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PROGETTO EUROPEO SOIL4LIFE, OCCORRONO MISURE URGENTI PER PRESERVATE LA SALUTE DEL NOSTRO SUOLO


Oggi a Roma, si è concluso il progetto europeo Soil4Life, coordinato da Legambiente con il coinvolgimento di partner italiani, francesi e croati: ISPRA, CIA agricoltori italiani, CCIVS, CREA, ERSAF, Politecnico di Milano, Roma Capitale e Green Istria nel corso del quale si è parlato di emergenza suolo, della situazione grave di crisi delle materie prime e di speculazione sui prezzi delle commodity agricole tutti campanelli di allarme che dovrebbero indurci a rivalutare l’importanza strategica del suolo sano come risorsa alla base della resilienza del nostro sistema agroalimentare, e quindi garanzia fondamentale per assicurare la continuità della produzione di cibo. In situazioni difficili come quella attuale, dopo due anni di pandemia e con una guerra in corso, il rischio è che queste tematiche spariscano totalmente dal dibattito politico a favore di “emergenze più gravi”. Oltre al fatto che occorre fare i conti anche con la pressione delle lobby agroindustriali europee che rinviano gli obiettivi tracciati dal Green Deal, incrementando invece la produttività agricola a breve termine con impiego di pesticidi e fertilizzanti chimici che compromettono la salute del suolo e la sua fertilità.

Alcune settimane fa la Commissione Europea ha avviato la consultazione anche sulla proposta di Legge Europea per la Salute del Suolo: la speranza è che questo fondamentale provvedimento veda la luce entro l’attuale legislatura UE, nonostante il contesto di crisi generalizzata. 

Pensiamo che non ci sia più tempo per rinviare la assunzione di un impegno forte e vincolante per dotare l’Europa di una direttiva per la protezione dei suoli, per questo, anche grazie al progetto Soil4life, abbiamo attivato iniziative internazionali di sostegno ed un appello per una leadership europea nella lotta al degrado del suolo”, ha dichiarato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente.

Lo scenario del degrado del suolo è particolarmente inquietante per un Paese come l’Italia, in cui il 20% dei suoli sono già considerati a rischio di desertificazione. Numeri inquietanti che si aggiungono a quelli dei suoli che sono stati persi per effetto dell’urbanizzazione: secondo i dati ISPRA, solo nell’ultimo quindicennio sono stati impermeabilizzati oltre 105.000 ettari di suolo, come se fosse stata completamente urbanizzata un’area estesa come il comune di Roma. Una superficie che, se invece che a cemento fosse stata coltivata a mais, avrebbe potuto produrre quasi 1,5 milioni di tonnellate di cereale all’anno.

 “Sono passati ben 10 anni da quando l’allora Ministro all’agricoltura Mario Catania annunciava il testo di una proposta di legge nazionale per fermare il consumo di suolo in Italia “, ha aggiunto Ciafani. “Da allora le proposte di legge si sono moltiplicate, ma una legge per proteggere il suolo non è mai uscita dalle secche della discussione parlamentare. Il progetto Soil4Life che ha permesso a realtà italiane e straniere, impegnate sui diversi aspetti legati al suolo, di confrontarsi e sperimentare metodologie di tutela e valorizzazione di questa preziosissima risorsa, si chiude quindi con un appello alla politica italiana, affinché si porti a compimento un processo legislativo durato già molto più del dovuto”.

Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente

 Ma il consumo non è la sola forma di degrado del suolo di cui dobbiamo preoccuparci. La contaminazione, per esempio, sia quella generata dall’uso di sostanze chimiche in agricoltura, sia quella legata ad attività industrialiè un grave problema, anche perché le attività di bonifica spesso languono per decenni. Per di più la presenza di contaminazione con i conseguenti oneri di bonifica, costituisce uno dei più grandi ostacoli al riutilizzo di siti industriali dismessi, e così si finisce per consumare altro suolo per le nuove attività. Per evitarlo occorrerebbero agevolazioni che permettano di accelerare sia la bonifica dei suoli che il loro riutilizzo in operazioni di rigenerazione urbana.

L’utilizzo intensivo del suolo con finalità agricole può portare a perdita di sostanza organica, un fenomeno di impoverimento progressivo che, nelle regioni a clima più caldo, è l’anticamera della desertificazione. Buone pratiche agricole, a partire dall’agricoltura biologica e dallo sviluppo della produzione e dell’uso di compost di qualità sui suoli agricoli, possono fermare o addirittura invertire la perdita di sostanza organica dei suoli coltivati. La conservazione della sostanza organica nel suolo è infatti il secondo grande tema del progetto Soil4life. Una sfida importante è dunque garantire che le future generazioni possano continuare a disporre di suoli fertili perché ricchi di sostanza organica. 

