Con un lungo comunicato Kering mercoledì scorso ha confermato che Alessandro Michele lascia la guida creativa di Gucci. “Oggi per me finisce uno straordinario viaggio, durato più di venti anni, dentro un’azienda a cui ho dedicato instancabilmente tutto il mio amore e la mia passione creativa” ha scritto il creativo postando su Instagram, come una sorta di saluto finale, la sua ultima foto mentre si inchina leggermente a fine sfilata davanti al “suo” pubblico.
La notizia è arrivata meno di 24 ore dopo che i gossip della moda hanno fatto il giro dei soliti noti. E non solo. Una fonte anonima ha fatto sapere che poiché negli ultimi mesi Gucci era sottoperformante rispetto agli altri marchi di Kering, così come al portafoglio del concorrente LVMH, a Michele era stato chiesto “di avviare un forte cambiamento di design”. Il designer, noto per il suo senso del design romantico e massimalista, però ha preferito fare un passo indietro e sebbene né lui né Gucci abbiano fornito una ragione ufficiale per l’addio, le parole di Michele lasciano intendere anche le verità non raccontate.
“Ci sono momenti in cui le strade si separano a causa delle diverse prospettive che ognuno di noi può avere”, ha detto Michele .”Oggi si conclude per me un viaggio straordinario, durato più di vent’anni, all’interno di un’azienda a cui ho dedicato instancabilmente tutto il mio amore e la mia passione creativa.”
L’amministratore delegato di Gucci, Marco Bizzarri, ha espresso gratitudine per il designer. “Sono stato fortunato ad aver avuto l’opportunità di incontrare Alessandro alla fine del 2014”, ha detto Bizzarri in un comunicato stampa. “Vorrei ringraziarlo per i suoi 20 anni di impegno in Gucci e per la sua visione, devozione e amore incondizionato per questa Maison unica durante il suo mandato come Direttore Creativo”. Michele è entrato in Gucci nel 2002 come designer di accessori, fino a diventare direttore creativo associato sotto Frida Giannini. Michele ha sostituito Giannini dopo la sua partenza nel 2015, una mossa che ha trasformato radicalmente l’estetica di Gucci. Sostituendo il sobrio sex appeal del suo predecessore con un glamour sgargiante ispirato agli anni ’70, Michele ha aperto il mondo di Gucci a un pubblico più giovane e diversificato e lanciandosi fra i primi nel mondo di Metaverso ha dato una svolta al marchio. Nel 2021, il Vogue Business Index ha riportato che Gucci era il marchio più riconosciuto tra i consumatori della Gen Z. Dall’esterno, il Gucci di Michele sembrava essere in ottimo stato. La sfilata Primavera/Estate 2023 del brand, con due gemelli identici, è stata uno dei momenti più movimentati della Milano Fashion Week. E all’inizio di questo mese, il look da tappeto rosso personalizzato di Gucci per Billie Eilish e il fidanzato Jessie Rutherford ha conquistato il pubblico di Internet.
Ora la domanda nella mente di tutti è: “Chi potrebbe sostituire “Alessandro il Grande” come lo aveva subito ribattezzato Donatella Versace”? Fra i nomi che si fanno con maggiore insistenza per la successione c’è quello di Riccardo Tisci, da poco libero dall’impegno che ha avuto per cinque anni da Burberry (dove è arrivato Daniel Lee, ex Bottega Veneta, pare allontanato dal patron di Kering Francois Henri Pinault) e ora in contatti per una capsule con Puma. Bravissimo Tisci, che per primo ha rilanciato tanti anni fa Givenchy.
Poi c’è chi azzardato persino il ritorno nella maison di Tom Ford che ha segnato tutti gli anni Novanta di Gucci e poi un pezzetto di storia di Saint Laurent, sempre sotto le insegne del Gruppo Kering. Una mission fuor di dubbio per tutti impossible, tenuto anche conto che Ford, appena una settimana fa, ha venduto il suo brand al colosso del beauty Estée Lauder per due miliardi e ottocentomila dollari. Ed ora pare non abbia intenzione di prendersi impegni a stretto giro di alcun tipo. L’unico che ad oggi potrebbe prendere il suo posto potrebbe essere John Galliano ora impegnato con Renzo Rosso per rilanciare Maison Margiel. Ma anche questa è solo una lontana ipotesi. L’unica cosa certa è che ora Alessandro Michele si prenderà una pausa di riflessione. E poi deciderà quale nuova strada prendere. Ancora una volta sicuramente vissuta con grande cuore, creatività e impegno. Come sempre.
