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A TRE SETTIMANE DAL VOTO, I BOTTA E RISPOSTA DEI POLITICI


“Ci sono tre settimane davanti in cui gli indecisi sono al 40%, i giovani non hanno ancora deciso cosa andare a votare, è una partita tutta da giocare”, queste le parole del segretario del Pd, Enrico Letta, uscendo da Palazzo Marino dopo l’incontro con il sindaco Giuseppe Sala, replicando alle dichiarazioni del leader della Lega, Matteo Salvini, secondo cui il centrodestra stravincerà e ‘il Pd sa di perdere’. “Come si è visto anche in tante altre elezioni nel nostro paese sono le ultime settimane quelle decisive motivo per il quale le voglio cominciare da Milano accanto a un’esperienza così positiva, come quella di Sala”.

“Noi metteremo gente preparata al governo: pensate all’Istruzione, prima c’era Azzolina. Noi puntiamo al merito”, queste le parole leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni nelle prime battute del suo comizio in piazza del Carmine a Cagliari. “I dati che dicono che Fratelli d’Italia potrebbe governare stanno creando molto nervosismo. Non abbiamo vinto niente, bisogna combattere, ma i dati dicono quello che dicono. La sinistra non ha paura dell’egemonia culturale, loro hanno paura di perdere una egemonia di potere. Hanno paura di un’Italia meritocratica dove vai avanti non perché sei amico della persona giusta”, ha aggiunto Meloni. “In un’Italia normale tutti devono avere le stesse opportunità, ma poi dove arrivi deve dipendere da te. La scuola progressista è una macchina di disuguaglianza, perché ha finito di livellare al punto di partenza. Sono d’accordissimo sul price cap (ossia al tetto europeo del prezzo del gas, Ndr): abbiamo garantito al governo il massimo sostegno in una battaglia che consideriamo fondamentale. Nelle ultime ore sono diventata un po’ più ottimista rispetto ai giorni scorsi”, ha detto la leader di Fdi a margine del comizio a Cagliari. “Faremo quello che possiamo per dare una mano all’Italia in questo senso, e poi penso che si possa lavorare a livello italiano per scollegare il prezzo dell’elettricità a quello del gas. Questo comporterebbe una diminuzione sensibile e immediata delle bollette”.

Su come affrontare e risolvere nell’immediato l’emergenza energetica in queste ultime ore crescono però i dissapori tra Meloni e Salvini su due punti: le sanzioni contro Mosca e la tenuta dei conti pubblici. Sul primo punto la Lega ha un approccio più problematico: “Abbiamo sempre votato le sanzioni e le manteniamo, ma chiediamoci se stanno funzionando e soprattutto proteggiamo l’Italia. L’Europa, copra le spese per imprese e famiglie”.

Nettamente contrari invece gli alleati, sia Fratelli d’Italia, sia Forza Italia. Per Giorgia Meloni, “se ci sfiliamo dai nostri alleati, per l’Ucraina non cambia niente ma per l’Italia sì, perché sarebbe a rischio la nostra credibilità al livello internazionale”. Sulla stessa linea Antonio Tajani: “Quella di Salvini è un’opinione e se ne può discutere. Io credo che le sanzioni siano inevitabili e che dobbiamo continuare a infliggerle. Qualsiasi scelta di modifica della posizione può che essere presa a livello europeo e di Nato”.

Visioni diverse ci sono all’interno della destra anche sull’ipotesi di uno scostamento di bilancio per fornire aiuti immediati e concreti a famiglie e imprese, strumento bocciato senza mezzi termini dalla Meloni e definito invece “indispensabile” dal segretario leghista. Tuttavia sembra che i due tutto sommato stiano interpretando dei ruoli ben precisi, previsti da un copione che vede la coalizione di centrodestra cercare di dar risposte a sensibilità diverse presenti nel Paese: da un lato Giorgia Meloni, svolge la parte del ‘poliziotto buono’, punta sul senso di responsabilità, rassicura l’Europa sul fatto che ove mai andasse a Palazzo Chigi darà ampie garanzie sulla tenuta dei conti (e degli impegni internazionali). Dall’altro c’è il segretario della Lega, tra i più arrabbiati e preoccupati dalla crisi, che tocca le tasche sia dei piccoli sia dei grandi esercenti, come anche degli imprenditori, che stanno già pagando aumenti enormi nella loro bolletta della luce e vorrebbero risposte certe nel brevissimo termine. Queste differenze, Giorgia Meloni le derubrica a “sfumature”, Matteo Salvini addirittura le nega, riparandosi dietro l’intervento del Colle a favore dell’intervento dell’Unione europea. “Non so a cosa ci si riferisca quando si dice che c’è un duello tra di noi: Io, Giorgia e Tajani”, ha detto su Rai 3, “abbiamo detto la stessa cosa. Per fermare la guerra abbiamo approvato le sanzioni, ora però, a 7 mesi di distanza, tanti, non solo Salvini ma ad esempio l’Economist, si stanno chiedendo se le sanzioni stanno funzionando. Tutti noi chiediamo uniti quello che ha chiesto Mattarella: uno scudo europeo. L’Europa deve aprire il suo paracadute sull’energia”.