 “Fa piacere vedere come grazie a soil4life il partenariato sia riuscito a migliorare la governance e le policies in materia di suolo”, ha dichiarato il Capo Unità LIFE Ambiente CINEA della Commissione Europea Angelo Salsi. “Uno degli obiettivi del programma Life, che quest’anno compie 30 anni, è proprio quello di rafforzare la legislazione e le politiche in campo ambientale a livello locale, nazionale ed europeo. In questi 30 anni grazie a centinaia di progetti siamo riusciti a ottenere risultati straordinari rendendo più efficaci le normative in materia di ambiente, clima, natura e biodiversità”. 

 La campagna internazionale di Soil4LIFE  

Le attività di Soil4Life hanno valicato i confini nazionali grazie alla collaborazione dei partner francesi di CCIVS e croati di Green Istria. Un gruppo di giovani è stato selezionato per formare il team dei Soil Ambassador i quali, dopo aver partecipato ad un training internazionale sulla protezione e la gestione del suolo, hanno elaborato il Manifesto per il Suolo: un documento in cui vengono avanzate una serie di richieste ai decisori politici europei per spingerli ad attivarsi per la tutela di una risorsa preziosa per la vita sul pianeta. Il Manifesto per il Suolo è stato tradotto in 12 lingue e pochi giorni fa, nel corso di una conferenza online, è stato presentato all’Unesco, FAO e UE.   

Un focus su Roma e Lombardia   

La città di Roma e la regione Lombardia sono state al centro del progetto Soil4Life come aree scelte per svolgere attività di ricerca scientifica e monitoraggio dei suoli. Grazie ai partner ISPRA, Politecnico di Milano e Roma Capitale conosciamo meglio il suolo del territorio romano: dopo una raccolta dati è stata elaborata la Carta della Permeabilità di Roma Capitale a cui seguirà la presentazione di un Piano, già elaborato e solo da approvare, da parte dell’amministrazione capitolina. La scelta di concentrarsi su Roma e Milano non è casuale. Infatti, tra il 2006 e il 2020 sia nell’area metropolitana di Milano sia nel Comune di Roma sono stati consumati oltre 2mila ettari di territorio. Per rendere l’idea della portata del fenomeno basti pensare che a Roma e a Milano il consumo e l’impermeabilizzazione del suolo non si è arrestata nemmeno in periodo di pandemia: tra il 2019 e il 2020 nell’area milanese sono andati persi oltre 123 ettari mentre nella Capitale si è arrivati a quota 93,54 ettari di suolo. 

  • Tutti i numeri di Soil4life
  • 15 regioni hanno aderito alla Carta nazionale dei principi sull’uso sostenibile del suolo
  • 15 Osservatori sul consumo di suolo istituiti
  • 10.000 agricoltori raggiunti dalle attività di informazione e sensibilizzazione
  • 884 agricoltori formati 
  • 7800 professionisti dell’area tecnica che hanno partecipato alle attività di formazione
  • 7 ordini e collegi professionali coinvolti
  • 3328 professionisti dell’area tecnica hanno adottato le linee guide volontarie
  • 45 partecipanti al forum per la gestione sostenibile del suolo
  • 151 docenti hanno partecipato al percorso formativo sui temi del suolo
  • 1400 studenti coinvolti
  • 717 partecipanti agli eventi previsti dalla campagna di advocacy
  • 33 organizzazioni europee coinvolte nelle attività di advocacy
  • 794 partecipanti alle conferenze divulgative multicanale
  • 1 carta della permeabilità di Roma Capitale
  • 1 piano per la permeabilità dei suoli per Roma Capitale
  • 1 ufficio speciale tutela suolo costituito a Roma Capitale
  • 4 aziende agricole coinvolte in via sperimentale in Lombardia
  • 8 carte tematiche realizzate
  • 23 organizzazioni europee di volontariato coinvolte
  • 9 micro-campagne informative su scale globale realizzate in altrettanti paesi
  • 1 “Manifesto per il Suolo” realizzato dai giovani e tradotto in 10 lingue
  • 22 progetti coinvolti nelle attività di networking
  • 2 milioni di persone raggiunte dalle attività di media relations
  • 120.000 persone raggiunte attraverso sito web e social media


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