I prezzi del gas in Europa sono diminuiti lunedì in seguito ai rapporti sui piani del Canada di rispedire finalmente le turbine di Gazprom. Tuttavia, gli analisti non pensano che la mossa aiuterà a ripristinare i flussi di gas attraverso il gasdotto Nord Stream e si aspettano che una prolungata crisi del gas colpirà la regione, scrive Nezavisimaya Gazeta.
L’inizio dei lavori di manutenzione del gasdotto sta complicando la situazione poiché il trasporto del gas attraverso entrambi i fili del gasdotto rimarrà sospeso dall’11 al 21 luglio.
Gli esperti ritengono che una volta terminati i lavori di manutenzione, le forniture di gas tramite Nord Stream verranno ripristinate, ma ci vorrà molto tempo per tornare ai livelli precedenti. “Il trasporto della turbina a gas dovrebbe essere completato in due settimane a partire dal 14 luglio. Dato il tempo necessario per la sua installazione, le forniture di gas potrebbero essere aumentate entro la fine di luglio”, ha osservato l’analista capo di TeleTrade, Mark Goikhman. Tuttavia, non ha escluso che il processo possa essere ritardato per motivi politici e tecnici. Inoltre, non è chiaro come andranno le cose con altre due turbine che necessitano anch’esse di manutenzione. “Gazprom si aspetta che la società Siemens esegua lavori di riparazione di routine entro la fine dell’anno”, ha affermato l’esperto.
Il punto di vista dei russi
L’UE ha fatto di tutto per ridurre le forniture di gas russe e poi ha iniziato a lamentarsi del calo dei flussi di gas. È stato il cancelliere tedesco a bandire Nord Stream 2 e l’UE ha bloccato l’esportazione di componenti per i gasdotti. Le forniture di gas sono state sospese perché i gasdotti necessitavano di manutenzione. E l’UE ora lamenta il fatto che la Russia abbia ridotto le forniture”, ha detto il direttore esecutivo dipartimentale di Iva Partners Artem Tuzov.
La Russia riduce di un terzo le forniture di gas all’Italia rispetto alla media degli ultimi giorni.
“Gazprom ha comunicato che per la giornata di oggi fornirà a Eni volumi di gas pari a circa 21 milioni di metri cubi al giorno, rispetto a una media degli ultimi giorni pari a circa 32 milioni di metri cubi al giorno.
Eni fornirà ulteriori informazioni in caso di nuove e significative variazioni dei flussi”, ha scritto la compagnia italiana. Anche la società austriaca OMV ha annunciato che Gazprom sta riducendo ulteriormente la fornitura di gas al Paese.
Il Governo italiano mantiene lo stato di pre-allerta necessario al monitoraggio costante dei flussi, senza alcun bisogno di misure emergenziali e di un passaggio allo stato di allerta. E’ quanto ribadisce il Mite in una nota nella quale si sottolinea che “stante questa situazione, non è prevista l’attuazione di piani di emergenza energetica con misure di risparmio straordinarie” e che il piano di diversificazione delle forniture di gas e di raggiungimento dell’indipendenza energetica dalla Russia “prosegue secondo quanto già annunciato, grazie agli accordi stipulati dal Governo e dagli operatori con altri paesi nei mesi scorsi”. Il Mite precisa che “la riduzione di circa il 30% sulle forniture di gas annunciate oggi da Gazprom per l’Italia equivale in valore assoluto a circa 10 milioni di metri cubi al giorno, e rappresenta una parte marginale della fornitura giornaliera totale che viene ampiamente compensata dalle altre forniture che il governo si è assicurato con il piano di diversificazione portato avanti negli ultimi mesi”.
“L’Ue si sta preparando ad ogni scenario. La situazione è chiaramente seria e dobbiamo essere preparati. A metà luglio, come è noto, verrà varato un piano di prevenzione in vista dell’inverno, “ha spiegatoportavoce della Commissione Ue, in merito agli ulteriori tagli del gas messi in atto da Mosca. “E’ necessario arrivare prima possibile ad una autonomia energetica dalla Russia”, ha aggiunto il portavoce europeo sottolineando come occorra comunicare alla popolazione “l’importanza del risparmio energetico” e ricordando che la Commissione, tra gli strumenti, ha già varato il RePowerEu.
