Colpevole. E condannata a stare in carcere 20 anni. Questo è il verdetto pronunciato stamattina dal tribunale di New York dove si è svolta l’udienza finale del processo che aveva come imputata Ghislaine Maxwell, la mantide britannica, legata a doppio filo al ricco finanziere Jeffrey Epstein, il ricco finanziere condannato per traffico sessuale di minorenni poi morto suicida, secondo il medico legale, dopo l’arresto nella sua cella il 10 agosto 2019.
La sentenza è stata pronunciata in tarda mattinata. I pubblici ministeri hanno affermato che Epstein adescava le sue vittime ostentando le proprie ricchezze e le connessioni importanti per attirare ragazze vulnerabili di appena 14 anni e poi sfruttarle, ma hanno anche aggiunto che non avrebbe potuto creare questa rete senza l’aiuto della Maxwell, la sua ex fidanzata e poi rimasta amica e complice di veri e propri crimini.
“La condotta della Maxwell è stata incredibilmente predatoria. Era una criminale calcolatrice, sofisticata e pericolosa che depredava ragazze vulnerabili e le preparava ad abusi sessuali”, hanno scritto i pubblici ministeri negli atti depositati presso la cancelleria del tribunale. A dicembre, una giuria ha condannato la Maxwell per traffico sessuale, trasporto di un minore per partecipare ad atti sessuali illegali più altre due accuse di cospirazione. La Maxwell, oggi sessantenne, ha negato di aver abusato di qualcuno. E i suoi avvocati hanno chiesto al giudice distrettuale degli Stati Uniti Alison J. Nathan di imporre una condanna non superiore a cinque anni. “I testimoni al processo hanno testimoniato sulla facilitazione degli abusi di Epstein da parte della signora Maxwell, ma Epstein è sempre stata la figura centrale: Epstein era la mente, Epstein era il principale abusatore ed Epstein ha orchestrato i crimini per la sua gratificazione personale”, hanno scritto nelle loro memorie.
Le associazioni di Epstein e Maxwell con alcune delle persone più famose del mondo non sono state una parte importante del processo, ma le menzioni di amici come Bill Clinton, Donald Trump e il principe britannico Andrea hanno mostrato come la coppia abbia sfruttato le loro connessioni per impressionare la loro preda. Negli ultimi 17 anni, decine di donne hanno accusato Epstein di averle abusate. E molte hanno descritto Ghislaine come una signora che le aveva reclutate per fare dei massaggi a Epstein. Solo quattro di queste donne però hanno deciso di uscire allo scoperto per testimoniare di aver subito abusi da adolescenti negli anni ’90 e all’inizio degli anni Duemila nelle ville di Epstein in Florida, New York, New Mexico e Isole Vergini. Tre di queste sono state identificati in tribunale solo per nome o pseudonimi per proteggere la loro privacy: Jane, un’attrice televisiva; Kate, un’ex modella britannica; e Carolyn, ora una mamma che si sta riprendendo dalla tossicodipendenza. La quarta, Annie Farmer, che si è identificata in tribunale con il suo vero nome dopo aver parlato pubblicamente. Tutte hanno descritto la Maxwell come una delle sirene dell’Odissea, che nella tradizione figurativa e in quella letteraria, tentò Odisseo. Ossia un’incantatrice che ha fatto credere a tutte che Epstein avrebbe potuto usare la sua ricchezza e le sue connessioni per aiutarle a realizzare i loro sogni.
Le accuse contro Epstein sono emerse pubblicamente per la prima volta nel 2005, quando lui ammise di essere colpevole di abusi sessuali per i quali scontò 13 mesi di carcere, gran parte dei quali facendo lavori socialmente utili sollevando l’indignazione pubblica. Negli anni che seguirono, molte donne fecero causa a Epstein per presunti abusi sessuali. Tra i nomi più noti che hanno conquistato i titoli di prima pagina quello di Virginia Giuffre, che affermò che Epstein e Maxwell l’avevano anche costretta a fare sesso con altri uomini potenti, incluso il principe Andrea. Tutti quegli uomini hanno negato le accuse e alla fine Giuffre ha risolto la querelle contro Andrea in via extragiudiziale.
I pubblici ministeri federali di New York hanno ripreso il caso contro Epstein dopo che il Miami Herald nel 2018 ha riportato alla ribalta i suoi crimini. E undici mesi dopo la sua morte, la Maxwell è stata arrestata in una tenuta del New Hampshire. Almeno otto donne hanno inviato lettere al giudice, descrivendo gli abusi sessuali che hanno detto di aver subito per aver incontrato Maxwell ed Epstein.
Nei giorni precedenti al verdetto, sei dei sette fratelli viventi della Maxwell hanno chiesto clemenza. In particolare Anne Holve e Philip Maxwell, i suoi fratelli maggiori, hanno sottolineato un aspetto per loro chiave della vicenda. Ossia il fatto che la sua relazione con Epstein è iniziata subito dopo la morte nel 1991 del padre, il magnate dei giornali britannico Robert Maxwell, che a loro dire aveva sottoposto Ghislaine a continue tensioni provocandole “frequenti rapidi sbalzi d’umore”. “Questo l’ha portata a diventare molto vulnerabile agli uomini violenti e potenti”, hanno detto entrambi e questo per loro sarebbe il motivo per cui lei avrebbe seguito Epstein nelle sue malefatte. Semplice debolezza e dipendenza.
I pubblici ministeri però non hanno accolto queste dichiarazioni come ammissioni salvifiche e hanno invece sottolineato il fatto che la Maxwell fosse un’adulta che faceva le sue scelte e che decidendo di sfruttare sessualmente numerose ragazze minorenni, abbia di fatto aiutato Epstein a compiere i suoi crimini”.
Secondo Steven Hoffenberg, ex socio di Jeffrey Epstein, fu Maxwell a presentare sua figlia Ghislaine a Epstein alla fine degli anni Ottanta. Il New York Times ha riferito che Ghislaine ha incontrato Epstein all’inizio degli anni Novanta a una festa a New York, dopo “una difficile rottura con il conte Gianfranco Cicogna Mozzoni” (1962-2012), della famiglia proprietaria dei CIGA Hotels. Ghislaine ha avuto una relazione pluriennale con Epstein e gli è rimasta legata per decenni, fino al suo arresto.
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