L’Assemblea generale dell’Onu ha approvato con 94 voti a favore, 14 contrari e 73 astenuti una risoluzione in cui si chiede che la Russia sia responsabile per le sue violazioni della legge internazionale in Ucraina. Il testo domanda che i 193 paesi membri delle Nazioni Unite creino “un registro internazionale” per documentare le richieste di danni, perdite o lesioni agli ucraini causati dalla Russia. Tra i 14 contrari oltre alla Cina, anche Bahamas, Bielorussia, Corea del Nord, Cuba, Centrafrica, Eritrea, Etiopia, Iran, Mali, Nicaragua, Siria e Zimbabwe. L’India è invece tra i 73 astenuti. Insomma dopo la vittoria di Kherson, che ha determinato una ritirata frettolosa dei russi, l’aria che tira in Ucraina sa più di liberazione. Una liberazione che fa sembrare più vicina la fine della guerra e che molti ora dicono potrebbe portare a un possibile negoziato per il cessate al fuoco. Primo fra tutti un incontro ad Ankara tra il capo della Cia e il suo omologo russo. “Quando la Russia viene cacciata significa felicità per tutti – ha detto poi il presidente Zelensky nel suo consueto video serale su Telegram -. La felicità che tornerà in quelle nostre città e comunità che la Russia ha privato della vita normale sia dal 24 febbraio che nel 2014. Torneremo alla vita normale. E sappiamo che la pace per l’Ucraina si sta avvicinando. Per tutto il nostro Paese”. “Quando c’è una bandiera ucraina, c’è civiltà. C’è libertà”, ha aggiunto. Mentre “la bandiera russa significa completa desolazione: non c’è elettricità, nessuna comunicazione, niente internet, niente televisione. Gli occupanti hanno distrutto tutto, apposta. Questa è la loro operazione speciale”. La Russia ha distrutto “tutte le infrastrutture cruciali” nella città di Kherson e “minato tutte le strutture importanti della città e della regione”, ha scritto Zelensky nel messaggio. La Russia ha snobbato la visita di Zelensky, che è durata in tutto mezz’ora e di cui il presidente ha pubblicato le immagini sul suo canale Telegram, accompagnandole con il messaggio ‘Kherson-Ucraina’. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, si è limitato a dire che per Mosca Kherson rimane invece “territorio russo”.”I prossimi mesi saranno difficili” per l’Ucraina, ha avvertito non a caso il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, invitando a non “commettere l’errore di sottovalutare la Russia”. Da parte sua il presidente americano Joe Biden ha parlato di “vittoria significativa” per l’Ucraina, aggiungendo però che l’esito del conflitto “rimane da vedere”.
“E proprio in queste ore Mosca ha annunciato di avere strappato agli ucraini la località di Pavlovka, nella provincia orientale di Donetsk, mentre le truppe russe rimangono trincerate non lontano da Kherson sulla riva opposta del Dnepr, unica barriera geografica in un territorio per il resto aperto e pianeggiante. In questa situazione che non vede un vincitore sicuro, gli Usa continuano i colloqui con i russi. Dopo le telefonate dei mesi scorsi tra i rispettivi ministri della Difesa e i consiglieri per la Sicurezza nazionale, il capo della Cia William Burns ha incontrato di persona la sua controparte russa. Si è trattato solo di un colloquio volto a mettere in guardia Mosca contro l’uso delle armi nucleari e non si è parlato di negoziati per l’Ucraina, hanno assicurato dalla Casa Bianca”. Dopo aver approvato la risoluzione sulle “riparazioni” della Russia all’Ucraina, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ora dovrebbe chiedere la riparazione da parte degli Stati Uniti dei danni inflitti a Corea, Vietnam, Iraq, Jugoslavia e altri paesi”, ha scritto il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev sul suo canale Telegram, commentando il voto sulla risoluzione che riconosce la necessità di istituire un meccanismo per la riparazione dei danni arrecati dalla Russia all’Ucraina. Altrimenti, “sembra l’inizio dell’agonia delle Nazioni Unite come istituzione internazionale chiave per la riconciliazione”, ha sottolineato. “La fine sarà dolorosa per l’intera comunità internazionale. Faremo a meno di una simile organizzazione il cui scopo è quello di legalizzare i piani dell’Occidente e di utilizzare i beni congelati della Russia.
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