I paesi occidentali stanno facendo ogni sforzo per politicizzare le questioni umanitarie che devono affrontare l’Ucraina sulla piattaforma delle Nazioni Unite, ha affermato oggi il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov in un incontro con il presidente del Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) Peter Maurer a Mosca. “I nostri colleghi occidentali stanno facendo ogni sforzo all’interno delle Nazioni Unite per politicizzare le questioni umanitarie usandole contro la Russia. Siamo interessati a risolvere i problemi che si stanno accumulando in Ucraina, nonché a rimuovere gli ostacoli artificiali che impediscono l’evacuazione dei civili e la consegna di aiuti umanitari”, ha proseguito il diplomatico russo.
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ieri non è riuscito ad approvare una bozza di risoluzione russa sulla situazione umanitaria in Ucraina, co-sponsorizzato da Bielorussia, Corea del Nord e Siria. Russia e Cina hanno votato a favore del documento, mentre gli altri 13 membri del Consiglio di Sicurezza dell’ONU (Francia, Regno Unito, USA, India, Irlanda, Kenya, Messico, Norvegia, Albania, Brasile, Gabon, Ghana ed Emirati Arabi Uniti) si sono astenuti dal voto. Per essere approvata, una risoluzione doveva essere sostenuta da almeno nove dei 15 membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Mosca, ha detto il rappresentante permanente della Russia alle Nazioni Unite Vasily Nebenzya, ha cercato di evitare di politicizzare la situazione durante la discussione sul documento, “ma ancora una volta non è stato possibile fuggire alle forche caudine dell’Occidente”.
Nuove sanzioni britanniche prendono di mira il CEO di Sberbank Gref, l’uomo d’affari Tinkov e altre banche russe
Le autorità britanniche hanno aggiunto alla lista nera una serie di banche, società e imprese del settore della difesa russe. Secondo l’elenco aggiornato oggi, sono 59 le persone fisiche e giuridiche russe soggette a misure restrittive. Tra i nomi noti che si leggono nell’elenco, l’amministratore delegato di Sberbank, Herman Gref, il primo vice del consiglio di amministrazione della banca Alexander Vedyakhin e l’ex vicepresidente Lev Khasis, gli uomini d’affari Oleg Tinkov ed Evgeny Shvidler.
Sanzioni sono state inflitte anche a Oleg Aksyutin, vicepresidente del consiglio di amministrazione di Gazprom, al belga Didier Casimiro, primo vicepresidente di Rosneft, al croato Zeljko Runje, vicepresidente di Rosneft per i progetti offshore, e a Ivan Sechin, figlio del CEO di Rosneft Igor Sechin. Ma anche al vice primo ministro – rappresentante plenipotenziario del presidente della Federazione russa nel distretto federale dell’estremo oriente Yury Trutnev, ai rappresentanti plenipotenziari nei distretti federali nord-occidentali, degli Urali, del Volga e della Siberia Alexander Gutsan, Vladimir Yakushev, Igor Komarov e Anatoly Seryshev, così come il vice ministro della Difesa, Dmitry Bulgakov.
Anche Polina Kovaleva, che il Ministero degli Esteri britannico chiama la figliastra del ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, e il sindaco ad interim della Melitopol ucraina, Galina Danilchenko, sono state sottoposte sanzioni. A queste persone è vietato entrare nel Regno Unito e i loro beni, se trovati, verranno congelati.
Banche e società nella lista nera
Nell’elenco delle persone giuridiche sanzionate Gazprombank, banca agricola russa, Alfa-Bank, SMP Bank e la Banca degli Urali. Sono state inoltre imposte sanzioni contro le ferrovie russe, Sovcomflot, RusHydro, Alrosa e le imprese dei complessi militari-industriali russi e dei produttori di elettronica, in particolare il JSC Makeyev Design Bureau, la società Defence Initiatives e lo sviluppatore di droni del gruppo Kronstadt. Commentando le nuove sanzioni, il ministro degli Esteri russo, Liz Truss ha dichiarato che l’obiettivo di Londra è quello di “continuare ”a stringere la vite e utilizzare le sanzioni per degradare l’economia russa su una scala nazionale come mai si è visto prima”.
E in Italia?
Ecco gli oligarchi cui sono stati congelati dei beni e quali sono:
1. Oleg SAVCHENKO, Villa seicentesca, denominata “Villa Lazzareschi”, sita in provincia di Lucca, del valore di circa 3 milioni di euro;
2. Vladimir Roudolfovitch SOLOVIEV, immobili situati nella provincia di Como, del valore di circa 8 milioni di euro;
3. Gennady Nikolayevich TIMCHENKO, yacht LENA, localizzato nel porto di Sanremo, del valore di circa 50 milioni di euro;
4. Alexey Alexandrovits MORDASCHOV, yacht LADY M, localizzato nel porto di Imperia, del valore di circa 65 milioni di euro e un complesso immobiliare ad uso residenziale sito nel Comune di Olbia (SS), località Portisco, del valore di circa 105 milioni di euro.