“Stiamo lavorando per contribuire alla creazione di una riserva che diventa indispensabile nei mesi invernali tramite il riempimento degli stoccaggi. A ieri sera (domenica n.d.r.) siamo arrivati a 6,1 miliardi di metri cubi in stoccaggio (al netto dello strategico n.d.r.) che corrispondono al 64% dell’obiettivo. Noi di Snam abbiamo dato un contributo di circa 1,5 miliardi di metri cubi, e continueremo dare il nostro sostegno, ovviamente nei limiti di un operatore di sistema”: queste le parole dell’ad di Snam, Stefano Venier, a un webinar di Enea sul risparmio energetico nelle case. Il timore di un taglio completo dei rifornimenti del gas russo cresce in tutta Europa e in particolare in Germania, dove si immagina che il prossimo inverno sarà “freddo, buio e caro”, come ha titolato l’edizione weekend del giornale economico Handelsblatt, immortalando una porta di Brandeburgo resa bluastra dal ghiaccio.
Il tetto al prezzo del gas “è uno dei possibili strumenti su cui stiamo discutendo ma al momento non c’è una proposta della Commissione sul ‘price cap’. Riporta Ansa. Ci sono diversi Stati membri che stanno facendo proposte e stiamo affrontando il tema ma non c’è una proposta della Commissione sul ‘price cap'”: a dirlo è il commissario europeo agli Affari economici Paolo Gentiloni arrivando alla riunione dei ministri delle finanze dell’area euro a Bruxelles.
Ue propone l’aumento del tetto di aiuti di Stato per l’energia
La Commissione Ue propone di aumentare i massimali autorizzati nel quadro temporaneo di crisi sugli aiuti di Stato per sostenere le imprese e i settori più colpiti dal caro energia esacerbato dalla guerra in Ucraina. La bozza della proposta è stata inviata ai governi per consultazione. “Proponiamo di adeguare il quadro temporaneo di crisi in modo che rifletta e sostenga gli importanti e urgenti obiettivi del piano RePowerEU di accelerare la diversificazione degli approvvigionamenti energetici per diventare indipendenti dai combustibili fossili ancora più in fretta”, ha annunciato la vicepresidente Ue, Margrethe Vestager.
Le preoccupazioni dei russi
L’aumento dei prezzi e la scarsità di merci preoccupano i russi più di ogni possibile aggravamento della situazione durante l’operazione militare speciale in Ucraina, scrive Kommersant, citando l’Indice di ansia nazionale pubblicato dall’agenzia CROS. Gli esperti spiegano che le persone si sono abituate a vivere in un clima operativo speciale e stanno iniziando a preoccuparsi maggiormente delle cose che li riguardano direttamente. Gli utenti stanno tenendo d’occhio la situazione, esprimendo preoccupazione per l’aumento delle tensioni, inclusa la minaccia dell’uso di armi nucleari. Tuttavia, non sono le attività militari la causa principale delle fobie dei russi, ma l’impennata dei prezzi e la carenza di beni, così come la reazione pubblica agli sviluppi successivi al 24 febbraio, inclusa la partenza di alcune celebrità e le sanzioni occidentali. L’operazione speciale stessa viene al terzo posto.
Il direttore dell’analisi CROS, Andrey Lebedev, sottolinea che, sebbene le persone si stiano abituando all’operazione speciale, il livello di ansia rimane alto. “È principalmente innescato dal cambiamento dei modelli di consumo, in particolare dalle restrizioni sui media e su Internet. Tutti sono abituati a comunicare liberamente sui social media, ma ora ci sono meno opportunità per farlo. Inoltre, i marchi stranieri se ne stanno andando e le persone stanno lottando per farlo capire chi li sostituirà, mentre non sono disposti a cambiare i loro gusti e abitudini”, ha aggiunto l’analista.
Il direttore dell’analisi politica presso l’Istituto di marketing sociale (INSOMAR) Viktor Poturemsky osserva che “le persone sono principalmente preoccupate per ciò che sta accadendo con loro, in particolare per la loro situazione economica personale”. Con questo in mente, Poturemsky sottolinea che alcune delle ansie sono potenziali. “Le persone spesso si preoccupano di cose che potrebbero non accadere affatto”, ha sottolineato l’esperto.
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