Situato al 222, 23rd Street West a Manhattan, New York, tra la Seven e l’Eight Avenue, vicino al quartiere di Chelsea in autunno riaprirà i battenti il Chelsea Hotel, dopo una lunga ristrutturazione che il nuovo proprietario Sean McPherson ha definito “uno scavo archeologico” in un passato di creatività al cubo.
Fondato nel 1884, è principalmente conosciuto per aver ospitato per lunghi periodi di tempo scrittori, musicisti e artisti in genere, tra cui Sarah Bernhardt e Mark Twain, Arthur Miller e Bob Dylan, Jack Kerouac mentre lavorava a On the Road (ed ebbe una storia con Gore Vidal), Arthur C. Clarke, Dylan Thomas al tempo di 2001 Odissea nello Spazio quando definì il Chelsea Hotel “la mia casa spirituale”. E ancora, Janis Joplin, Patti Smith, Leonard Cohen, i Krisma, Sid Vicious (la cui fidanzata Nancy Spungen fu trovata uccisa la notte del 12 ottobre 1978 nella stanza numero 100), Robert Mapplethorpe e una serie di artisti legati ad Andy Warhol e alle sue Factories.
Un documentario su di loro, Walls: Inside The Chelsea Hotel, sarà presentato il 17 giugno al Tribeca Film Festival. Ma c’è un lato dark in questa gloriosa storia: Dylan Thomas a 39 anni si ubriacò nella stanza 205 fino a morirne avvelenato, mentre nella 100 Sid Vicious uccise a coltellate la girlfriend Nancy Spungen nel 1978. Per alcuni inquilini, fu una sorta di “hotel dei cuori spezzati”: Miller abitò per sei anni la 614 dopo la rottura con Marilyn Monroe, Ethan Hawke fece lo stesso quando si separò da Uma Thurman.
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