5. Alisher USMANOV, compendio immobiliare sito in località Golfo del PEVERO in Arzachena (SS), del valore di circa 17 milioni di euro e sei veicoli societari, italiani ed esteri, con in pancia beni immobili e mobili (autovetture) per un valore complessivo stimato in 66 milioni di euro;
6. Andrey Igorevich MELICHENKO, imbarcazione “SY A” in rimessaggio al Porto di Trieste, del valore di circa 530 milioni di euro;
7. Petr Olegovich AVEN, complesso immobiliare, sito nella provincia di Sassari (località Punta Sardegna) riconducibile per ⅓, pari a circa 4 milioni di euro;
Il rischio del nucleare
“Purtroppo il nucleare è un rischio reale, anche se non credo attualmente elevato, ma che rientra pienamente nella dottrina militare di Mosca”. Per questa ragione, Elio Vito, deputato di Forza Italia e membro della Commissione Difesa, è d’accordo con la decisione della Nato e degli Usa di prepararsi al rischio di incidenti nucleari e biologici russi in Ucraina. “È naturale che purtroppo occorre anche prendere in considerazione tali rischi estremi e come prevenirli. Tuttavia, è bene ricordare che la Nato è un’alleanza difensiva, non offensiva, che ha assicurato pace, prosperità, libertà e democrazia all’Occidente, Italia compresa”, ha detto il deputato ai microfoni di iNews24, in occasione del 17esimo congresso di oggi, 24 marzo, Vito ha affermato che l’invio delle armi in Ucraina avvicina l’Italia al coinvolgimento nella guerra con la Russia: “L’Italia fa parte di organizzazioni internazionali, Ue e Nato, secondo i principi costituzionali che prevedono il diritto alla difesa. La decisione di aiutare un Paese aggredito ed invaso militarmente come l’Ucraina, è stata presa da questi organismi internazionali ed approvata da risoluzioni parlamentari. Se non si ferma l’aggressione dell’Ucraina da parte della Russia di Putin, esiste il concreto rischio che l’invasione di Mosca prosegua riguardando altri Paesi”, ha concluso Vito.
Oggi Joe Biden che era a Bruxelles per partecipare agli incontri in agenda con G7, Nato e Consiglio Europeo, ha parlato, a margine dei lavori del G7, con il premier Mario Draghi di Russia e Ucraina. I due leader hanno discusso l’impegno condiviso per continuare a ritenere la Russia responsabile per le sue azioni in Ucraina e per sostenere il governo e la popolazione. “Risponderemo all’uso di armi chimiche da parte di Mosca, la Nato risponderà”, ha detto il presidente americano, che domani sarà a Varsavia per incontrare il premier polacco per parlare della gestione della guerra, e ha anche fatto sapere che gli Usa potranno supplire alla mancanza di gas in Italia con forniture americane di gas liquido.
Il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, ha partecipato in video conferenza alla riunione straordinaria dei ministri dell’Interno e della Pubblica sicurezza del G7 dedicata agli impatti della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina. Al centro dell’incontro convocato su iniziativa della presidenza tedesca – durante il quale è intervenuta anche la commissaria Ue agli Affari Interni, Ylva Johansson – la gestione dei flussi di profughi in fuga dal teatro di guerra che stanno interessando in primo luogo i Paesi confinanti con l’Ucraina e lo scambio di informazioni nell’ambito del G7 sul fronte comune della difesa dalle minacce ibride, con particolare riferimento agli attacchi cibernetici rivolti alle infrastrutture critiche e alla disinformazione con la diffusione di fake news attraverso la rete Internet.
Anonymous hackera la Banca centrale russa
Nei giorni scorsi il collettivo Anonymous ha hackerato la Banca centrale russa e messo offline i siti di alcune società che continuano ad operare in Russia tra cui Nestlè che, sotto pressione, ha deciso di ridurre le sue attività a Mosca. “Entro 48 ore verranno rilasciati più di 35.000 file con accordi segreti”, scrivono su Twitter gli attivisti. Anonymous è un movimento decentralizzato di hacktivismo che agisce in modo coordinato per perseguire un obiettivo concordato. Ampiamente noto per vari attacchi informatici contro varie società, istituzioni governative e Scientology, il movimento, nato nel 2003, si ispira alla pratica della pubblicazione anonima di immagini e commenti su internet e più in generale su web. Il concetto, inteso come “identità condivisa”, si è sviluppato nell’imageboard di lingua inglese 4chan dove il nickname Anonymous veniva assegnato ai visitatori che commentavano senza identificarsi. Gli utenti delle imageboard, hanno cominciato ad identificare Anonymous con una persona reale. Con il crescere della popolarità delle azioni dei frequentatori di 4chan si è diffuso il meme di un collettivo di individui senza nome in lotta contro ingiustizie e poteri forti.
Anche i sistemi informatici di Trenitalia e Ferrovie dello Stato sono finiti nel mirino degli hacker. Ma a quanto pare non si tratta di un’operazione del collettivo Anonymous La società ha fatto sapere attraverso una nota ufficiale che da questa mattina (23 marzo, ndr) sulla rete informatica aziendale sono stati rilevati elementi che “potrebbero ricondurre a fenomeni legati a un’infezione da CryptoLocker”, cioè un attacco hacker che blocca i sistemi informatici, con lo scopo di estorcere un riscatto.
Cos’è CryptoLocker e come funziona
CryptoLocker è un trojan comparso nell’ormai lontano 2013, perfezionato poi nel maggio 2017. Questo malware è in grado di infettare i sistemi Windows e consiste nel criptare i dati della vittima, richiedendo un pagamento per la decriptazione. Secondo la società Symantec, circa il 3% di chi è colpito dal malware decide di pagare. Non è questo, naturalmente, il caso di Trenitalia e FS.
Cos’è successo ai sistemi Trenitalia e FS
I tecnici di Trenitalia sono al lavoro per cercare di capire cosa stia accadendo e soprattutto quali conseguenze possano esserci per gli utenti, oltre che direttamente per l’azienda. Un caso simile era già stato segnalato il 17 marzo: i molti ritardi dei treni ad alta velocità avevano fatto pensare a un attacco hacker, ma Rfi aveva smentito.
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