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PREGLIASCO: “VAIOLO DELLE SCIMMIE, NON È GRAVE, MA ATTENZIONE ALLA DIFFUSIONE FRA GLI ANIMALI”


“Il vaiolo delle scimmie decorre stando attenti alle possibili complicanze di sovrainfezione batterica”, queste le parole di Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, ai microfoni di iNews24 che intervistato sul nuovo virus, ha cercato di smorzare le preoccupazioni allarmistiche sul nuovo virus facendo cenno a farmaci antivirali provati. “Ma siccome la malattia in genere si risolve”, ha aggiunto, “si tratta solo di tenere i pazienti nei reparti di malattie infettive in modo da essere sicuri che il virus non si diffonda, e anche che non ci sia diffusione negli animali, perché c’è il rischio che l’uomo possa contagiarli e che diventi un problema simile a quello che c’è in Africa”. 

Riguardo la possibilità di ricorrere a una vaccinazione l’esperto ha detto che “è una delle strategie da mettere in piedi alla luce di possibili scenari ed evoluzioni della situazione. Dobbiamo imparare a comunicare l’incertezza e la difficoltà di una cosa che, come abbiamo visto con il Covid, poi evolve in modo inatteso. Nella storia ci sono state purtroppo, altre epidemie fuori dall’ Africa, dove questa malattia è endemica. La speranza è che anche stavolta si risolva velocemente”. Riguardo alla possibilità che il virus originario sia mutato, Pregliasco ha risposto che “si tratta di un virus più complesso del Sars-CoV-2, che come sappiamo muta velocemente. Questo del vaiolo delle scimmie dovrebbe essere ancora quello degli anni ’70-’80. Ma si stanno effettuando ottimi studi per capire che in questa situazione abbia modificato le sue caratteristiche diventando più efficace nella trasmissione da uomo a uomo. Normalmente questi focolai sono stati limitati e trasmessi da animale a uomo e in situazioni di contatto stretto”. Su possibili complicanze della malattia, il ricercatore ha precisato: “I ceppi che stanno isolando ora danno un 1-2% di mortalità in Africa, dove non c’è un’assistenza di base. Inoltre dipende anche dalla fragilità dei singoli. Normalmente si risolve in tre o quattro settimane e non è grave”. Ed esclude l’arrivo di un’altra pandemia: “Spero che si possa evidenziare al meglio con buona capacità di chiudere di risolvere la situazione”. 

Possibilità di vaccino solo per gli operatori sanitari

Per contrastare il contagio da vaiolo delle scimmie (Mpx), si potrà valutare anche la possibilità di vaccinare i contatti a più alto rischio – a partire dagli operatori sanitari – e di far scattare la quarantena in determinate circostanze.

L’indicazione arriva dalla nuova circolare di aggiornamento sull’infezione emanata dal ministero della Salute, mentre salgono a sei i contagi confermati in Italia e presi in carico dall’Istituto nazionale per le malattie infettive Spallanzani di Roma. Nessun allarme al momento, ribadisce la Regione Lazio, ma il sistema di sorveglianza infettivologica è in “stato di massima attenzione”. Due nuovi casi positivi al vaiolo delle scimmie in Lombardia. Entrambi i pazienti sono ora in isolamento nel loro domicilio, sotto osservazione e in condizioni stabili non preoccupanti. Il primo paziente è stato diagnosticato positivo dal San Raffaele di Milano con il supporto dell’Asst Sacco, il secondo dall’ospedale di Verona. Entrambi i casi sono riconducibili a cluster internazionali.

Nel frattempo il ministero della Sanità spagnolo ha annunciato che l’Ue acquisterà vaccini e antivirali per metterli a disposizione degli Stati membri e contribuire così ad affrontare la gestione dei casi di vaiolo delle scimmie apparsi in diversi Paesi. La ministra Carolina Darias ha detto inoltre che il vaccino contro il vaiolo che verrà comprato sarà Imvanex, che è prodotto da una compagnia danese.

L’acquisto, ha precisato, sarà gestito dall’Autorità per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie (Hera). Complessivamente al 23 maggio, rileva la circolare del ministero italiano della Salute, sono stati segnalati 68 casi confermati in otto Stati dell’Ue e almeno altri 42 casi sospetti sono in fase di indagine. I contagi hanno però continuato a crescere anche negli ultimi giorni e sono segnalati pure in Usa, Canada, Australia, Svizzera e Israele. Al momento, non si sono verificati decessi. L’attenzione resta dunque alta e il ministero avverte che la probabilità di un’ulteriore diffusione del virus attraverso un contatto stretto, ad esempio durante le attività sessuali, “è considerata alta” mentre bassa è la probabilità di trasmissione tra individui senza contatto stretto. E nell’attuale focolaio di Mpx umano, precisa la circolare, la natura delle lesioni presenti in alcuni casi suggerisce che la trasmissione sia avvenuta proprio “durante i rapporti sessuali”. Infettivologi ed autorità sanitarie escludono al momento il rischio di una epidemia, e non si valuta una vaccinazione di massa. Tuttavia, tra le contromisure previste la circolare ministeriale indica che la vaccinazione post-esposizione “idealmente entro quattro giorni dall’esposizione, può essere presa in considerazione per contatti a rischio più elevato come gli operatori sanitari, compreso il personale di laboratorio, previa attenta valutazione dei rischi e dei benefici”. In specifici contesti ambientali ed epidemiologici, sulla base delle valutazioni delle autorità sanitarie, potrebbe anche essere richiesta l’applicazione di misure quarantenarie. Inoltre, l’impiego di specifici antivirali può essere considerato nell’ambito di protocolli sperimentali, in particolare per coloro che presentano sintomi gravi o per le persone immunodepresse.

Previsto, precisa il ministero, il monitoraggio di 21 giorni per i contatti dei casi e lo stop alle donazioni di sangue da parte dei contatti asintomatici. A tutti i contatti è poi consigliato di non avere rapporti di vicinanza con donne in gravidanza, bambini e soggetti fragili. Altro aspetto evidenziato dalla circolare è che la trasmissione dall’uomo agli animali da compagnia è “teoricamente possibile”. Insomma, la situazione è da monitorare ma, afferma l’infettivologo Massimo Galli, “di certo non è un virus che si candida a generare una pandemia, come il coronavirus”. Mentre si impone l’allerta mondiale per il vaiolo delle scimmie, calano invece le curve dell’epidemia di Covid-19 nel nostro come in altri Paesi europei. Secondo l’ultimo report degli ospedali sentinella della Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere (Fiaso) del 24 maggio, il numero di pazienti ricoverati per Covid si è ridotto in una settimana del 16% ed il calo è più accentuato nelle rianimazioni dove il totale dei ricoverati si è dimezzato: la percentuale dei ricoveri è infatti diminuita del 48%, tanto che molti ospedali hanno chiuso e riconvertito alle attività ordinarie le aree Covid. Anche i dati del bollettino quotidiano del ministero rilevano un calo: sono 22.438 i nuovi contagi nelle ultime 24 ore (ieri 29.875), ma le vittime sono 114 rispetto alle 95 di ieri. Sono 271 i ricoverati in terapia intensiva, 19 in meno rispetto a ieri, ed i ricoverati nei reparti ordinari sono 5.969. Il numero degli attuali positivi, inoltre, non è mai stato così basso da Capodanno: sono 792.583, ovvero 17.438 in meno nelle ultime 24 ore. Una cifra che riporta questo dato ai giorni appunto precedenti a Capodanno e, in particolare, all’inizio della nuova ondata.



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