anzi la rielezione del presidente Mattarella l’ha rafforzata”, queste le parole di Giuseppe Conte leader del partito grillino, che pur ammettendo le tensioni dice che c’è sempre stata franchezza.
Un sospiro di sollievo lo ha tirato pure Letta che dopo la guerra interna che si era scatenata per il no alla Belloni, condotta in prima linea da Renzi e Di Maio, l’uno al fianco dell’altro, il primo che ora dice di avere sventato un blitz giallo verde nero concentrato sulla candidatura di Casini con una parte del Pd, il secondo su Draghi che proprio Letta aveva detto di dovere e volere proteggere. Letta poi ha parlato di un asse con Italia Viva che ha funzionato e di soddisfacenti chiarimenti con Conte, ma è evidentemente che il campo largo da lui tanto decantato dà più l’impressione di essere un campo minato anche perché ora anche il M5s è arrivato a una resa dei conti, con un Di Maio sempre più liberale e moderato, che prende le distanze da Conte, leader del partito, e dice che “saranno necessari futuri chiarimenti”. Chiarimenti che saranno ancora più necessari all’appuntamento con le riforme più volte evocate dal M5s. Di Battista intervistato ha detto “è vigliacco accusare Conte che è una persona perbene e leale”.
Come è stato accolto all’estero il secondo mandato di Mattarella?
La stampa estera ha sottolineato in questo frangente il fallimento della politica italiana, e hanno criticato la debolezza dei leader di maggioranza incapaci di proporre un candidato alternativo a Mattarella e altrettanto autorevole capace di attrarre il consenso di tutti. “Il suo servizio è essenziale per consolidare l’unità e e trasmettere serenità a un’Italia impaurita e alle prese con le sfide contro il Covid”, ha scritto via Social Papa Francesco.
“Congratulazioni caro Sergio so che posso contare sul tuo impegno per mantenere viva l’amicizia fra i nostri Paesi e l’Europa unita forte e prospera che stiamo costruendo”, è fra i primi a scrivere su Twitter Emmanuel Macron.
“L’Italia potrà sempre contare sull’Unione Europea”, ha scritto su Twitter Ursula Von der Leyen, presidente della Commissione Europea. “Continueremo a lavorare assieme per fare fronte alle sfide comuni”, ha assicurato il presidente Joe Biden dagli Usa. Quando ai media stranieri, per Le Figaro “la rielezione permetterà di assicurare la stabilità del tandem Mattarella-Draghi che gestisce da un anno il risanamento del Paese”. Nel Regno Unito The Guardian sottolinea le profonde divisioni emerse durante un pazzesco processo di voto parlamentare e ricorda che Mattarella non avrebbe voluto un nuovo mandato, ma sarebbe stato convinto a restare. Il Financial Times scrive “che solo Mattarella può assicurare la sopravvivenza del fragile Governo Draghi”.
Il New York Times definisce Mattarella “il guard rail della oscillante democrazia italiana. Il Washington Post parla della rielezione di un riluttante presidente pubblicando la foto degli scatoloni già pronti per il trasloco che avrebbe dovuto fare i giorni scorsi. Il tedesco Die Welt ha scritto che “la riconferma di Mattarella mostra con grande chiarezza come i partiti dell’ampia coalizione di governo non siano in grado di di trovare delle intese su un candidato capace di attrarre il consenso necessario”. Quello che comunque è certo è che il periodo che l’Italia ora dovrà affrontare sarà tutto in salita.
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