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ITALIA, GLI STUDENTI RISCENDONO IN PIAZZA PER PROTESTARE PER IL RITORNO AGLI SCRITTI ALL’ESAME DI MATURITÀ


ph. Ansa

Studenti e studentesse scendono di nuovo in piazza in tutta Italia, per protestare contro l’istituto dell’alternanza scuola-lavoro e il ritorno degli scritti all’esame di maturità. Secondo la Rete degli Studenti Medi la mobilitazione ha coinvolto 100 mila persone in più di 40 piazze in tutta Italia. In 5 mila sono arrivati in corteo sotto al ministero dell’Istruzione a Roma. Altre manifestazioni ci sono state a Milano, Palermo, Genova, Bari, Venezia, Firenze, Perugia e in altre città tra cortei, presidi e flashmob. “C’è rabbia e ansia verso questa formula di Esame. Non è la strategia giusta, il ministero ci convochi per ascoltarci e definire insieme delle modalità di Maturità più adatte al momento. Bianchi ascolti la voce dei 200 mila studenti scesi oggi nelle piazze”.

“La nostra prossima iniziativa sarà avviare un percorso sulla salute mentale per rimarcare l’importanza di avere uno psicologo a scuola. Nel primo anno di pandemia veniva finanziato dal Ministero. Ma, almeno in Lazio, non è andata bene”, queste le parole di Camilla Volante, coordinatrice della Rete degli Studenti Medi del Lazio, ai microfoni di iNews24, che si è diplomata l’anno scorso e adesso frequenta l’Università.

Poi sulla sindrome da burnout che ha colpito molti giovani Camilla ha raccontato le ripercussioni della pandemia in lei e i suoi coetanei: “A livello psicologico, l’effetto della pandemia si sta vivendo proprio adesso. Prima eravamo chiusi in casa e non potevamo rendercene conto, era impossibile confrontarsi. Parlando con molti dei miei coetanei invece, ho capito che spesso percepiscono in modo disturbante alcune situazioni di socialità. Se restano troppo tempo fuori vogliono tornare a casa perché si sentono a disagio. Abbiamo saltato momenti fondamentali di crescita, è venuta a mancare la parte di definizione di se stessi”. Questa la sua esperienza personale: “Avevo 17 anni quando è arrivato il Covid. Per me due anni non sono mai passati. Non vivendo la mia vita, non ho percepito il passaggio del tempo. Posso farle anche l’esempio di mia sorella, che ha cominciato il primo anno di liceo nel 2019 e anche lei è come se non avesse più vissuto”. 

Sul ripristino delle prove scritte alla maturità, la studentessa ha aggiunto: “È assurdo proporre una maturità come quella prima della pandemia, quando non c’era la didattica a distanza e gli studenti non avevano ancora vissuto questo periodo. In quest’anno scolastico non si è tornati alla normalità. Quindi perché si pretende di fare un esame come se gli studenti fossero tornati realmente tra i banchi? Tra l’altro, la dad viene fatta ancora in condizioni non ottimali”. Gli studenti chiedono di essere coinvolti: “Bisognerebbe coinvolgere gli studenti nelle decisioni. In questi anni non siamo mai stati ascoltati. Dovrebbero chieder loro se sono pronti e come si sentono. Non è possibile prendere decisioni sulla scuola senza coinvolgere il mondo della scuola”. 

Poi Camilla ha ricordato Lorenzo Parelli, il 18enne morto durante uno stage per l’alternanza scuola-lavoro in un’azienda a Udine. “Lo abbiamo ricordato anche questa mattina. Quello che è successo a Lorenzo non è altro che un sintomo delle problematiche della scuola. Pretendiamo di fare i PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento ndr.) in cui i ragazzi lavorano senza sicurezze, senza sapere dove andare, cosa fare e perché. Al termine dei percorsi non rimane alcuna competenza acquisita. Invece i PCTO andrebbero organizzati sulla base di obiettivi. E anche i percorsi di alternanza scuola-lavoro sono stati definiti senza gli studenti. La scuola ragiona come fosse un’azienda”.



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