Laddove non arrivano i referendum arriva il Senato che ha approvato la riforma dell’ordinamento giudiziario e del Csm, confermando il testo Camera, che è dunque legge.
“Solo pochi mesi fa le Camere rispondevano con un lungo applauso all’appello del presidente Mattarella che sollecitava l’approvazione di questa riforma. Oggi siamo qui per mantenere l’impegno di trasformare in legge un provvedimento che viene da lontano e che è stato costruito con il contributo di molti. Un provvedimento preceduto da un lungo lavoro, non semplice, portato avanti con il contributo di molti”, aveva detto la ministra Marta Cartabia oggi in aula al Senato prima dell’inizio delle dichiarazioni di voto sulla riforma del Csm. “Ringrazio ciascuna forza politica per l’impegno e la disponibilità. Questo è un passaggio importante nella storia del nostro Paese”, ha proseguito la Cartabia, “in cui troppo a lungo la giustizia è stata terreno di scontro. Permettetemi di ricordare e ringraziare tutti coloro che ci hanno consentito di giungere a questo momento. Un disegno di legge di riforma”, ha ricordato la Guardasigilli, “che era già stato elaborato dal precedente Governo e su quel testo si sono innestati gli emendamenti approvati dal Consiglio dei Ministri lo scorso 11 febbraio, anche sulla base delle preziose proposte della Commissione di esperti presieduta dal professor Luciani. È seguito un intenso confronto con tutte le forze politiche di maggioranza per giungere a un articolato ampiamente condiviso, in cui ciascuna forza politica può riconoscere il suo apporto“. Poi parlando ancora degli sforzi profusi per questa iniziativa ha aggiunto: “Ciascuno ha portato il suo contributo sia sostenendo le proprie iniziative con forte convinzione, sia lasciando spazio alla voce delle altre forze di maggioranza. Ringrazio ciascuna forza politica per questo impegno costruttivo e per questa disponibilità e ringrazio sentitamente il Ministro dei rapporti con il Parlamento D’Incà che si è speso moltissimo per permetterci di giungere a questa votazione finale. Non meno decisivo è stato il contributo convinto e determinato dei Sottosegretari Sisto e Macina e quello tecnico degli uffici del Ministero della Giustizia, il cui supporto professionale, svolto con dedizione lontano dai riflettori, è semplicemente imprescindibile.
L’approvazione di questa legge, il terzo grande pilastro delle riforme della giustizia volte a rinsaldare la fiducia dei cittadini nell’amministrazione della Giustizia, consentirà che l’imminente rinnovo del Consiglio superiore della magistratura si svolga con nuove regole affinché questa istituzione, presidio costituzionale e imprescindibile dei principi dell’autonomia e dell’indipendenza dell’ordine giudiziario, principi irrinunciabili, possa – per riprendere proprio le parole del presidente Mattarella – svolgere appieno la funzione che gli è propria, valorizzando le indiscusse alte professionalità su cui la Magistratura può contare”, ha concluso.
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