Oggi ricorre il 25esimo anniversario della morte dello stilista Gianni Versace, ucciso la mattina del 15 luglio 1997 Versace con due colpi di pistola sugli scalini della propria abitazione a Miami Beach. I primi a soccorrerlo furono il suo compagno, Antonio D’Amico, e l’amico Lázaro Quintana. Lo stilista venne subito trasferito al Jackson Memorial Hospital di Miami, ma purtroppo non riuscì a salvarsi e poco dopo fu dichiarato morto. Dell’assassinio fu incolpato Andrew Cunanan, un tossicodipendente, dedito alla prostituzione omosessuale, sospettato di aver assassinato in precedenza altre persone, e per questo da tempo ricercato. La prima commemorazione funebre si tenne a Miami, il 18 luglio 1997 presso la chiesa di St. Patrick. La seconda si svolse il pomeriggio del 22 luglio 1997 nel Duomo di Milano. Tanti i vip presenti. La più paparazzata fu la principessa Diana. Elton John e Sting cantarono insieme The Lord is my Shepherd durante la celebrazione. Il corpo di Versace fu cremato a Miami e l’urna con le sue ceneri venne deposta nella tomba di famiglia, nella villa sul Lago di Como. In seguito venne spostata nel cimitero di Moltrasio quando la villa fu venduta. Di lui ho un ricordo indelebile. Esattamente l’anno precedente mi ero recata a casa sua a Miami con un paio di persone, uno dei quali era un suo caro amico e fu molto piacevole parlare con lui. Era una persona pacata, gentile nei modi e nell’animo. Quelle persone con una signorilità innata. Spesso scherzava sulla sua poca attitudine a fare i conti e diceva: “Per fortuna c’è Santo che si occupa dei conti dell’azienda altrimenti non so come avrei fatto senza di lui”. Di Donatella parlava con una delicatezza sopraffina e con istinto protettivo. Anche se lui diceva che “era il fratello di mezzo”. Sì Gianni era un signore d’altri tempi, di quei tempi che ora non ci ricordano nemmeno più.
Tanti i tributi a lui dedicati
A dicembre del 1997 venne inaugurata al Metropolitan Museum of Art di New York l’esposizione Gianni Versace curata da Richard Martin. Fu la prima retrospettiva dedicata alla carriera dello stilista dopo la sua morte, con l’esposizione di 50 abiti tratti dalle sue collezioni e dalle sue collaborazioni teatrali. Alla serata inaugurale, a cui parteciparono 2.500 persone, intervennero con testimonianze personali la direttrice di Vogue America Anna Wintour, quella di Vogue Italia Franca Sozzani, lo stilista Karl Lagerfeld e il coreografo Maurice Béjart, i cantanti Elton John, Sting e la moglie Trudie Styler, Cher, le top model Naomi Campbell, Eva Herzigová e Valeria Mazza, l’attore Rupert Everett e i fotografi Richard Avedon, Irving Penn e Bruce Weber che avevano da sempre contribuito con Gianni nella creazione dell’immagine Versace attraverso famose campagne pubblicitarie e libri fotografici.
Nel giugno del 1998 venne inaugurata in Italia, a Como, la mostra Gianni Versace. La reinvenzione della materia, mostra divisa in due sedi separate, Villa Olmo e la Fondazione Ratti. Nella prima sede, Villa Olmo, vennero esposti 120 abiti di tutta la carriera dello stilista, esposti in un percorso espositivo che raggruppava le creazioni in modo tematico e non cronologico, mentre nella seconda sede, La Fondazione Ratti, vennero esposti, sempre in un percorso diviso per temi, alcuni dei materiali e dei tessuti che lo stilista utilizzò per le sue creazioni, qui affiancati dalle immagini delle campagne pubblicitarie e dei cataloghi degli abiti poi realizzati. La mostra venne ripetuta al Museum of Modern Art di Miami nel 1999.
Il canale musicale VH1, nel 1998, creò il premio Versace Awards in onore e alla memoria dello stilista, da essere assegnato durante i VH1 Fashion Awards alle personalità musicali che avevano fatto dell’immagine e del costume una componente fondamentale della propria carriera. La prima a ricevere il premio fu Madonna nel 1998. Jennifer Lopez vinse il premio nel 2000.
Nell’ottobre del 2002 il Victoria and Albert Museum di Londra gli dedicò una delle mostre più complete dedicate alla sua attività. Con il titolo Versace at the V&A vennero esposti 130 pezzi selezionati direttamente della collezione Versace, tra cui alcuni dei pezzi indossati da Madonna, Lady Diana, Elton John e l’indimenticabile mise con le spille da balia indossata da Elizabeth Hurley, accompagnati da foto e bozzetti originali dello stilista. A concludere il percorso espositivo furono presentate anche alcune nuove creazioni della maison Versace create sotto la direzione artistica della sorella Donatella, come l’abito a stampa tropicale indossato da Jennifer Lopez ai VH1 Fashion Awards del 2000.
Il 9 giugno 2004 Elton John dedicò a Versace un concerto organizzato allo Stadio di Reggio. Il concerto venne trasmesso da Rai Due e Rai International con la regia di Gianni Boncompagni.
Nel 2006 fu il Museo Mazzucchelli di Ciliverghe di Mazzano a dedicare una mostra alla carriera di Gianni Versace. Intitolata semplicemente Versace, la mostra esponeva una sessantina di abiti accostati a opere d’arte di tutti i tempi in un percorso espositivo diviso in quattro sezioni: “L’Antico/La Forma”, “L’Iconografia di Medusa”, “L’Arte Moderna/Colore e Forma” e “L’Arte contemporanea. Warhol, Delaunay, Dine e Calder”, ribadirono il forte legame che Gianni aveva sempre avuto tra le sue collezioni d’arte e le sue creazioni stilistiche.
A distanza di dieci anni dalla morte, il 15 luglio 2007, si è svolto al Teatro alla Scala di Milano un balletto, ideato dall’amico Maurice Béjart, dedicato a Gianni Versace, dal nome Grazie Gianni con Amore.
Tra i mesi di giugno e ottobre del 2012 gli è stata dedicata, una mostra al museo del Costume di Madrid, XV años sin Gianni. Homenaje a Gianni Versace (15 anni senza Gianni. Omaggio a Gianni Versace). Nel 2017 gli è stato attribuito alla Camera dei deputati il Premio America alla memoria della Fondazione Italia USA. All’omicidio di Versace si è ispirata anche la seconda stagione della serie TV American Crime Story trasmessa nel gennaio 2018. Nel settembre 2017 anche il Museo archeologico di Napoli ha dedicato a Gianni Versace in occasione dei vent’anni dalla sua morte una mostra Dialoghi / Dissing. L’esposizione, a curata dell’esperta di moda e archeologa Sabina Albano, ha affiancato una preziosa selezione di abiti del grande stilista (provenienti dalla collezione di Antonio Caravano) a reperti storici: una dimostrazione di quanto Versace si ispirasse spesso all’arte del passato, inserendo nelle sue creazioni diversi simboli provenienti dalla pittura e scultura della Magna Grecia. Il 19 settembre di due anni fa
Il 19 settembre 2020, per Versace si sono aperte le porte dello spettacolare MAC Museum Art and Cars di Singen al confine tedesco-svizzero. (P.G)
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