L’Unione europea deve prendere sul serio la possibilità che la Russia utilizzi armi nucleari, ha affermato sabato il capo della politica estera dell’UE Josep Borrell in un’intervista alla BBC. “Quando le persone dicono che non è un bluff, devi prenderle sul serio”, ha detto Borrell commentando la dichiarazione del presidente russo Vladimir Putin fatta mercoledì. Secondo Borrell però i paesi europei devono continuare a fornire sostegno all’Ucraina, comprese le forniture di armi, e non dovrebbero interrompere la loro politica di sanzioni anti-russe.
“Tutti quelli che sono andati a Mosca, al Cremlino per parlare con Putin, sono tornati con la stessa risposta: ‘Io [Putin] ho obiettivi militari e se non li ottengo continuerò a combattere.’ Questa è certamente una direzione preoccupante, ma dobbiamo continuare a sostenere l’Ucraina”, ha affermato il capo della politica estera dell’UE. Borrell però ha anche detto che il conflitto deve essere risolto attraverso sforzi diplomatici, a patto però che venga preservata la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina. Insomma tutt’altro che una passeggiata. Il capo della politica estera americano ha anche ammesso che l’aumento dei prezzi dell’energia causato dal conflitto è stato motivo di seria preoccupazione in Europa. “Le persone nel mio paese (Spagna, Ndr) mi dicono che il prezzo del gas è esorbitante e comuncia ad essere più che difficile continuare a far funzionare le attività produttive”, ha detto Borrell, aggiungendo che preoccupazioni simili possono essere condivise non solo dai leader europei, ma anche da leader in Africa, Sud America e Sud-est asiatico.
Putin nel suo discorso televisivo alla nazione mercoledì, ha dichiarato che Washington sta spingendo Kiev verso lo spostamento di azioni militari in territorio russo, con l’entrata in gioco del “ricatto nucleare”. Come ha spiegato il presidente, la questione non riguarda solo il bombardamento della centrale nucleare di Zaporozhye, che rischia un disastro nucleare, ma anche le dichiarazioni di alcuni alti rappresentanti dei principali stati della NATO sulla possibilità e l’accettabilità dell’uso di armi di distruzione di massa, ovvero armi nucleari contro la Russia.
“Vorrei ricordare a coloro che ricorrono a tali dichiarazioni contro la Russia che il nostro paese ha anche varie armi di distruzione e alcune [nostre] componenti sono persino più aggiornate di quelle dei paesi membri della NATO. E quando l’integrità territoriale del nostro Paese è minacciato, useremo ovviamente tutti i mezzi a nostra disposizione per proteggere la Russia e il nostro popolo”, ha avvertito aggiungendo “Questo non è un bluff”.
Insomma la paura di perdere sta spingendo Putin a usare tutte le armi che potrebbero offrirgli maggiori chances di vincita. Anche quella della chiamata alle armi di quei cittadini che pur non avendo nulla fa spartire con l’esercito russo ora, dopo le ultime dichiarazioni del premier, temono di essere arruolati. Un protocollo segreto, infatti, darebbe facoltà alle Forze Armate di reclutare non solo 300 mila persone tra i riservisti, bensì fino a un milione di ex-coscritti. E la paura di venire convocati in caserma da una cartolina precetto o addirittura prelevati a forza nelle strade ha spinto migliaia di cittadini ad emigrare almeno temporaneamente. L’ex-repubblica sovietica di Georgia è una fra le mete più desiderate per due ragioni: ha un lungo confine con la Russia ed è uno dei pochi Paesi al mondo che non richiedono un visto di entrata ai russi. Questo a dispetto dei rapporti tutt’altro che buoni fra Mosca e Tbilisi. Così per correre ai ripari il presidente russo ha firmato un pacchetto di emendamenti al codice penale relativo al servizio militare. Così d’ora in poi la diserzione o la mancata comparizione alla leva sarà punita con la reclusione da cinque a dieci anni. Ma non è tutto. Coloro che si arrenderanno volontariamente al nemico dovranno affrontare una pena detentiva fino a dieci anni. Inoltre, 15 anni di detenzione sono previsti per la diserzione durante la mobilitazione o la legge marziale, riporta la Tass.
Putin ha anche firmato una legge che facilita l’accesso alla nazionalità russa per i cittadini stranieri che servono nell’esercito russo. La legge prevede che stranieri arruolati nell’esercito russo possano richiedere la cittadinanza russa senza presentare un permesso di residenza, riferisce la Tass. Una procedura cui possono avere accesso stranieri che hanno sottoscritto un contratto con l’esercito russo da almeno un anno, si precisa. Tra le ultime decisioni di Mosca c’è anche quella Mosca ha annunciato oggi la sostituzione del suo massimo responsabile della logistica: il generale dell’esercito Dmitry Bulgakov è stato sollevato dalle sue funzioni di viceministro della Difesa e sostituito dal generale Mikhail Mizintsev. Lo ha dichiarato il Ministro della Difesa russo citato dall’agenzia di stampa statale Interfax. Mizintsev sarà “responsabile delle forniture materiali e tecniche delle forze armate”, mentre la Russia è nel pieno della campagna di mobilitazione. “Bulgakov – spiega una nota – è stato trasferito a un nuovo incarico”. I media ucraini hanno commentato la nomina del nuovo responsabile della logistica dell’esercito russo sottolineando che il generale Mikhail Mizintsev è stato soprannominato ‘il macellaio di Mariupol’ per gli attacchi devastanti contro la citta’ ucraina e il comportamento brutale contro la popolazione civile durante l’assedio. Mizintsev nei mesi scorsi è stato colpito dalle sanzioni occidentali. Il generale che ha sostituito Dmitry Bulgakov ha guidato anche l’operazione russa in Siria.
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