Dopo Marghareth Tatcher, che fu la prima donna a occupare lo scranno da primo ministro del Regno Unito, dopo ben 70 predecessori soli maschi, le donne che si sono succedute al 10 di Downing Street non sono state fortunate né particolarmente amate. E nemmeno sono riuscite a restare in carica più a lungo di lei. Lo sa bene Theresa Mary, leader del Partito Conservatore dall’11 luglio 2016 al 23 luglio 2019 e Primo ministro del Regno Unito dal 13 luglio 2016 al 24 luglio 2019. Figura di spicco del Partito Conservatore, ha ricoperto il ruolo di segretario di Stato per gli affari interni in occasione del referendum sulla permanenza del Regno Unito nell’Unione europea dal 2002 al 2003, e si è schierata per la permanenza del Regno Unito nell’Unione. In seguito alla vittoria della Brexit e alle dimissioni del Primo ministro David Cameron, è stata nominata leader dei Tories divenendo la seconda Primo ministro donna del paese. E’ stata lei a guidare i negoziati per l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea (“Brexit”), che nel 2018 le hanno fatto affrontare ben due crisi politiche. Poi nel 2019 non riuscendo a far adottare dai Comuni il suo accordo per la Brexit, dopo averne rinviato la data, ormai in crisi di fiducia da parte della sua maggioranza, dovette lasciare la guida del Partito Conservatore, dimettendosi quindi da Primo ministro in seguito all’elezione di Boris Johnson a capo del partito.
Sorvolando sui pro e contro del governo di Johnson, quando Mary Elizabeth Truss, detta Liz è arrivata al governo ha ricordato il piglio della Tatcher, stessa risolutezza nell’affermare che i suoi obiettivi erano chiari. Partendo dal taglio delle tasse, una proposta controversa perché secondo alcuni avvantaggiava soprattutto i più ricchi, e poi secondo molti non aveva la copertura per essere portata avanti.
Dopo l’annuncio del programma di aiuti reso noto dal suo ex cancelliere Kwasi Kwarteng, il suo team credeva che i mercati avrebbero dato al paese lo spazio per ristrutturare l’economia. Ma in pochi giorni è diventato chiaro che si erano sbagliati. Così Jeremy Hunt, che il 14 ottobre 2022, è stato nominato Cancelliere dello Scacchiere dalla Truss a seguito del licenziamento di Kwarteng, ha preso il controllo della situazione buttando via di fatto il piano economico della premier costringendola di fatto alle dimissioni. Ora i conservatori dovranno scegliere un altro leader che dia stabilità. Ma soprattutto che possa restare in carica molto più a lungo della signora Truss con propositi realizzabili nell’immediato. Nella speranza che questa sia l’unica cosa facile da fare.
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