“L’unica emergenza in questo momento si chiama bolletta luce e gas”, ha detto Salvini durante un comizio a Bolzano. “È grave che una parte della politica non lo capisca. Si tratta di un problema continentale e nazionale. Sarebbe incredibile”, ha proseguito, “se l’Europa non muovesse un dito, visto che rischiamo di lasciare al buio e al freddo milioni di italiani. Se non si muove l’Europa, deve farlo il governo nazionale. Il debito? Se serve sì, subito. Lo hanno fatto tedeschi, francesi e spagnoli. Meglio 30 miliardi oggi per salvare un milione di posti di lavoro, invece di 100 per un milione di casse integrazioni. Servono soldi da Bruxelles, che ha chiesto le sanzioni evidentemente sbagliando i conti”, ha spiegato il leader della Lega. “Qui non ci sono filorussi, noi siamo filoitaliani e conto che in Europa si sveglino e accendano la luce. Come noi, i sindacati e le categorie indicano che l’emergenza è aiutare a pagare le bollette, non perché lo chiede Mosca, ma Bolzano, Milano, Roma”. E sul fronte immigrazione il premier della Lega ha aggiunto: “Serve il blocco navale? No, basta reintrodurre i decreti sicurezza, il divieto di ingresso nelle acque territoriali, il sequestro delle navi pirata, le sanzioni, le espulsioni per chi non merita, e senza essere geni avevamo sostanzialmente azzerato gli sbarchi di immigrati clandestini, che invece in queste ore si stanno ripetendo a migliaia. Nel programma del centrodestra non c’è nessun blocco navale, non facciamo la battaglia navale con i sommergibili, ci sono i decreti sicurezza. Rispettano le norme, salvano vite e garantiscono sicurezza”.

“Non abbiamo accettato ammucchiate con chiunque pur di presentarci con un cartello elettorale”, ha detto il leader del M5S Giuseppe Conte a Volturara Appula (Foggia), in riferimento alle dichiarazioni di Letta secondo cui l’unico voto utile per battere la destra è quello al Partito democratico. “Letta vuole costruire un inganno per i cittadini, volendo bipolarizzare questa partita politica e facendo credere che l’unico da votare in alternativa alle ricette insostenibili e inadeguate della destra della Meloni sia lui con il Pd”. 

“Siamo l’unico voto utile perché l’Italia torni a crescere”, ha detto il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, all’evento di apertura della campagna elettorale del Terzo Polo a Milano. “Dobbiamo salvare il paese. Da una parte c’è una destra sovranista tra le peggiori in Europa, dall’altra una sinistra populista. E tra gli altri, a destra, sinistra e nel M5s, c’è chi ha mandato a casa Draghi, noi l’abbiamo sostenuto.

“Io non voglio fare polemica con nessuno, non certamente con Letta”, ha detto il leader di Azione, Carlo Calenda, all’evento di apertura della campagna elettorale del Terzo Polo. “Quello che gli dico è ricordati da che storia vieni, non è così schematica Berlinguer-Almirante. C’era qualcosa di mezzo in Italia ed è molto importante. Noi non replichiamo (sul voto utile ndr) è un dato di fatto, ci sono quattro coalizioni, non c’è fattualmente voto utile che non sia sul plurinominale in particolare al Senato ed è lì che fermeremo la destra, ma non la fermeremo dicendo ‘fermiamo la destra’, ma dicendo agli italiani quello che vogliamo fare. È l’unico voto utile che c’è”.



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