Oggi Giornata della Vittoria che viene celebrata ogni anno il 9 maggio, in memoria della capitolazione della Germania nazista durante la seconda guerra mondiale, (la resa fu firmata nella tarda sera dell’8 maggio 1945, in seguito alla capitolazione concordata in precedenza con le forze alleate sul fronte occidentale, Ndr), nessun proclama di Putin ha cambiato le sorti della storia. Almeno per ora. Anche se le parole del premier russo dovrebbero comunque far riflettere. “A differenza dell’Occidente, il popolo russo non rinuncerà mai al proprio amore per il Paese, alla fede e ai valori tradizionali, ha affermato stamattina il presidente russo durante una parata del Giorno della Vittoria sulla Piazza Rossa di Mosca. “Non rinunceremo mai al nostro amore per il Paese, alla fede, ai valori tradizionali, ai costumi ancestrali e al rispetto per tutti i popoli e le culture. Quanto all’Occidente, sembra determinato a cancellare questi valori millenari. Questo degrado morale ha aperto la strada a ciniche falsificazioni della storia della seconda guerra mondiale, tentativi di incitare alla russofobia, glorificare i traditori, deridere la memoria delle loro vittime e spazzare via il coraggio di coloro che hanno combattuto e sofferto per la vittoria”, ha detto Putin sottolineando che gli Stati Uniti, in particolare dopo il crollo dell’Unione Sovietica, “hanno iniziato a parlare del loro eccezionalità”, umiliando a suo avviso il mondo intero e obbligando tutti a un avvilente asservimento.
“La Russia ha sempre voluto “un sistema indivisibile per la sicurezza, ma la Nato non ci ha ascoltato”, ha aggiunto Putin. “L’aggressione” della Crimea “è stata una minaccia ai confini, inammissibile per noi. Il pericolo è cresciuto ogni giorno, il nostro è stato un atto preventivo, una decisione necessaria e giusta”. Putin non ha “alcun dubbio” sul fatto che quella che chiama “l’operazione militare speciale” in Ucraina “produrrà risultati”. Precisando: “Se ci fosse stata anche una possibilità di risolvere la questione ucraina pacificamente, la Russia l’avrebbe usata”. “La Russia è sempre stata favorevole alla creazione di un sistema indivisibile per la sicurezza, ma la Nato non ha voluto ascoltarci. L’aggressione nelle nostre terre storiche della Crimea è stata una minaccia ai nostri confini, inammissibile per noi. Il pericolo è cresciuto ogni giorno, il nostro è stato un atto preventivo, una decisione necessaria e assolutamente giusta”. Una delegazione di veterani americani della Seconda guerra mondiale “avrebbe voluto venire a Mosca per partecipare alle celebrazioni per la sconfitta del nazismo, ma è stato loro vietato” di farlo”. “L’orrore di una guerra globale non si deve ripetere” ha detto Putin, sottolineando che con l’attacco all’Ucraina Mosca ha risposto ad “una minaccia diretta vicino ai confini russi”, perché “una attacco era stato preparato, anche alla Crimea”. Il governo russo non ha cancellato oggi solo l’esibizione aerea prevista sui cieli di Mosca per le celebrazioni della Giornata della Vittoria, ma anche quelle che erano state programmate nelle principali città in tutto il Paese, incluse San Pietroburgo e Rostov-on-Don: una decisione attribuita al maltempo che ha sorpreso gli analisti militari stranieri.
Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ieri pomeriggio ha avuto una nuova videoconferenza con il Presidente Joe Biden, il Presidente Emmanuel Macron, il Cancelliere Olaf Scholz, il Primo Ministro Boris Johnson, il Primo Ministro Justin Trudeau, il Primo Ministro Fumio Kishida, il Presidente Charles Michel e la Presidente Ursula von der Leyen, con la partecipazione del Presidente Volodymyr Zelensky. L’incontro ha offerto l’occasione per commemorare la fine della seconda guerra mondiale e la liberazione dalle sue atrocità. I leader hanno riaffermato l’unità dei Paesi G7 nel condannare l’aggressione ingiustificata da parte della Federazione Russa nei confronti dell’Ucraina, che ha riportato l’Europa agli orrori del secondo conflitto mondiale. Hanno condiviso la viva preoccupazione per il prolungarsi delle ostilità e la necessità di mantenere alta attraverso le sanzioni la pressione sul Cremlino. Infine reiterato l’impegno a diversificare le fonti energetiche riducendo in tal modo la dipendenza dagli approvvigionamenti russi ribadendo l’importanza di uno stretto coordinamento per sostenere l’Ucraina e perseguire la pace promuovendo un immediato cessate il fuoco e negoziati credibili.
“Dobbiamo continuare a sostenere l’Ucraina”, ha detto il Presidente Draghi, “e dobbiamo andare avanti con il sesto pacchetto di sanzioni nei confronti della Russia. Allo stesso tempo, dobbiamo fare ogni sforzo per aiutare a raggiungere quanto prima un cessate il fuoco e per dare nuovo slancio ai negoziati di pace. Il G7 deve anche continuare a impegnarsi per aiutare quei Paesi poveri che rischiano una crisi alimentare. Il nostro impegno e la nostra unità sono essenziali”.
Raid missilistico russo durante la visita di Charles Michel
Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel è stato costretto a ripararsi in un rifugio antiaereo a seguito di un allarme per un raid missilistico russo durante la sua visita a sorpresa di oggi a Odessa. La fuga d’emergenza ha interrotto il suo incontro con in premier ucraino Denys Shmygal, riferiscono fonti Ue.
“Solo un pazzo può sperare di ripetere 2194 giorni di guerra” della Seconda guerra mondiale: “colui che sta ripetendo oggi gli orribili crimini del regime di Hitler, seguendo la filosofia dei nazisti e replicando tutto quello che hanno fatto. È condannato. Perché è stato maledetto da milioni di antenati quando ha cominciato a imitare il loro assassino. E allora perderà tutto”, queste le dure parole del presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel video di oltre 5 minuti, girato in occasione del Giorno della Vittoria sul nazismo mentre cammina nel centro di Kiev, senza mai nominare direttamente il presidente russo Vladimir Putin.
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