Assolta. Così si sono espressi i giudici di un tribunale russo nella città dell’estremo oriente di Komsomolsk-on-Amur che oggi ha emesso una rara assoluzione per l’attivista Yulia Tsvetkova, un’artista femminista, sostenitrice del femminismo e dei diritti LGBT, accusata di aver diffuso materiale pornografico dopo aver condiviso online un’opera d’arte raffigurante corpi femminili.
La Tsvetkova, 29 anni, con la sua arte aveva suscitato la forte indignazione di coloro che in Russia sostengono i “valori familiari tradizionali” e che non hanno evidentemente gradito la sua personale interpretazione artistica.
Il processo di 15 mesi che si è svolto a porte chiuse, l’accusa aveva chiesto una condanna a tre anni e due mesi di reclusione con l’accusa di diffusione di materiale pornografico sul popolare social network russo VKontakte, dove sono stati pubblicati disegni stilizzati di vagine dal gruppo online da lei fondato chiamato Vagina Monologues che ha incoraggiato i follower a combattere lo stigma e i tabù che circondano il corpo femminile.
“Siamo contenti, ma non completamente”, ha scritto su Facebook la madre di Yulia, Anna Khodyreva, dopo l’annuncio della sentenza, aggiungendo che l’accusa ha ancora 10 giorni per impugnare il verdetto.
Il processo alla Tsvetkova è iniziato nell’aprile dello scorso anno, otto mesi dopo che il presidente russo Vladimir Putin ha firmato gli emendamenti costituzionali che vietano il matrimonio tra persone dello stesso sesso e incaricano il governo di “preservare i valori tradizionali della famiglia”.
Yulia è stata detenuta nel novembre 2019 e ha trascorso i successivi quattro mesi agli arresti domiciliari. La sua casa è stata perquisita, come anche lo studio educativo per bambini di sua madre. L’attivista è stata multata due volte per aver violato la legge russa contro la diffusione della “propaganda” gay tra i minori.
“Yulia è sempre stata contraria alla pornografia. … Le femministe sono contrarie alla pornografia perché è sfruttamento dei corpi delle donne”, ha detto sua madre che come la figlia ha subito pressioni delle autorità e pure minacce di morte. La Tsvetkova gestiva un teatro per bambini che nel frattempo è stato chiuso.
In una rara intervista il mese scorso, l’attivista ha affermato che “la sua vita è stata completamente distrutta”. “Non è una metafora, è la realtà”, ha detto all’emittente britannica alla BBC. Molti personaggi pubblici si sono espressi a sostegno della Tsvetkova. Attivisti in tutta la Russia hanno protestato in suo sostegno, gli artisti le hanno dedicato spettacoli e una petizione online – che chiedeva che le accuse venissero ritirate – che ha raccolto oltre 250.000 firme.
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