Ora l’Ungheria è sotto la lente di ingrandimento della Commissione Europea che lo scorso 18 settembre ha proposto il congelamento di 7,5 miliardi di euro di fondi UE che il paese avrebbe dovuto incassare ma che per problemi legati alla corruzione e agli appalti pubblici sono stati bloccati. Per rispondere alle preoccupazioni espresse dalla Commissione nei negoziati, l’Ungheria ha presentato 17 misure correttive come la creazione di una task force anticorruzione e la modifica delle norme sugli appalti pubblici. In una risoluzione, non legislativa, approvata giovedì 24 novembre con 416 voti favorevoli, 124 contrari e 33 astensioni, i deputati hanno deciso che le 17 misure correttive dell’Ungheria concordate dalla Commissione “non sono sufficienti ad affrontare il rischio sistemico per gli interessi finanziari dell’UE”, anche se venissero attuate completamente. I deputati esortano i Paesi UE ad adottare le misure contenute nel regolamento sulla condizionalità “al fine di proteggere il bilancio UE dalle violazioni dei principi dello Stato di diritto in Ungheria” e a revocarle solo dopo che le misure correttive dell’Ungheria avranno avuto un effetto duraturo. Inoltre, aggiungono che “se queste misure dovessero essere revocate in futuro, l’UE dovrebbe ricorrere ad una correzione finanziaria”. Il Parlamento europeo ha considerato deplorevole che i fondi del Piano di recupero e resilienza dell’Ungheria (PNRR) non siano ancora arrivati al popolo ungherese a causa delle azioni del loro governo. Secondo il PE, i fondi UE in Ungheria sono ancora a rischio di uso improprio e la Commissione non dovrebbe approvare il PNRR del Paese finché non si sarà pienamente conformato a tutte le raccomandazioni sullo Stato di diritto, oltre che a tutte le pertinenti sentenze della Corte dell’UE e della Corte europea dei diritti dell’uomo. I deputati hanno sollecitato la Commissione e il Consiglio a non cedere alle pressioni che l’Ungheria esercita bloccando decisioni cruciali dell’UE, come sui 18 miliardi di euro di aiuto macrofinanziario all’Ucraina e l’accordo sull’imposta minima globale per le multinazionali. Secondo il testo, questo “abuso” della regola del voto all’unanimità non dovrebbe “avere alcun impatto” sulle decisioni riguardanti il piano di ripresa dell’Ungheria e l’applicazione della legislazione sulla condizionalità dello Stato di diritto. Il Parlamento ha anche sottolineato che i beneficiari finali dei fondi UE non dovrebbero essere privati del sostegno per la mancanza di cooperazione del loro governo, e invita la Commissione a trovare un modo per distribuire i fondi UE attraverso le autorità locali e le ONG. I deputati hanno anche lamentato il fatto che la proposta di attivare il regolamento sulla condizionalità contro l’Ungheria non è stata sufficientemente tempestiva e ambiziosa, “dopo un lungo ritardo e con un campo di applicazione troppo limitato e perciò ha esortato la Commissione a intervenire anche su altre violazioni dello Stato di diritto, in particolare quelle relative all’indipendenza della magistratura. Entro il 19 dicembre il Consiglio prenderà una decisione a maggioranza qualificata, sulla base di una proposta della Commissione.
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