L’amministrazione Biden venerdì ha fatto sapere che a breve potrebbe esserci una possibile un’imminente invasione russa dell’Ucraina. Funzionari statunitensi hanno affermato che gli Stati Uniti si stanno preparando a evacuare la loro ambasciata a Kiev e agli americani in Ucraina è stato detto di andarsene entro le prossime 48 ore. Oggi Biden e il presidente russo Vladimir Putin discuteranno della crisi per telefono. Insomma man mano che i giorni passano e oramai anche le ore, le opzioni diplomatiche per evitare la guerra in Ucraina sembravano ridotte all’osso.
Biden ha detto che l’esercito americano non entrerà in guerra in Ucraina, ma ha promesso severe sanzioni economiche contro Mosca, che non sembra particolarmente scossa da questo aut aut visto che da tempo oramai ha creato il fil rouge sempre più resistente con la Cina, che ha già scelto come suo futuro alleato.
Secondo fonti dell’intelligence Usa, mercoledì potrebbe essere il giorno scelto da Putin per l’invasione. Un funzionario, seppure non fosse autorizzato a parlarne, lo ha fatto sapere solo a condizione di anonimato, all’Associated Press.
Ora un piccolo numero di funzionari potrebbe rimanere a Kiev, ma la stragrande maggioranza dei quasi 200 americani civili presenti sul territorio, sarà inviata o trasferita nell’estremo ovest dell’Ucraina. vicino al confine polacco, così gli Stati Uniti potranno mantenere una presenza diplomatica nel paese.
Jake Sullivan, il consigliere per la sicurezza nazionale di Biden, ha esortato tutti gli americani in Ucraina ad andarsene, sottolineando che non dovrebbero aspettarsi che l’esercito americano li soccorra nel caso in cui il trasporto aereo e ferroviario venga interrotto dopo un’invasione russa. Diversi alleati della NATO, tra cui Gran Bretagna, Canada, Norvegia e Danimarca, chiedono anche ai loro cittadini di lasciare l’Ucraina, così come la Nuova Zelanda, che è un alleato non NATO. Sullivan ha affermato che l’azione militare russa potrebbe iniziare con attacchi missilistici e aerei, seguiti da un’offensiva di terra.
“La Russia potrebbe scegliere, in brevissimo tempo, di iniziare un’importante azione militare contro l’Ucraina”, ha detto Sullivan, precisando che la portata di una tale invasione potrebbe variare da un’incursione limitata a un attacco a Kiev, la capitale.
La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha risposto ai toni allarmistici degli americani e anche della Gran Bretagna dicendo: “Gli anglosassoni hanno bisogno di una guerra. Ad ogni costo. Provocazioni, disinformazione e minacce sono il metodo preferito per risolvere i propri problemi”.
Resta il fatto però che qualcosa di concreto la Russia lo ha già fatto radunando già oltre 100.000 truppe lungo i confini orientali e meridionali dell’Ucraina, e poi schierando forze missilistiche, aeree, navali e per operazioni speciali, oltre che facendo rifornimenti per sostenere la guerra. E se non bastasse, questa settimana la Russia ha spostato sei navi d’assalto anfibie nel Mar Nero, aumentando la sua capacità di sbarcare i marines sulla costa.
Nella gara delle ipotesi c’è chi afferma con sicurezza che una possibile invasione non potrebbe verificarsi prima della fine delle Olimpiadi invernali in Cina. Ma molti politologi affermano il contrario. Sullivan per primo, affermando che l’ulteriore accumulo di truppe russe ai confini dell’Ucraina e indicatori di intelligence non specificati hanno ha spinto l’amministrazione Biden ad avvertire che la guerra potrebbe iniziare in qualsiasi momento.
“Non possiamo individuare il giorno a questo punto, e non possiamo individuare l’ora, ma questa è una possibilità molto, molto imminente”, ha detto Sullivan.
Biden in queste ore ha rafforzato la presenza militare statunitense in Europa per rassicurare gli alleati sul fianco orientale della NATO, ordinando altri 3.000 soldati in Polonia, oltre ai 1.700 che stanno già arrivando sul posto.
I russi insistono affinché l’Occidente tenga l’Ucraina e gli altri paesi dell’ex Unione Sovietica fuori dalla NATO. Vuole anche che la NATO si astenga dal dispiegare armi vicino al suo confine e ritiri le forze dell’alleanza dall’Europa orientale, richieste categoricamente respinte dall’Occidente. Parlando all’inizio dei suoi colloqui con il Segretario di Stato per la difesa britannico Ben Wallace, il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu ha affermato che “la situazione politico-militare in Europa sta diventando sempre più tesa, e non è colpa nostra”.
Shoigu ha affermato che le spedizioni di armi in Ucraina da parte di Stati Uniti, Gran Bretagna e altri alleati hanno contribuito alle tensioni e ha sottolineato il recente dispiegamento di soldati britannici in Ucraina, chiedendo perché sono stati inviati e per quanto tempo sarebbero rimasti.
Parlando con i giornalisti dopo i colloqui, Wallace ha affermato che i missili anticarro che la Gran Bretagna ha inviato in Ucraina erano armi tattiche difensive che non rappresentano una minaccia per nessun vicino.
Ha descritto i colloqui come “costruttivi e franchi” e ha preso atto delle assicurazioni della sua controparte russa secondo cui Mosca non ha intenzione di attaccare l’Ucraina. Ma ha anche sottolineato che la concentrazione delle truppe russe vicino al territorio ucraino è chiaramente “al di là del normale esercizio”.
Il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg ha visitato una base militare in Romania, salutando il dispiegamento di ulteriori truppe statunitensi come “una potente dimostrazione di unità transatlantica”.
Separatamente, l’Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale ieri ha notificato al Congresso un nuovo pacchetto di aiuti da 73 milioni di dollari alla Georgia, un’altra ex repubblica sovietica che ha affrontato l’aggressione di Mosca e ha combattuto una guerra con la Russia nel 2008. L’assistenza include quasi 46 milioni di dollari in denaro per aiutare la Georgia a combattere “minacce e crimini transnazionali”, in particolare per “diminuire la dipendenza dalla Russia”, secondo la notifica del Congresso ottenuta dall’Associated Press.
Nella sua telefonata di oggi con il segretario di Stato Usa Antony Blinken, secondo quanto riportato dalla CNN, il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov ha “negato che la Russia abbia intenzione di invadere l’Ucraina”.
La collisione diplomatica tra Russia e Ucraina, dalla quale è seguito un aspro conflitto dal 2014, è avvenuta quando il leader ucraino amico del Cremlino è stato cacciato dall’incarico da una rivolta popolare. Mosca ha risposto annettendo la Crimea e poi sostenendo un’insurrezione separatista nell’Ucraina orientale, dove i combattimenti hanno ucciso oltre 14.000 persone.
Un accordo di pace nel 2015, mediato da Francia e Germania, ha contribuito a fermare battaglie su larga scala, ma le schermaglie sono poi continuate regolari e gli sforzi per raggiungere una soluzione politica si sono bloccati.
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