Le luci della ribalta si sono di nuovo accese questo fine settimana sull’ex magnate del cinema Harvey Weinstein che ora in carcere sta scontando una condanna di 23 anni (ne ha già scontati 2 e 3 mesi , ndr) perché nel febbraio 2020 una giuria di New York lo ha giudicato colpevole di stupro di terzo grado e atti sessuali criminali di primo grado verso l’attrice Jessica Mann. Il merito o la colpa di questo nuovo clamore è dovuto alla pubblicazione all’inizio di maggio della sua autobiografia messa in vendita su Amazon, Harvey Weinstein: My Story, a 7,99 dollari.
Segnalata nella newsletter di Hollywood Puck, la domanda non poteva che sorgere spontanea: è legittima o no e come ha fatto a pubblicarla Weinstein visto che è in prigione? Così le porte dei gossip si sono spalancate.
È bastato però poco per arrivare alla verità. Weinstein questa autobiografia non l’ha mai scritta. Gli autori sono due detenuti che scontavano la pena nella sua stessa struttura detentiva di Los Angeles e trascorrendo del tempo con lui hanno preso appunti dei suoi ricordi che poi hanno assemblato realizzando un libro a sua insaputa, che impropriamente hanno definito autobiografia con l’evidente intento di monetizzare i loro sforzi e trarne maggiori guadagni.
L’editore, la Prisons Foundation, per mettersi le spalle al sicuro nella prefazione del libro ha precisato che il manoscritto non era stato spedito da Weinstein: “A questo punto, devo sottolineare nell’interesse della piena divulgazione che la nostra ricezione di questa autobiografia è avvenuta in modo tortuoso … Ci è stato inviato per posta dal Twin Towers Correctional Facility, la prigione in California che ospita Weinstein. Ma non ci è stato inviato per posta dallo stesso Weinstein…”.
E allora perché chiamarlo autobiografia? Per i rapporti di amicizia che gli autori hanno detto di avere stretto con Weinstein in prigione che è stato il motivo per cui l’ex produttore ha raccontato loro la sua storia. E poiché l’ex magnate di Hollywood non poteva pubblicarla, ci hanno pensato loro a rendere pubblici i ricordi di tutta la sua vita.
Ma ieri lo studio legale di Los Angeles di Weinstein ha chiesto che il libro fosse rimosso e non venisse chiamato “autobiografia” perché non scritto dal loro cliente. E in serata il libro è stato ritirato da Amazon.
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