Con un lungo comunicato Kering mercoledì scorso ha confermato che Alessandro Michele lascia la guida creativa di Gucci. “Oggi per me finisce uno straordinario viaggio, durato più di venti anni, dentro un’azienda a cui ho dedicato instancabilmente tutto il mio amore e la mia passione creativa” ha scritto il creativo postando su Instagram, come una sorta di saluto finale, la sua ultima foto mentre si inchina leggermente a fine sfilata davanti al “suo” pubblico.
La notizia è arrivata meno di 24 ore dopo che i gossip della moda hanno fatto il giro dei soliti noti. E non solo. Una fonte anonima ha fatto sapere che poiché negli ultimi mesi Gucci era sottoperformante rispetto agli altri marchi di Kering, così come al portafoglio del concorrente LVMH, a Michele era stato chiesto “di avviare un forte cambiamento di design”. Il designer, noto per il suo senso del design romantico e massimalista, però ha preferito fare un passo indietro e sebbene né lui né Gucci abbiano fornito una ragione ufficiale per l’addio, le parole di Michele lasciano intendere anche le verità non raccontate.
“Ci sono momenti in cui le strade si separano a causa delle diverse prospettive che ognuno di noi può avere”, ha detto Michele .”Oggi si conclude per me un viaggio straordinario, durato più di vent’anni, all’interno di un’azienda a cui ho dedicato instancabilmente tutto il mio amore e la mia passione creativa.”
L’amministratore delegato di Gucci, Marco Bizzarri, ha espresso gratitudine per il designer. “Sono stato fortunato ad aver avuto l’opportunità di incontrare Alessandro alla fine del 2014”, ha detto Bizzarri in un comunicato stampa. “Vorrei ringraziarlo per i suoi 20 anni di impegno in Gucci e per la sua visione, devozione e amore incondizionato per questa Maison unica durante il suo mandato come Direttore Creativo”.Michele è entrato in Gucci nel 2002 come designer di accessori, fino a diventare direttore creativo associato sotto Frida Giannini. Michele ha sostituito Giannini dopo la sua partenza nel 2015, una mossa che ha trasformato radicalmente l’estetica di Gucci. Sostituendo il sobrio sex appeal del suo predecessore con un glamour sgargiante ispirato agli anni ’70, Michele ha aperto il mondo di Gucci a un pubblico più giovane e diversificato e lanciandosi fra i primi nel mondo di Metaverso ha dato una svolta al marchio. .
Nel 2021, il Vogue Business Index ha riportato che Gucci era il marchio più riconosciuto tra i consumatori della Gen Z.
Dall’esterno, il Gucci di Michele sembrava essere in ottimo stato. La sfilata Primavera/Estate 2023 del brand, con due gemelli identici, è stata uno dei momenti più movimentati della Milano Fashion Week. E all’inizio di questo mese, il look da tappeto rosso personalizzato di Gucci per Billie Eilish e il fidanzato Jessie Rutherford ha conquistato il pubblico di Internet.
Ora la domanda nella mente di tutti è chi potrebbe sostituire “Alessandro il Grande” come lo aveva subito ribattezzato Donatella Versace?
Fra i nomi che si fanno con maggiore insistenza per la successione c’è quello di Riccardo Tisci, da poco libero dall’impegno che ha avuto per cinque anni da Burberry (dove è arrivato Daniel Lee, ex Bottega Veneta, pare allontanato dal patron di Kering Francois Henri Pinault) e ora in contatti per una capsule con Puma. Bravissimo Tisci, che per primo ha rilanciato tanti anni fa Givenchy.
Poi c’è Hedi Slimane, direttore creativo di Celine, marchio fra i più venduti del fashion da quando c’è lui al timone, sarebbe un sogno ma forse assai impossibile. Restano Phoebe Philo e poi c’è chi azzarda a ipotizzare il ritorno nella maison di Tom Ford che ha segnato tutti gli anni Novanta di Gucci e poi un pezzetto di storia di Saint Laurent, sempre sotto le insegne del Gruppo Kering. Una mission fuor di dubbio per tutti impossible visto che Ford appena una settimana fa ha venduto il suo brand al colosso del beauty Estée Lauder per due miliardi e ottocentomila dollari. E pare non abbia intenzione di prendersi impegni a stretto giro di alcun tipo. Tra i nomi in lista c’è quello di Raf Simons, che firma Prada a quattro mani con Miuccia Prada, e anche quello di Jonathan Anderson che lavora con Loewe. L’unico che ad oggi potrebbe prendere il suo posto potrebbe essere John Galliano ora impegnato con Renzo Rosso per rilanciare Maison Margiel. Ma anche questa è solo una lontana ipotesi. L’unica cosa certa è che ora Alessandro Michele si prenderà una pausa di riflessione. E poi deciderà quale nuova strada prendere. Ancora una volta sicuramente vissuta con grande cuore, creatività e impegno. Come sempre.
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