Nonostante la guerra tra Russia e Ucraina sia riuscita a far salire l’inflazione, e i mercati finanziari abbiano registrato fluttuazioni nervose, il mercato del lavoro americano non ha subito contraccolpi ed è riuscito a mantenere una media impressionante di 540.000 assunzioni al mese.
Numeri alti che si è prospettano in salita. Lo si legge nel rapporto sull’occupazione della società FactSet che per aprile ha segnalato l’aggiunta di 400.000 posti di lavoro e un tasso di disoccupazione intorno al 3,6.
La resilienza del mercato del lavoro appare quindi particolarmente sorprendente seppure il timore che i bruschi aumenti dei tassi di interesse della Federal Reserve possano alla fine innescare una recessione.sia qualcosa di molto concreto
“Il mercato del lavoro rimane in condizioni solide all’inizio del trimestre primaverile”, ha affermato Stuart Hoffman, consulente economico senior di PNC Financial. “La domanda di lavoro è molto forte… Le aziende competono per i lavoratori e aumentano i salari.”
Questa settimana, il Dipartimento del lavoro ha fornito ulteriori prove che il mercato del lavoro è ancora in piena espansione. Sono pochissimi gli americani senza lavoro, solo 1,38 milioni di americani stavano raccogliendo i sussidi di disoccupazione tradizionali, il minor numero dal 1970.
Di fatto oggi l’economia ha in media due posti di lavoro disponibili per ogni disoccupato. Questa è la percentuale più alta mai registrata. E questo è il motivo per cui ben 4,5 milioni di americani a marzo, evidentemente fiduciosi di poter trovare un’opportunità migliore di lavoro, ha detto addio a un posto fisso. D’altra parte nell’ultimo anno, 3,8 milioni di persone sono rientrate nel mondo del lavoro, il che significa che ora hanno un lavoro o ne stanno cercando uno.
Quanto durerà questo bengodi nel mondo del lavoro non è chiaro. Mercoledì, la Federal Reserve ha alzato il suo tasso di riferimento di mezzo punto percentuale – la sua mossa più aggressiva dal Duemila – e ha segnalato ulteriori ampi aumenti dei tassi in arrivo. L’entrata in vigore della serie di aumenti dei tassi della Fed, renderà sempre più costoso per i consumatori prendere in prestito, spendere e assumere e ciò comporterà il fatto che molti americani si troveranno in situazioni di maggiore costrizione.
A marzo e ad aprile del 2020 ben 22milioni di posti di lavoro sono andati in fumo, mettendo in ginocchio il mercato del lavoro. Solo grazie all’arrivo di generosi assegni di soccorso ha offerto l’opportunità alle famiglie di continuare a spendere. E il lancio dei vaccini li ha incoraggiati a tornare nei negozi, nei ristoranti e nei bar.
Ma la cronica carenza di beni, forniture e lavoratori ha contribuito all’aumento vertiginoso dei prezzi, facendo registrare il tasso di inflazione più alto degli ultimi 40 anni. L’invasione russa dell’Ucraina alla fine di febbraio ha drammaticamente peggiorato il panorama finanziario, facendo salire i prezzi globali del petrolio e del gas e offuscando gravemente il quadro economico nazionale e globale.
Nel frattempo, con molte industrie rallentate dalla carenza di lavoratori, le aziende hanno aumentato le retribuzioni per cercare di attirare candidati al lavoro e trattenere i dipendenti esistenti: a marzo i salari orari sono aumentati del 5,6% rispetto all’anno precedente. Ma anche questo non è bastato per tenere il passo con il picco dei prezzi al consumo: aggiustati per l’inflazione, i salari orari sono effettivamente diminuiti per 12 mesi consecutivi.
Ecco perché la Fed , che secondo la maggior parte degli economisti è stata troppo lenta per riconoscere la minaccia dell’inflazione, ora sta alzando i tassi in modo aggressivo. Il suo obiettivo? Cercare di rallentare l’economia quanto basta, senza causare una recessione.
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