L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha inflitto una maximulta da 23,5 milioni a Viagogo AG, una società di scambio e rivendita di biglietti con sede a Londra (e una sede negli Stati Uniti di proprietà di StubHub Holdings), fondata nel 2006 da Eric Baker.
In Italia la legge 232/2016, spiega AGCOM, vieta la “vendita o qualsiasi altra forma di collocamento di titoli di accesso ad attività di spettacolo effettuata da soggetto diverso dai titolari, anche sulla base di apposito contratto o convenzione, dei sistemi per la loro emissione”. Viene fatta salva unicamente “la vendita ad un prezzo uguale o inferiore a quello nominale di titoli di accesso ad attività di spettacolo effettuata da una persona fisica in modo occasionale, purché senza finalità commerciali”.
L’istruttoria avviata dall’Agcom ha permesso di accertare violazioni delle norme per la vendita, o comunque il collocamento sul sito della piattaforma di www.viagogo.it, di ticket per 131 eventi, a prezzi superiori anche fino a sei/sette volte rispetto a quelli nominali. In particolare – fa sapere ancora l’Autorità – con l’aiuto della Guardia di Finanza sono state ‘fotografate’ le modalità di acquisizione diretta di biglietti che sarebbero poi stati rivenduti a prezzo maggiorato agli utenti finali. Nel provvedimento – assunto di concerto con l’Antitrust – l’Agcom ha stigmatizzato la pratica del secondary ticketing perché inflaziona i prezzi dei biglietti, “aumentando le barriere per l’accesso dei consumatori e cittadini italiani a eventi culturali, anche a danno della comunità degli artisti, degli organizzatori di eventi e dei rivenditori primari”. Più che mai in un momento importante per la ripresa dei live, dopo lo stop legato alla pandemia. La sanzione è “un atto di tutela nei confronti di migliaia di consumatori. Queste forme di inflazione indotta e anche di ostacolo all’accesso agli spettacoli non sono tollerabili”, ha commentato Massimiliano Capitanio, commissario Agcom.
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