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a faccia tosta di Elon Musk piace. E’ vero, qualcuno ha detto addio al sempre più chiacchierato Social, tra i primi, Téa Leoni, Shonda Rhimes, Alex Winter, Sara Bareilles, Toni Braxton, Mike Foley, Whoopi Goldberg, Gigi Hadid, Brian Koppelmann, Stephen Fry, secondo i dati condivisi dal manager su Twitter le nuove iscrizioni sarebbero ai massimi storici da quando lui è diventato il nuovo CEO e alla data del 16 novembre, Twitter, sempre secondo Musk, aveva due milioni di utenti in più, su base giornaliera, rispetto al periodo precedente alla sua acquisizione. Dati alla mano, nel periodo tra metà ottobre e metà novembre 2022, inoltre, il numero di nuove iscrizioni sembra essere stato del 66% superiore rispetto a quello dello stesso lasso di tempo nel 2021. Anche il numero di utenti attivi in contemporanea su Twitter ha raggiunto una cifra record, con un totale di 8 miliardi di minuti di attività sul social su base giornaliera raggiunto il 15 novembre 2022: il dato è del 30% superiore al 15 novembre 2021, sottolineando una sorta di “effetto Musk” nel trascinamento dei nuovi utenti dentro il social.
Infine, i dati sembrano mostrare che la circolazione dell’ hate speech ossia di post con contenuti che incitano all’odio sia diminuita nonostante le nuove misure meno stringenti rispetto al passato per la moderazione dei contenuti del Social. In controtendenza con quanto invece rilevato dalla Commissione Europea che invece ha rimarcato che Twitter , assieme ad altre aziende tecnologiche, è poco “reattiva” nella rimozione dei contenuti d’incitamento all’odio in base al monitoraggio periodico che riguarda tutte le grandi società tecnologiche che hanno accettato il codice di condotta di Bruxelles sottoscritto nel 2016. Non si sa se questa dichiarazione sia alla base delle decisione di Musk di chiudere l’ufficio di Bruxelles, quasi a prendere le distanze dalle istituzioni europee. Quello che è certo è che lo ha fatto. Il social più virtuoso sarebbe quindi Tiktok che vanterebbe tempi di monitoraggio dei contenuti pubblicati sulla piattaforma molto più stringenti.
Il 16 novembre è entrata in vigore la legge sui servizi digitali (Dsa) che fornisce norme complete per le responsabilità delle piattaforme. La legge sui servizi digitali, consente di sancire il principio secondo cui ciò che è illegale offline deve esserlo anche online, e mira a proteggere lo spazio digitale dalla diffusione di contenuti illegali e a garantire la protezione dei diritti fondamentali degli utenti e si applica a tutti i servizi digitali che mettono i consumatori in collegamento con beni, servizi o contenuti. Quale sarà ora la prossima mossa di Elon?
Sicuramente non farà passi da gambero anche sul fronte della richiesta di pagare la spunta blu, che nelle ultime settimane ha contestato anche lo scrittore Stephen King mettendo in dubbio anche le doti manageriali di Musk, che al di là delle boutade, sono indiscutibili: “Visionario con Tesla? Non l’ha neanche fondata lui e Twitter è un altra cosa”, ha scritto su Twitter lo scrittore. Aggiungendo: “Sì è vero ho una Tesla e mi piace. Detto questo, però Musk si è rivelato un pessimo esempio per Twitter. Sembra che si stia inventando tutto”. Ovviamente il manager non ha lasciato il commento di King senza una risposta e così ha scritto sulla sua piattaforma: “I suggerimenti sono benvenuti, signor [King]”, ha twittato con un’emoji della corona. “L’obiettivo è una piazza digitale affidabile, in cui si sopportano una grande varietà di opinioni, a patto che gli individui non violino la legge o facciano spam. Qualsiasi incitamento alla violenza comporterà la sospensione dell’account”, ha aggiunto. Dicendo in conclusione: “La spunta blu? La pago pure io”. Touché mr. King.
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