Domani si terrà il Primo Consiglio dei ministri operativo con l’obiettivo di cercare le risorse per dar seguito agli impegni assunti in campagna elettorale ma gli spazi, come noto, non consentiranno di accogliere tutti i desiderata. Non è ancora noto quando la manovra varcherà la soglia del Parlamento, lasciando presagire un dicembre al cardiopalma per l’ok finale prima dell’eventuale esercizio provvisorio. Anche perché l’impatto della manovra, per avviare i primi interventi, far fronte alle urgenze (bollette innanzitutto), finanziare le spese indifferibili, sfiora già una cifra di tutto rispetto: circa 20 miliardi, che salgono a 40 secondo alcuni calcoli. Per Meloni non c’è tempo da perdere. “I costi delle bollette sono diventati insostenibili”, ha sottolineato anche oggi la premier, Giorgia Meloni, “non c’è più tempo da perdere”.
E mentre si guarda all’Istat che domani metterà nero su bianco il dato sul Pil del terzo trimestre, il governo ragiona sugli spazi di intervento sul deficit. Il compito non è semplice perché il rientro dal deficit resta sempre all’attenzione di Bruxelles. Ma arriva oggi una doccia fredda da Berlino che puntualizza attraverso il ministro delle Finanze, Christian Lindner un “no” all’ipotesi del rientro del debito da negoziare bilateralmente. Il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini intanto, cerca di accelerare sui cantieri, a partire dal più discusso in questi anni: il Ponte sullo Stretto. Ne parlerà martedì 8 novembre con i governatori di Calabria e Sicilia, Roberto Occhiuto e Renato Schifani. Ma l’incontro servirà anche a fare il punto sulle “100 opere pubbliche commissariate in tutta Italia” per “accelerare” e partire con “nuovi progetti”. Sullo sfondo, come ricorda l’associazione magistrati della Corte dei Conti, resta la “paura della firma negli appalti” che è “infondata” ma per essere superata ha bisogno “con urgenza” di una “semplificazione delle procedure”. Molte, come in ogni manovra, le ipotesi che circolano, alcune di matrice politica, altre già visitate dall’esecutivo. Oltre alla rivisitazione del Reddito di cittadinanza (Salvini spiegava che poteva essere ”interrotto” per alcuni periodi per recuperare risorse per le pensioni) oggi un altro cavallo di battaglia dei 5S è finito nel mirino: il bonus del 110%. Per il sottosegretario alla presidenza, Alfredo Mantovano “merita una riconsiderazione di carattere generale”, soprattutto perché avrebbe prodotto effetti negativi (lo dice riferendosi a Norcia da dove parla) “distogliendo una parte dell’imprenditoria dall’essere attratta a questo tipo di lavoro”. Riguardo il capitolo Legge Fornero, tra le ipotesi spunta anche quella di un bonus per rimanere al lavoro oltre 63 anni. Oltre a una riproposizione, cambiando i criteri, di quota 102, le priorità sono flat tax incrementale e taglio del cuneo fiscale. E il limite al contante potrebbe essere, come da mediazione, 5000 euro.
“La scelta della prima visita a Bruxelles è una buona scelta. Sarebbe importante parlare della guerra in Ucraina. Dobbiamo parlare della strada che l’Italia continuerà a prendere, io spero che l’Italia continui a essere al centro dell’Italia non solo come Paese fondatore ma anche come Paese pro-europeista e filo-atlantico”, ha detto la presidente dell’Europarlamento Roberta Metsola, ospite di Mezz’ora in più, su Raitre. “Con la premier italiana “parleremo anche del Pnrr, dell’ambizioni europee sul digitale e della crisi energetica”, ha aggiunto. Per me è importante vedere cosa viene detto una volta che i ministri sono stati eletti, dopo che un governo viene insediato. E le cose che sono state dette sono incoraggianti”, ha proseguito la presidente dell’Europarlamento. Nel corso della campagna per le Politiche “io ho parlato con tutti i leader italiani. E sono stato chiara: il Parlamento Ue sarà sempre al fianco dei governi pro-europeisti, che sono costruttivi e che vogliono rispettare le regole che noi abbiamo insieme per assicurare delle economie stabili”. E sulla scelta della Meloni ha precisato: “E’ un bel simbolo il fatto che abbiamo più donne in posizioni di leadership. Ed è un messaggio per tutti, non solo nell’Ue”, anticipando che con lei “parlerà anche del dossier migranti. “Per molti anni noi abbiamo dimenticato che coloro che prendono una barca sono persone. Nel 2023 commemoriamo la tragedia di Lampedusa del 2013, il mio appello sarà di non tornare alla situazione del 2013 quando l’Ue non ha mostrato solidarietà e non ha guardato la vita come una cosa così preziosa” ha concluso.
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