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MATTARELLA HA SCIOLTO LE CAMERE. SI ANDRÀ A VOTARE IL 18 O IL 25 SETTEMBRE


Il premier dimissionario Mario Draghi con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dopo aver sentito i Presidenti dei due rami del Parlamento, ai sensi dell’articolo 88 della Costituzione, ha firmato il decreto di scioglimento del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, che è stato controfirmato dal Presidente del Consiglio dei Ministri. Il decreto di scioglimento sarà consegnato ai Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati dal Segretario Generale della Presidenza della Repubblica, Ugo Zampetti. Le date ipotizzate per il voto sono il 18 o il 25 settembre. Ora Mario Draghi continuerà a guidare l’esecutivo per gli affari correnti e ciò sarà fino alla formazione del nuovo governo che è prevedibile non avverrà prima della fine di ottobre o i primi di novembre.

“Come è stato ufficialmente comunicato”, ha dichiarato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella , “ho firmato il decreto di scioglimento delle Camere affinché vengano indette nuove elezioni entro il termine di settanta giorni indicato dalla Costituzione. Lo scioglimento anticipato del Parlamento è sempre l’ultima scelta da compiere, particolarmente se, come in questo periodo, davanti alle Camere vi sono molti importanti adempimenti da portare a compimento nell’interesse del nostro Paese. Ma la situazione politica che si è determinata ha condotto a questa decisione. La discussione, il voto e le modalità con cui questo voto è stato espresso ieri al Senato hanno reso evidente il venir meno del sostegno parlamentare al Governo e l’assenza di prospettive per dar vita a una nuova maggioranza. Questa condizione ha reso inevitabile lo scioglimento anticipato delle Camere”.

“Una pagina nera per l’Italia. La politica ha fallito, davanti a un’emergenza la risposta è stata quella di non sapersi assumere la responsabilità di governare. Si è giocato con il futuro degli italiani. Gli effetti di questa tragica scelta rimarranno nella storia”, scrive Luigi Di Maio su Twitter. “Abbiamo avuto tre governi diversi con tre maggioranze diverse. Ce n’è uno che ha funzionato? No. Perché gli unici governi che funzionano sono quelli a maggioranza coesa. La parola agli italiani. #ElezioniSubito”, scrive su Twitter Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia.

“Basta con la follia dei 5Stelle e con i giochini di potere del Pd: ora scelgano gli italiani”, commenta Salvini, leader della Lega. “Con gli amici di Lega, Udc e Noi con l’Italia ci siamo riuniti a Villa Grande, qui a Roma. Il centrodestra di governo sta valutando l’attuale momento politico, davvero preoccupante, dovuto agli inspiegabili comportamenti anche delle ultime ore di Giuseppe Conte, del M5S e del PD”, scrive Silvio Berlusconi su Twitter.

“Il killer del governo è il Pd con il suo campo largo e con la sua ossessiva voglia di continuare la spartizione del potere con il M5S. Inutile che si innervosisca per il sostegno del @EPP a @forza_italia. Grazie a @ManfredWeber, grande amico e conoscitore dell’Italia” queste le parole via Social di Antonio Tajani, Presidente della Commissione Affari Costituzionali del @Europarl_IT, Coordinatore nazionale di @forza_italia e Vicepresidente del Partito Popolare Europeo @EPP.

“Grazie Mario Draghi. Dopo che i 5 stelle hanno votato contro il governo è stato impossibile continuare con loro. Ora spetta agli elettori decidere il prima possibile. L’Europa ha bisogno di un governo di centrodestra stabile a Roma. @forza_italia sarà pro-europeo e @EPP sarà al suo fianco!”, ha risposto Weber, leader del partito PPE e del gruppo parlamentare, @CSU-Vize – bavarese ed europea, presidente@PPE& Presidente@EPPGroup.

Critiche sono piovute sul dietrofront di Giuseppe Conte che aveva inizialmente promesso la fiducia al governo Draghi  al Pd: “Allora rimaniamo così, io farò di tutto coi miei per arrivare a questo punto. Noi votiamo la fiducia a Draghi ma ritiriamo i ministri dal governo. Tanto per evitare equivoci: diciamo sì alla fiducia ma il nostro, da stasera, diventa un appoggio esterno”. Ma poi dopo la replica di Draghi il ribaltone. “ Ma l’avete sentito quello che ha detto Draghi nella replica? Io dovrei chiedere ai miei di votare la fiducia a una persona del genere? Qui non si tratta della mia dignità personale, quella non dipende certo da Draghi e comunque me ne fregherei. Qua si tratta di chiedere ai senatori del M5S di votare la fiducia a uno che ha appena calpestato la dignità politica di tutto il Movimento!”.



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