Non potrà esserci alcun negoziato di pace senza il ritiro delle truppe russe dall’Ucraina.
Lo ha detto Volodymyr Zelensky dopo l’incontro con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e il Segretario generale dell’Onu Antonio Guterres a Leopoli.
“Le persone che uccidono, violentano, colpiscono le nostre città con missili da crociera ogni giorno non possono volere la pace. Dovrebbero prima lasciare il nostro territorio, poi vedremo”, ha detto Zelensky in conferenza stampa, chiedendo di “non fidarsi della Russia”.
“I negoziati concreti per fermare la guerra in Ucraina sono ancora lontani”, ha dichiarato il vice portavoce del segretario generale Onu, Farhan Haq. “Guterres ha discusso gli sforzi per portare avanti la causa della pace, ma siamo ancora molto lontani dal momento in cui si potranno discutere gli sforzi per una completa cessazione delle ostilità'”, ha aggiunto. Il portavoce dell’Onu ha poi precisato che “il cuore del problema rimane la guerra, e che l’invasione” russa “è una violazione dell’integrità territoriale dell’Ucraina e della Carta delle Nazioni Unite. Quindi, il segretario generale sta continuando a cercare di risolverli”. Pur se “ci sono diverse iniziative in corso – ha detto ancora Haq – siamo lontani da quando potremo parlare degli sforzi per porre fine ai combattimenti in generale”.
Ieri l’ambasciatore russo negli Stati Uniti Anatoly Antonov ha dato una stoccata agli Stati Uniti incolpandoli di poca lungimiranza e sottolineando che le loro sanzioni hanno fallito. “Appeso sulle restrizioni, Washington non può vedere che la sua strategia di scelta è fallita”, questa la nota diramata dall’ufficio stampa dell’Ambasciata russa. “È evidente che i tentativi di strangolare, ridurre a brandelli la nostra economia sono falliti”. Un messaggio forte quello del diplomatico che ha anche sottolineato che ciò che gli Stati Uniti hanno ottenuto è una destabilizzazione dell’economia mondiale che stava già lottando tra le ricadute della pandemia. “Le restrizioni reagiscono alle menti della follia delle sanzioni”, ha detto. “I rapporti commerciali di routine sono caduti preda della politica sanzionatoria degli Stati Uniti. Un altro risultato del caotico cumulo di restrizioni senza senso di Washington è che causano enormi costi alle imprese e ai cittadini comuni. Le istituzioni finanziarie e le società internazionali, intimidite dalle autorità di regolamentazione statunitensi, sono diffidenti nel portare a termine operazioni di routine”, ha concluso.
Anche il presidente indonesiano Joko Widodo ieri ha parlato della Russia rendendo noto che il presidente russo Vladimir Putin e il presidente cinese Xi Jinping intendono partecipare di persona al vertice del G20, come ha riferito anche Bloomberg.
“Verrà Xi Jinping. Anche il presidente Putin mi ha detto che verrà”, ha affermato Widodo nel rapporto. Rasentando quasi un incidente diplomatico visto che il ministero degli Esteri cinese ha categoricamente rifiutato di commentare con la stampa i piani di viaggio del capo di stato, che tra l’altro, da quando è iniziata la pandemia di coronavirus nel 2020, non ha mai lasciato il Paese.
Per non agitare le acque è poi intervenuto il Cremlino asserendo con una nota che Putin e Widodo finora avevano avuto solo colloqui telefonici “per discutere, tra le altre cose, anche dei preparativi per il vertice del G20 a Bali” che si terrà nell’isola indonesiana dal 15 al 16 novembre. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov nelle scorse settimane aveva dichiarato che Putin non aveva ancora deciso se partecipare di persona o tramite collegamento video all’evento.
Scopri di più da WHAT U
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.