Oggi il processo sulla morte della giornalista maltese Daphne Caruana, uccisa da un’autobomba vicino a casa sua nell’ottobre 2017, ha finalmente avuto una svolta importante. I fratelli Alfred e George Degiorgio , quasi esattamente cinque anni dopo l’omicidio della giornalista, hanno ammesso di avere ucciso Daphne perciò il giudice Edwina Grima ha deciso di condannarli ciascuno a 40 anni di carcere. Niente pentimento dell’ultimo minuto della coppia, ma solo freddi calcoli. E due sole strade da scegliere. Quella del riconoscimento della colpevolezza che prevedeva l’opportunità di optare per il patteggiamento ottenendo una pena più clemente e quella della non ammissione delle colpe che però li avrebbe quasi sicuramente fatti condannare all’ergastolo.
I fratelli Degiorgio erano stati già arrestati ai primi di dicembre 2017, appena 42 giorni dopo l’omicidio grazie al lavoro congiunto delle polizie di mezzo mondo, a cominciare da Fbi, Europol, Scotland Yard, nonché quelle di Italia, Finlandia, Olanda e Francia. Per quasi 4 anni hanno mantenuto il silenzio, nonostante le accuse e le rivelazioni dei pentiti: l’intermediario di morte, l’ex tassista ed usuraio Melvin Theuma, che ha ottenuto l’immunità per le prove che hanno incastrato anche il mandante Yorgen Fenech, ed il loro complice Vincent Muscat (il loro autista e tuttofare, che ha patteggiato 15 anni di carcere).
Con la confessione di oggi diventano quattro i pentiti che hanno ammesso le loro colpe nell’esecuzione materiale dell’omicidio della giornalista.
“Si è aperto uno squarcio tra le nubi”, ha commentato a caldo Paul Caruana Galizia, uno dei figli di Daphne.
In un’intervista con Reuters dalla sua cella di prigione a luglio, George Degiorgio aveva già detto che intendeva dichiararsi colpevole e avrebbe coinvolto anche altri che secondo lui avevano preso parte all’omicidio. George ha anche detto che avrebbe chiesto più soldi se avesse saputo di più su Caruana Galizia. “Avrei chiesto 10 milioni di euro, non 150.000 euro”, ha raccontato in aula. Alfred Degiorgio, invece, secondo il Times of Malta, in aula, è apparso fragile ed era seduto su una sedia a rotelle e coperto da una coperta bianca.
Daphne Caruana Galizia era una delle giornaliste più conosciute a Malta, per via delle sue inchieste sulla corruzione e soprattutto sull’evasione fiscale internazionale sull’isola di cui si era parlato molto per via dei Panama Papers, i documenti riservati che avevano rivelato una rete internazionale di società offshore e loro beneficiari. Era stata la prima a rivelare il coinvolgimento di alcuni importanti membri del governo dell’allora primo ministro Joseph Muscat. Una giornalista troppo scomoda per molti per questo motivo il 16 ottobre 2017 è stata uccisa, all’età di 53 anni.
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