Zelensky più attore o più premier? La domanda sorge spontanea nelle ultime settimane, visto il suo eccessivo presenzialismo a manifestazioni che non si legano per niente alla guerra. Un comportamento che fa sorgere molti interrogativi. Anche se c’è chi lo giustifica dicendo che alla fin fine tutto fa brodo per continuare a parlare della guerra affinché non sprofondi nell’oblio della mente di alcuno e chi invece storce il naso. C’è chi si scandalizza, chi critica il premier per avere chiesto via video all’Eurovision di votare la Kalush Orchestra, ossia un gruppo di artisti di Leopoli, che unisce musica folk e rap, e che si è presentato sul palco di Torino con la canzone Stefania. Con quella flemma che ha sfoggiato anche al festival di Cannes per chiedere aiuto per affrontare l’invasione in corso nel suo paese.
Durante la cerimonia di apertura del festival questa sera al Palais des Festivals della località turistica della Francia meridionale, il premier ucraino ha parlato a lungo del legame tra cinema e realtà. Ha fatto riferimento ad alcuni film tra cui Apocalypse Now di Francis Ford Coppola e Il grande dittatore di Charlie Chaplin – che prendeva in giro il leader nazista Adolf Hitler.
“L’odio degli uomini passerà e i dittatori moriranno e il potere che hanno preso dal popolo tornerà al popolo”, ha detto Zelensky, citando il carattere dittatore di Chaplin. “E finché gli uomini muoiono, la libertà non perirà mai.”
Il premier ucraino ha poi detto che mentre il film di Chaplin non ha distrutto “il vero dittatore”, l’industria cinematografica potrebbe dire di non essere rimasta in silenzio durante l’ascesa di Hitler (sempre facendo riferimento a Putin, ndr)
«Abbiamo bisogno di un nuovo Chaplin per dimostrare oggi che il cinema non è muto. Il cinema starà zitto o parlerà?” è la stata domanda che ha ricevuto una standing ovation.
Durante la cerimonia di apertura del festival questa sera al Palais des Festivals della località turistica della Francia meridionale, Zelensky ha parlato a lungo del legame tra cinema e realtà. Cannes quest’anno si è aperto con la premiere di Final Cut, che è stato ribattezzato dal suo titolo originale, Z, dopo che i manifestanti ucraini hanno notato che la lettera Z per alcuni simboleggia il sostegno alla guerra russa in Ucraina. Sullo schermo ci saranno diversi film di importanti registi ucraini, tra cui il documentario di Sergei Loznitsa The Natural History of Destruction. I filmati girati dal regista lituano Mantas Kvedaravicius prima di essere ucciso a Mariupol ad aprile saranno mostrati anche dalla sua fidanzata, Hanna Bilobrova. Le questioni di uguaglianza di genere hanno circondato a lungo il Festival di Cannes, dove non più di cinque cineaste hanno mai fatto parte della formazione del concorso Palme e solo due registe hanno vinto.
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