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DE NIRO TORNA NEI PANNI DI REGISTA DELLA SERIE “ZERO DAY” IN LAVORAZIONE CON NETFLIX


Robert De Niro tornerà dietro la camera da presa nella serie Zero Day attualmente in lavorazione con Netflix, che non ha rilasciato finora commenti sul grande ritorno dell’attore sul piccolo schermo. Prolifico e versatile, De Niro è considerato uno dei migliori attori della storia del cinema. Perfezionista noto per la maniacale preparazione e documentazione dei suoi ruoli, ha interpretato alcuni tra i più noti, travagliati e complessi personaggi apparsi sullo schermo. In un paio di occasioni si è anche autodiretto e un suo grande tributo al mondo del cinema è stato quello di avere contribuito alla nascita del TriBeCa Film Center. Candidato per otto volte al Premio Oscar che ha vinto in due occasioni: nel 1975 come miglior attore non protagonista nel ruolo del giovane Vito Corleone ne Il padrino – Parte II e nel 1981 come miglior attore protagonista per avere interpretato il pugile Jake LaMotta nel film Toro scatenato, nel 2003 gli è stato assegnato un Life Achievement Award dell’American Film Institute come riconoscimento per il suo contributo alla storia del cinema e nel 2020 lo Screen Actor Guild Award alla carriera.

Nato nel Greenwich Village, un quartiere di Manhattan (New York), il 17 agosto del 1943, figlio unico di Robert De Niro Sr.  un artista statunitense di origini irlandesi e italiane (i nonni paterni di Robert Sr., Giovanni Di Niro – che per un mero errore di pronuncia fu trascritto in “De Niro” – e Angelina Mercurio, erano originari di Ferrazzano, in provincia di Campobasso, da cui emigrarono nel 1890), e di Virginia Admiral (1915-2000), una poetessa e pittrice statunitense di origini irlandesi, francesi, olandesi e tedesche. I suoi genitori divorziano quando lui ha due anni. Robert cresce con la madre nel quartiere di Little Italy e qui acquisisce le maggiori influenze culturali per le sue origini italiane: De Niro stesso, in effetti, si definisce principalmente come un italo-americano.

Robert inizia a studiare recitazione all’HB Studio e all’Actors Studio di Lee Strasberg. Poi con Stella Adler dove ha imparato le tecniche del metodo Stanislavskij. Nel cinema esodisce a venti anni con la commedia Oggi sposi di Brian De Palma, film girato nel 1963 ma distribuito nelle sale solamente nel 1969, poiché verrà valutato in un modo molto pesante dalla censura, che per la prima volta giudica un film con il visto X-Rating. Il primo ruolo ufficiale, non accreditato, lo ha nel film francese Tre camere a Manhattan diretto da Marcel Carné. Seguono poi altre collaborazioni con De Palma nelle commedie Ciao America! e Hi, Mom!, che metteranno in evidenza le doti sia di De Palma sia di De Niro. Tra la fine degli anni Sessanta interpreta nel contempo anche ruoli più impegnati come in Sam’s Song e Il clan dei Barker (dove recita con Shelley Winters).

Nei primi anni settanta si alterna sui set di commedie come I maledetti figli dei fiori e La gang che non sapeva sparare, a film più complessi come Il mio uomo è una canaglia. Nel 1971 partecipa a un provino per la parte di Sonny Corleone nel casting de Il padrino: il regista Francis Ford Coppola rimase piacevolmente colpito dal suo screen-test, tuttavia su pressione della Paramount fu sostituito da James Caan. Un primo ruolo veramente significativo arriva nel 1973 quando John D. Hancock lo sceglie per il ruolo del giocatore di baseball affetto da linfoma di Hodgkin nel film Batte il tamburo lentamente, interpretazione ampiamente lodata dalla critica.

Nel 1973 De Niro, grazie all’interessamento del regista Brian De Palma, conosce il neo-regista Martin Scorsese, anch’egli di origini italiane, che lo sceglie per affiancare Harvey Keitel in Mean Streets – Domenica in chiesa, lunedì all’inferno nel ruolo di John Johnny Boy Civello. Un’ interpretazione che segnerà una definitiva svolta nella sua carriera poiché i dettami del gangster da lui impersonato saranno alla base di alcuni tra i suoi più celebri ruoli nei film successivi. Difatti l’anno successivo nel 1974, il regista Francis Ford Coppola lo chiama per interpretare il giovane Vito Corleone nel film Il padrino – Parte II, ruolo che gli fa vincere il suo primo Oscar nella categoria miglior attore non protagonista. Successivamente nel 1975 recita diretto dal regista italiano Bernardo Bertolucci nel kolossal Novecento, incentrato sui conflitti tra i contadini emiliani all’inizio del XX secolo, e con un cast di all-star comprendente Gérard Depardieu, Burt Lancaster e Donald Sutherland. Poi in Taxi Driver, diretto da Scorsese, in un film diventato uno dei più grandi capolavori del cinema mondiale, che gli fa vincere la Palma d’oro a Cannes.

