Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, oggi ha partecipato al Vertice dei Capi di Stato e di Governo dei Paesi del G20, che si tiene a Bali il 15 e 16 novembre. Nel corso della prima giornata, il Presidente è intervenuto alle sessioni di lavoro “Food and Energy Security” e “Global health”.
La Meloni successivamente ha avuto due incontri bilaterali a margine dei lavori del Vertice dei Paesi del G20, il primo con il Presidente degli Stati Uniti Joe. Biden. Tanti i temi affrontati. Dalla solidità dell’alleanza transatlantica all’eccellente cooperazione per fare fronte alle sfide globali, alla crescita economica alla sicurezza comune. Il secondo con il Presidente della Repubblica della Turchia, Recep Tayyip Erdoğan al quale la premier ha espresso personalmente la sua vicinanza, e quella del governo, al popolo turco per il vile attentato terroristico in cui sono morti civili innocenti. I due leader hanno convenuto sulla necessità di proseguire con determinazione nella lotta comune contro il terrorismo. Poi nel corso del colloquio hanno concordato sull’opportunità di cogliere insieme le vaste potenzialità della regione Mediterranea. I due leader hanno posto l’accento sulla necessità di lavorare insieme per contrastare la migrazione irregolare e favorire la risoluzione della crisi libica. E sono stati affrontati gli sviluppi della guerra d’aggressione russa all’Ucraina e le principali sfide che si pongono di fronte alla Comunità internazionale, che vedono impegnate insieme Turchia e Italia. I leader hanno condiviso inoltre l’auspicio di un ulteriore dei rapporti commerciali bilaterali.Il Presidente Meloni ha inoltre sottolineato l’importanza della cooperazione tra Italia e Turchia in ambito NATO, e ribadito la volontà di lavorare insieme per rafforzare ulteriormente le relazioni bilaterali tra Roma e Ankara.
In Italia nel frattempo era in corso al Viminale un vertice con i capigruppo di maggioranza (FdI, Lega, Fi e Noi Moderati) di Camera e Senato e il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi per un confronto prima dell’informativa del governo prevista per domani in Parlamento sul tema dei migranti, che traccerà una fotografia del fenomeno con i dati degli sbarchi e quelli del sistema di accoglienza (104mila ospiti) messo sotto pressione dall’aumento degli arrivi. Piantedosi, che domani partirà per Wiesbaden in Germania, dove è atteso ad una riunione del G7 dell’Interno, ribadirà che serve una prospettiva europea per governare l’immigrazione, fenomeno strutturale che va gestito dagli Stati e non dai trafficanti di uomini. Bisogna quindi rafforzare i canali regolari e sicuri, frenando quelli illegali. Usando armi di deterrenza che potrebbero concretizzarsi nella previsione di una sanzione amministrativa per le navi che in modo “sistematico” raccolgono migranti in mare senza coordinarsi con l’autorità responsabile di quell’area Sar: sanzione che farebbe scattare la confisca. Niente contestazioni penali, dunque, che in passato si sono dimostrate inefficaci, ma la confisca che può essere disposta dal prefetto. Novembre è stato finora un mese nero, con quasi 14mila arrivi solo nei primi 15 giorni. L’eventuale ‘neutralizzazione’ della flotta umanitaria, dunque, non annullerà le partenze che continuano ogni giorno: ieri sono arrivati in 1.300 ed oggi altri 250. Ecco perché l’Italia chiama l’Europa a una solidarietà vera, non solo di facciata, come viene considerata quella del ‘Meccanismo’ concordato nel giugno scorso che ha portato al trasferimento verso altri Stati Ue di soli 117 migranti.
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