Oltre 250 militanti ucraini trincerati nel complesso siderurgico Azovstal a Mariupol, inclusi 51 feriti, si sono arresi, scrive l’agenzia russa Tass, citando come fonte della notizia il quartier generale della difesa territoriale della Repubblica popolare di Donetsk (DPR).
Il ministero della Difesa russo lunedì ha annunciato che è stato finalmente raggiunto un accordo con le truppe ucraine bloccate sul territorio dell’acciaieria Azovstal per l’uscita dei soldati feriti dall’impianto. Il ministero ha anche affermato che era in vigore un cessate il fuoco nell’area intorno all’acciaieria e che era stato aperto un corridoio di evacuazione per i militari ucraini feriti, attraverso il quale sarebbero stati consegnati a un’istituzione sanitaria a Novoazovsk nella Repubblica popolare di Donetsk (DPR) per ricevere tutta l’assistenza medica necessaria.
La parte ucraina ha riferito in precedenza che 53 militanti ucraini gravemente feriti erano stati evacuati da Azovstal il 16 maggio a Novoazovsk controllata dalle forze della DPR e 211 soldati ucraini erano stati portati a Yelenovka attraverso un corridoio umanitario.
Il 21 aprile nel corso di un incontro con il ministro della Difesa, Sergey Shoigu, il presidente russo Vladimir Putin aveva emesso una direttiva che dichiarava inopportuno un incombente assalto all’Azovstal, fondamentalmente perché inutile visto che di fatto i soldati erano già in trappola, e bastava solo presidiare la zona affinché nessuno potesse uscire. Cosa che ovviamente il premier russo ha fatto. Putin ha così ordinato che la zona industriale fosse sigillata ermeticamente in modo tale “che nemmeno una mosca potesse uscire” queste le sue parole. E per i soldati ucraini da quel momento non c’è stata più alcuna opportunità di fuggire. Shoigu ha dichiarato in una teleconferenza il 4 maggio che la zona come richiesto da Putin era stata sigillata in modo affidabile lungo l’intero perimetro del complesso siderurgico dell’Azovstal. Le forze russe nel frattempo hanno impedito qualsiasi mossa chiedendo ai nemici ucraini di deporre le armi con tentativi di assalti che il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha negato, dicendo che si trattava solo di azioni di difesa volte a respingere i tentativi dei militanti ucraini rintanati nello stabilimento.
Oggi il viceministro della Difesa ucraino ha espresso la speranza che i 264 combattenti ucraini estratti dall’acciaieria Azovstal a Mariupol vengano scambiati con prigionieri di guerra russi, nonostante le osservazioni di un alto funzionario russo che li ha definiti “criminali” che devono essere “portati a giustizia.”
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