La collaborazione con Scorsese si rinnova nel 1977 con il musical New York, New York, dove De Niro recita accanto a Liza Minnelli imparando, per interpretare al meglio il personaggio del sassofonista Jimmy Doyle, a suonare realmente il sassofono. Il film però, nonostante l’ottimo cast, si rivela un clamoroso insuccesso al botteghino. Poi De Niro viene scelto come protagonista del film Il cacciatore di Michael Cimino, dove recita assieme a Christopher Walken e Meryl Streep. Il film oltre al plauso della critica e del pubblico, vince cinque Oscar (tra cui miglior film e miglior regia), e lo stesso De Niro ottiene una nuova candidatura come miglior attore protagonista.

Nel 1981 l’attore vince il Premio Oscar come miglior attore per la sua interpretazione del pugile italoamericano Jake LaMotta in Toro scatenato di Martin Scorsese. Meritatissimo visto che l’attore per un intero anno prima dell’inizio della produzione si è allenato assieme a LaMotta e per interpretare al meglio il pugile a fine carriera, è ingrassato di 30 chili.

Il regista italiano Sergio Leone lo sceglie per il ruolo di protagonista nel kolossal C’era una volta in America (1984), che racconta l’ascesa e la caduta del gangster ebreo David “Noodles” Aaronson dagli anni venti fino agli anni sessanta. Nello stesso anno torna a recitare insieme con Meryl Streep nel film romantico Innamorarsi; successivamente il regista inglese Terry Gilliam lo ingaggia per un ruolo di supporto nel film fantascientifico Brazil (1985). Nel 1986 recita insieme con Jeremy Irons e Liam Neeson nel film Mission con la colonna sonora di Ennio Morricone, dove interpreta un mercante di schiavi pentito e divenuto gesuita a protezione degli indios Guaraní dal colonialismo. Un film che riceve i consensi del pubblico e la Palma d’oro al Festival di Cannes del 1986.

Trascorrono quasi vent’anni prima che De Niro torni a lavorare per Brian De Palma per interpretare il boss Al Capone nel film campione d’incassi The Untouchables – Gli intoccabili, recitando accanto a Kevin Costner e Sean Connery.

Nello stesso anno interpreta Lucifero nel thriller Angel Heart – Ascensore per l’inferno, insieme con Mickey Rourke. Poi recita in Prima di mezzanotte del regista Martin Brest, dove interpreta un cacciatore di taglie alla ricerca di un ragioniere che ha disperso 15 milioni di dollari di un boss in beneficenza, con grande successo di critica e pubblico. Nel 1989 è il protagonista del dramma Jacknife – Jack il coltello e della commedia Non siamo angeli, dove recita insieme con l’amico Sean Penn.

Nel 1990 torna a lavorare con Martin Scorsese nel film Quei bravi ragazzi, dove interpreta magistralmente il ruolo del gangster Jimmy Conway conquistando la nomina al BAFTA come miglior attore protagonista e vincendo il Premio Oscar come miglior attore non protagonista. E nello stesso anno è il protagonista del film romantico Lettere d’amore accanto a Jane Fonda e del drammatico Risvegli accanto a Robin Williams, per il quale viene nominato al Golden Globe e al Premio Oscar.

L’anno seguente torna a collaborare con Scorsese in Cape Fear – Il promontorio della paura, dove recita accanto a Nick Nolte e Jessica Lange. Nel film, candidato al Golden Globe e al Premio Oscar, interpreta lo psicopatico Max Cady, un ex carcerato assetato di vendetta nei confronti dell’avvocato che lo ha fatto finire in prigione.

Nel 1993, l’anno in cui riceve alla 50ª Mostra internazionale d’arte cinematografica il Leone d’Oro alla carriera, produce, dirige e interpreta Bronx, con il quale inaugura il suo esordio alla regia. Sempre nel 1993 è protagonista insieme a Ellen Barkin e un giovanissimo Leonardo DiCaprio nella pellicola drammatica Voglia di ricominciare.

Negli anni Duemila De Niro recita in molte più commedie del solito. Uno dei suoi più celebri ruoli comici è quello dell’ex-agente della C.I.A. e patriarca di una simpatica famiglia Jack Byrnes, nella trilogia composta da Ti presento i miei (2000), Mi presenti i tuoi? (2004) e Vi presento i nostri (2010), interpretata con Ben Stiller. Nel 2001 torna a interpretare ruoli seri nei film 15 minuti – Follia omicida a New York, al fianco di Marlon Brando. Nel 2004 il film Il ponte di San Luis Rey, ricordato come il più grande flop della storia del cinema (ha incassato solo 49.981 $) lo mette in crisi. E negli anni 2010 l’attore dichiara di volersi spendere in film più seri, diversamente da quanto ha fatto negli anni precedenti. Nel 2010 recita così nel film Machete di Robert Rodriguez, mentre l’anno seguente torna, dopo 27 anni, a interpretare un film in Italia recitando in Manuale d’amore 3 di Giovanni Veronesi, dove recita in italiano.

Nel 2012, dopo essere stato protagonista del thriller Red Lights, a distanza di 21 anni dalla sua ultima nomination agli Oscar viene candidato come miglior attore non protagonista per la sua interpretazione ne Il lato positivo – Silver Linings Playbook di David O. Russell.

Nel 2019 torna a essere diretto da Martin Scorsese nel biografico/drammatico The Irishman, adattamento cinematografico del saggio o ucciso Jimmy Hoffa, scritto da Charles Brandt nel 2004. Il film ha ricevuto dieci candidature ai Premi Oscar 2020, senza vincere nessuna statuetta.



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