A tarda notte i capi di Stato e di governo dell’Ue dopo 12 ore di consultazioni hanno raggiunto a Bruxelles un accordo sulle conclusioni del Consiglio europeo in materia di energia. In particolare i leader invitano la Commissione e il Consiglio a presentare “urgentemente decisioni concrete” su un “corridoio dinamico temporaneo” per limitare “immediatamente” i rialzi “eccessivi” dei prezzi del gas. Dall’ acquisto congiunto volontario di gas, all’eliminazione dei fattori che amplificano la volatilità dei prezzi passando per maggiori sforzi per risparmiare energia.”Ora abbiamo una roadmap molto buona e molto solida per lavorare sui prezzi dell’energia”. I leader Ue “ci hanno dato le linee guida strategiche che volevamo sulle proposte presentate martedì scorso. Continueremo a lavorarci martedì prossimo nel Consiglio Energia”, ha detto la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. “Ora lavoreremo a una proposta legislativa per rendere operativo un meccanismo di correzione del mercato che eviti rialzi eccessivi dei prezzi del gas”, ha concluso. Il Consiglio europeo in corso a Bruxelles “è centrale, perché ha fissato un quadro preciso, senza tabù” per “agire insieme” con “forte determinazione” per conseguire “tre obiettivi: far abbassare i prezzi” dell’energia, “garantire la sicurezza degli approvvigionamenti” e “ridurre la domanda”, ha spiegato il presidente del Consiglio europeo We have a deal on #energy.
There is a strong and unanimous commitment to act together, as Europeans, to reach three goals:
▪️lower prices
▪️guarantee the security of supply and
▪️continue to work to reduce demand.#EUCO pic.twitter.com/A2KBHJ72FL
Quanto al limite di prezzo dinamico e temporaneo, “è uno strumento che potrebbe essere pronto nelle prossime settimane. Dobbiamo davvero valutare tutti i pro e i contro e le ramificazioni. Ad esempio, potrebbe anche portare a un prezzo base più alto” oppure “far navigare rapidamente il gas lontano dall’Europa, letteralmente. Ovviamente dobbiamo assicurarci di avere tutto sotto controllo: è per questo che abbiamo incaricato i ministri dell’Energia di lavorarci”, ha concluso Rutte. “E’ andata bene” ha detto il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, che oggi partecipa ai lavori della seconda giornata del suo ultimo Consiglio europeo come rappresentante del governo italiano. “Voglio ringraziare l’Ambasciatore Benassi, l’Ambasciatore Talò, l’Ambasciatore Genuardi e tutti voi per il servizio che rendete all’Italia ogni giorno”, ha detto Draghi. “L’appartenenza all’Unione Europea e alla NATO sono capisaldi della nostra politica estera. Il mercato unico, l’unione monetaria, l’alleanza atlantica sono il modo migliore per rafforzare il nostro peso nel mondo, far crescere la nostra economia in modo sostenibile, per garantire la nostra sicurezza. Condividiamo in pieno i valori europei e transatlantici e vogliamo continuare a tutelarli e rafforzarli. Penso alla salvaguardia dei diritti sociali e civili, in particolare delle minoranze, alla difesa della sovranità democratica degli Stati, alla ricerca del negoziato e della pace come strumento di risoluzione dei conflitti. Questi principi sono ancora più importanti nell’affrontare le crisi che attraversiamo: dalla guerra in Ucraina, all’emergenza energetica. E all’interno di queste alleanze, l’Italia deve essere protagonista”.
Cosa c’è nell’accordo
L’accordo mette nero su bianco “l’urgenza delle decisioni concrete” da prendere sul gas con una serie di misure che includono la piattaforma di acquisti comuni e un nuovo benchmark complementare al Ttf. “Il binario da seguire”, riporta Ansa, “resta quello proposto dalla Commissione il 18 ottobre scorso. Le misure, nel concreto, non cambiano: si va dalla piattaforma aggregata per il gas – volontaria ma obbligatoria per una quota del 15% del volume totale degli stoccaggi in Europa – all’incentivazione delle rinnovabili fino a un price cap al gas nella formazione dell’elettricità. E, sull’applicazione del modello iberico – caldeggiata dalla Francia ma non dalla Germania – che si potrebbe aprire la strada ad un nuovo Sure sull’energia. Nelle conclusioni si domanda alla Commissione di fare “un’analisi dei costi e benefici sulla misura” che, per compensare il differenziale tra prezzo amministrato e prezzo di mercato, comporterebbe un peso eccessivo sui conti pubblici di diversi Paesi membri. Ma l’altra novità che fa sorridere il premier italiano è proprio l’apertura – ancora molto cauta – che emerge su un possibile nuovo debito comune. Tra le misure, infatti, figura “la mobilitazioni di rilevanti strumenti a livello nazionale e Ue” con l’obiettivo di “preservare la competitività globale dell’Europa e per mantenere il level playing field e l’integrità del mercato unico”. Una frase che, secondo Palazzo Chigi, dimostra che le proposte italiane siano state accolte”. Entro l’inizio di novembre la Commissione “si esprimerà molto chiaramente” sul price cap “e andremo avanti spediti anche sulla solidarietà finanziaria”, ha spiegato Emmanuel Macron secondo il quale, su quest’ultimo punto, le opzioni di Bruxelles sono due: uno Sure 2 oppure utilizzare i prestiti ancora disponibili (circa 200 miliardi) oggi nel quadro del RePowerEu, “dando un po’ di flessibilità”. L’impressione è che i falchi del Nord optino per la seconda strada ma, dalla Germania, dopo mesi di muro qualche concessione è arrivata. E, come prevedibile, a catena anche gli altri ‘frugali’ si sono allineati. “Il focus è sui fondi che già abbiamo, ma sul nuovo debito vediamo che si può fare…”, ha aperto Olaf Scholz lasciando il vertice. Per ora, Ursula von der Leyen e Charles Michel meritano il plauso di avere incassato incassato il loro obiettivo: dimostrare che, di fronte alla Russia, l’Ue non è implosa neppure questa volta”.
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