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LEGAMBIENTE IN ITALIA DA GENNAIO RISCHIO CLIMATICO IN AUMENTO


“L’Italia continua ad essere l’unico dai grandi paesi europei ad essere sprovvisto di un piano nazionale di adattamento al clima in bozza dal 2018. Non si possono continuare a rincorrere le emergenze senza una strategia, al prossimo governo chiediamo politiche innovative e interventi puntali”. Questo il grido di allarme di Lega Ambiente.

E la verità sta sotto i nostro occhi, visto che il Belpaese è sempre più soggetto a eventi climatici estremi. Bombe d’acque, trombe d’aria, ondate di calore, forti siccità, grandinate sono ormai in forte aumento, e colpiscono soprattutto le aree urbane, causando danni ai territori, alle città ed alla salute dei cittadini. 

Da gennaio a luglio 2022 si sono registrati in Italia 132 eventi climatici estremi, numero più alto della media annua dell’ultimo decennio. Preoccupante anche il dato complessivo degli ultimi anni: dal 2010 a luglio 2022 nella Penisola si sono verificati 1318 eventi estremi. Gli impatti più rilevanti in 710 comuni italiani. Nello specifico in questi anni si sono registrati 516 allagamenti da piogge intense, 367 danni da trombe d’aria, 157 danni alle infrastrutture da piogge, 123 esondazioni fluviali (con danni), 63 danni da grandinate, 55 danni da siccità prolungata, 55 frane da piogge intense, 22 danni al patrimonio storico, 17 temperature estreme in città/ondate di calore.

Alcuni giorni fa Legambiente ha diffuso i nuovi dati aggiornati della mappa del rischio climatico, nell’ambito dell’Osservatorio Cittàclima, commentando quanto accaduto nella Penisola colpita in queste ultime ore da un violento nubifragio che ha investito soprattutto il Centro Nord, e nelle scorse settimane anche il sud, causando anche morti e feriti.

In tutto ciò in questa campagna elettorale, i temi della lotta alla crisi climatica e di un piano nazionale di adattamento al clima sono incomprensibilmente sottovalutati dalle varie agende politiche. Per l’associazione ambientalista l’Italia, che continua ad essere l’unico dai grandi paesi europei ad essere sprovvisto di un piano nazionale di adattamento al clima in bozza dal lontano 2018, non può continuare a rincorrere le emergenze senza una strategia, servono politiche innovative ed interventi puntuali.

“Il 2022 in fatto di eventi climatici estremi “, ha detto Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, “è da codice rosso. Chi si candida a governare il paese per i prossimi 5 anni dovrebbe esplicitare quali soluzioni vuole mettere in campo per fronteggiare la crisi climatica, una delle principali emergenze planetarie che rischia di mettere in ginocchio l’intero Pianeta. L’Italia anche quest’estate sta pagando lo scotto della crisi climatica con vari nubifragi, la siccità di questi mesi in Pianura Padana, lo scioglimento dei ghiacciai come sta raccontando la nostra campagna, in corso, Carovana dei Ghiacciai 2022 con dati e monitoraggi scientifici insieme al Comitato Glaciologico Italiano. Tutti eventi estremi che dimostrano come non ci sia più tempo da perdere. Se non si interviene al più presto, rischiamo nei prossimi anni sia un disastroso impatto sociale ed economico, oltre che ambientale, sia di sprecare anche le risorse del PNRR. Servono cambiamenti strutturali, politiche innovative, investimenti in tecnologie pulite e un piano nazionale di adattamento al clima non più rimandabili. Senza dimenticare che va aggiornato anche il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) ai nuovi obiettivi europei di riduzione di gas climalteranti del RepowerEU, va applicato un taglio radicale dei tempi di autorizzazione dei nuovi impianti a fonti rinnovabili e va prevista una procedura semplificata per il rinnovo e il potenziamento di quelli esistenti”.

Monte Rosa è arretrato di 40 metri ed è a rischio

La campagna di Legambiente con la partnership scientifica del Comitato Glaciologico Italiano, con partner sostenitori Sammontana e FRoSTA e partner tecnico EPHOTO che dal 17 agosto al 3 settembre monitora lo stato di salute dei ghiacciai alpini, conferma che le nostre montagne sono minacciate sempre di più dai cambiamenti climatici. Il fronte del ghiacciaio Indren, nel massiccio del Monte Rosa, è arretrato nell’ultimo anno di 40 metri e in due anni di 60. “Una perdita mai registrata nei 50 anni precedenti”, hanno sottolineato gli esperti del Comitato Glaciologico Italiano, partner scientifico dell’associazione Legambiente per la campagna Carovana dei Ghiacciai 2022.

 I risultati dell’indagine condotta dai glaciologhi, illustrati la scorsa settimana a Torino nella sede del Comitato Glaciologico Italiano, hanno evidenziato anche lo stato di sofferenza del ghiacciaio Sud delle Locce e la quasi totale sparizione dei Glacionevati di Flua. “Nell’area del ghiacciaio di Indren, dove fino a 25 anni fa si scava d’estate. ora c’è un deserto di roccia”, ha sottolineato Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente e coordinatrice della campagna La Carovana dei ghiacciai, per questo motivo è necessario il ripristino dei siti naturali e il riuso delle infrastrutture dismesse, trasformando le montagne da luoghi di consumo a sedi di elaborazioni innovative e sostenibili”. Non rassicuranti sono anche i rilevamenti frontali sul Ghiacciaio di Bors che in due anni ha registrato un arretramento di 18 metri, di cui 7 metri tra il 2020 e il 2021 e 11 metri tra il 2021 e 2022. Nella giornata di monitoraggio scientifico si è osservato anche lo stato di sofferenza del Ghiacciaio Sud delle Locce e la quasi totale sparizione dei Glacionevati di Flua. Terza tappa della carovana di Legambiente, dopo Piemonte e Valle d’Aosta, sarà la Lombardia, dal 24 al 26 agosto, sul Ghiacciaio dei Forni, in Valtellina.



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