Anche dopo l’elezione della Meloni, primo premier italiano donna alla guida del governo tricolore, il mood della sinistra non cambia ed è così anacronistico da essere bacchettato anche da Calenda e Renzi che, pur trovandosi all’opposizione, replicano in maniera intelligente e puntuale sottolinenando le mancanze di un partito che sembra non avere tuttora ben chiare le priorità e le tempistiche con le quali occorre operare. Reiterando lo stesso modus operandi che ha decretato la vittoria della destra. Ossia facendo solo critiche, critiche, critiche. Parole, parole, parole e di conseguenza un’opposizione che fa acqua da tutte le parti. “Cara Presidente Meloni, che te ne fai della foto del passo avanti se sei sola perché non hai sostenuto le altre donne? Ne hai volute solo 6 al governo. Era la tua occasione e non hai mosso un dito perché il peso che le donne hanno nella società si trasformasse in potere per cambiare davvero le cose. Questo è tutto quello che so sull’emancipazione e la parità. Speriamo la prossima volta”, ha detto Serracchiani. “Non ho mai visto un autogol clamoroso come quello di Debora Serracchiani che accusa Meloni di ‘volere le donne un passo dietro agli uomini’, ha detto il leader di Azione Carlo Calenda. Una stretta sulla capogruppo del Pd, che fa male alla sinistra, ma inevitabile visto che il leit motiv non cambia. “Se l’opposizione del Pd è questa la destra può dormire sonni tranquilli” ha aggiunto Calenda. Una replica piccata alla quale è seguita quella piccatissima della premier Giorgia Meloni che ha risposto alla Serracchiani: “Mi guardi, onorevole Serracchiani: le sembra che io stia un passo dietro agli uomini?”, queste le parole di Meloni rivolta alla capogruppo del Pd. La sede in cui discutere delle regole del congresso sarà la Direzione di venerdì. “Faremo fino in fondo il nostro lavoro di opposizione”, ha detto Enrico Letta. Venerdì cominceremo il nostro congresso costituente, ma il nostro congresso costituente sarà parte dell’opposizione a voi”. Per il Nazareno il timing resta quello concordato nell’ultima Direzione: la fine dell’inverno. Una contrazione dei tempi sarebbe controproducente per una discussione vera e partecipata.
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