Cartier ha citato in giudizio un suo ex dipendente M.M. e Tiffany & Co alla Corte dello Stato di New York accusandoli di averle rubato i segreti commerciali di alcuni dei suoi prodotti più esclusivi della gioielleria di lusso. La colpa del misfatto sarebbe inizialmente dello junior manager che dopo avere lavorato per alcuni mesi da Cartier è poi stato assunto da Tiffany dove avrebbe raccontato evidentemente particolari della produzione dei gioielli di Cartier alla concorrenza che invece avrebbero dovuto restare top secret. In questo momento ogni giudizio e commento sarebbe avventato. Le indagini sono in corso. C’è chi dice che lo junior manager non avrebbe dovuto avere accesso a certe informazioni. Vero è però che quando si viene assunti con un patto di riservatezza il datore di lavoro può vincolare il dipendente a non diffondere le informazioni riservate. Ma evidentemente questo vincolo c’era solo per un periodo determinato.
Cartier, divisione del gruppo del lusso Richemont, che possiede anche marchi come Van Cleef & Arpels e Piaget, ora vuole andare fino in fondo alla vicenda.
Tiffany, che è stata acquisita nel 2021 dal gruppo di lusso LVMH, ha assunto M.M. per lavorare alla sua collezione di “alta gioielleria”, che comprende pezzi che realizzati individualmente costano 10 milioni di dollari l’uno.
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