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ECCO PERCHÉ LE COMPAGNIE PETROLIFERE FUGGONO DALLA CALIFORNIA


ph. EPA/CHRISTIAN MONTERROSA

Il prezzo del petrolio prodotto in California quest’anno ha raggiunto il livello più mai mai registrato nell’intero decennio. Il presidente Biden sta rilasciando milioni di barili di petrolio dalla Strategic Petroleum Reserve per tenere sotto controllo i prezzi, perché i guadagni delle compagnie di combustibili fossili sono così alti che il governatore Gavin Newsom ha chiesto una tassa inaspettata sui loro profitti. Col risultato che molte aziende che hanno operato nello stato per più di un secolo, ora hanno deciso di vendere le loro attività ed andarsene dalla California. Perché a conti fatti dovendo pagare nuove tasse con l’aggiunta di costi da sostenere per la pulizia ambientale non avrebbero più alcun guadagno. Alcuni esperti del settore, legislatori e ambientalisti sono preoccupati perché temono che le nuove tasse facciano prendere la fuga alla maggior parte delle grandi società che pur avendo ingenti fondi da investire per affrontare gli elevati costi di pulizia ambientale contrariamente ad altre società più piccole, lascerebbero un buco notevole sul fronte della manutenzione. Le supermajor Shell ed ExxonMobil hanno recentemente concordato di vendere più di 23.000 pozzi in California, che possedevano attraverso una joint venture chiamata Aera Energy, al gruppo di asset management tedesco IKAV per una cifra stimata di 4 miliardi di dollari. Aera rappresenta circa un quarto della produzione di petrolio e gas della California, provenienti in gran parte dal pompaggio nelle contee di Kern e Ventura, rivela il Los Angeles Times. Shell ed ExxonMobil affermano che l’accordo rafforzerà le loro attività. Greg Rogers, un avvocato e contabile intervistato dal Los Angeles Times ha affermato che il recente accordo consente ai venditori di ridurre i costi di smantellamento. “Hai cattivi asset con grandi passività? Puoi sbarazzarti di entrambi allo stesso tempo. Questa è una vittoria per Exxon e Shell”, ha concluso. Lo scorso ottobre la fuoriuscita di 3mila barili di petrolio di un oleodotto al largo della California, ha causato danni ambientali ingentissimi a Huntington Beach, uno dei paradisi dei surfisti americani, mecca del turismo a stelle e strisce impattando profondamente un’area di almeno 33 chilometri. Un disastro ambientale che ha ha portato alla morte di migliaia di specie di pesci e di uccelli rari.



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