Pattie Boyd è arrivata in Italia per presentare il suo nuovo libro PATTIE BOYD: MY LIFE IN PICTURES un’edizione speciale deluxe pubblicata da ReelArt Press a ottobre nel Regno Unito e a dicembre in tutto il mondo, che per la prima volta offre un accesso completo e intimo al suo archivio personale, oltre 300 immagini scattate da alcuni dei più grandi fotografi del XX secolo, tra cui David Bailey, Eric Swayne, Terence Donovan, David Hurn e Robert Whitaker. Tante le persone che domenica 27 novembre sono arrivate al Mosso Milano, nell’ex Convitto del Parco Trotter, non solo per partecipare a BeatlesMi: un giorno con i Fab Four, una giornata interamente dedicata ai Beatles inserita nel programma della Milano Music, ma per vederla. E dopo le interviste con i giornalisti programmate nella sua suite in un lussuoso hotel milanese, lei si è concessa alle domande del pubblico parlando non solo dei ricordi che tuttora la legano ai Beatles e all’ex marito George Harrison, ma del suo bellissimo libro che non contiene solo foto, ma anche lettere dei suoi matrimoni e di amici tra cui John e Yoko, annotazioni private finora custodite in un diario personale, cimeli unici mai visti, come l’originale dipinto di copertina dell’album Layla di Émile Frandsen. Oltre che lavori più recenti, tra cui le foto più belle dei suoi viaggi e una sua raccolta di immagini di natura morta. Pattie è stata la prima ad essere iniziata alla meditazione trascendentale di Maharishi Mahesh Yogi, che ha poi incoraggiato i Beatles ad andare in India, mentre lei e Harrison hanno scelto di dedicarsi allo yoga e al vegetarianismo in Inghilterra. Durante il matrimonio con George, la Boyd ha sviluppato anche un grande amore personale per la fotografia e il libro appena uscito ne è una preziosa testimonianza. Però per sapere qualcosa in più rispetto a quello che finora avevo letto e visto su di lei, c’era una sola strada: incontrarla. E lei senza divismi da star system, nonostante la sua notorietà, si è raccontata in maniera semplice, come solo un’amica può fare.
La tua autobiografia intitolata Wonderful Today, pubblicata su Headline Review, è stata un grande successo. Qual è stata l’idea originale per questo nuovo libro PATTIE BOYD: MY LIFE IN PICTURES?
«Mi è stato chiesto di scrivere un libro sulla moda degli anni Sessanta perché quel periodo è stato molto amato quindi avendo una collezione di tutti i lavori che ho fatto da quando ho iniziato a fare la modella, ho pensato che poteva essere un lavoro divertente».
Un libro con tante foto qual è stata la parte più divertente da fare?
«Assieme al photo editor ho trovato tante foto di quando facevo la modella, alcune da me mai viste prima, e quello che è molto strano è che non ricordavo nemmeno di avere fatto alcune foto perché spesso quando mettevo certi vestiti diventavo un’altra persona».
Tra le tante foto, qual è la tua preferita?
«Mi piacciono le foto che ho fatto con George Harrison…quando siamo tornati dall’India ero molto felice che le mie rose fossero cresciute. Così gli ho detto dai vieni qui ci mettiamo davanti alle rose, ho messo la macchina fotografica sul cavalletto e ho inserito il tempo per lo scatto poi mi sono messa in piedi vicino a George. Dovevamo guardare tutte e due verso la macchina fotografica però poi dato che il tempo di attesa è stato eccessivo si vede che George guarda da un’altra parte, ma è una bella foto perché mi piace pensare che George stesse guardando altrove pensando alla musica invece riguardo a me si vede che io sto guardando la macchina fotografica e penso… “Dai quando fai il click per fare la foto?”».
Pattie tu avevi solo 19 anni quando hai incontrato George durante le riprese del film A Hard Day’s Night. Tu dovevi interpretare la studentessa fan dei Beatles. Cosa ricordi di quel periodo? Raccontami qualche aneddoto…
«È stato molto divertente… ero con un’altra ragazza… abbiamo dovuto indossare il grembiule della scuola e poi diamo salire sul treno. Il treno andava in Cornovaglia, 5 ore andata e 5 ore per il ritorno. Il treno è partito e si è fermato in una stazione molto piccola e c’erano 4 persone sul binario, e nessun altro, soltanto loro, come in un film, sono saliti sul treno ed erano i Beatles. Poi ci hanno raggiunto nella nostra carrozza, ci hanno stretto la mano e sono stati molto carini e gentili con noi. Erano molto affascinanti…».
È vero che quando hai incontrato George lui ti ha chiesto subito se volevi sposarlo e poi ha detto.. “Beh se non vuoi sposarmi allora vuoi venire almeno a cena con me?”
«Sì è vero, ma io ho dovuto dire di no perché quella sera dovevo vedere il mio fidanzato quindi George non era tanto contento ed era un po’ triste… così io ho pensato forse non conosce nessuno a Londra quindi gli ho detto di venire con noi, ma lui mi ha risposto di no…».
Quali passioni avevate in comune tu e George?
«Eravamo entrambi appassionati di giardinaggio ci piaceva fare crescere molte piante e lo facevamo assieme. Ci piaceva vedere i nostri amici, ne avevamo tanti e o andavamo noi da loro o loro da noi».
Pensando oggi a George, cosa ti manca di più di lui?
«Mi manca il fatto che qualche volta penso a cose, situazioni vissute con lui… e non mi ricordo le risposte, io non posso più parlare con lui ora o meglio io posso provare a parlare, ma lui non può più rispondere…».
Tu sei stata la musa per due favolose canzoni. Something (dei Beatles scritta da George Harrison) e Wonderful Tonight scritta daltuo secondo marito Eric Clapton. Cosa provi quando le ascolti ora alla radio?
«Le adoro, sono molto emozionata ancora ora ma soltanto perché sono delle canzoni molto belle».
Hai rimpianti?
«No perché se li avessi significherebbe che non ho imparato nulla. Se io faccio un errore significa ho imparato qualcosa. La vita ci aiuta a imparare quindi imparando si fanno progressi».
Quali sonoi ricordi più belli della tua vita?
«Sono stata molto fortunata, e felice ma qualche volta nella mia vita sono stata molto triste quindi ho avuto una combinazione di cose belle e brutte».
Hai un sogno nel cassetto?
«Sì io ho sempre avuto il sogno di fare le cose che mi sarebbe piaciuto fare nella mia vita».
Una in particolare…
«Adoro viaggiare e il mio sogno sarebbe andare in tutti quei paesi che non sono riuscita finora a visitare».
Quale paese? Quale paese preferisci?
«Non lo so… quando sono andata in Venezuela prima della situazione che c’è ora, era il paese più bello, meraviglioso».
Quale errore non rifaresti più?
«Non lascerei il controllo della mia vita a un uomo questo è sempre uno sbaglio».
Se potessi di nuovo incontrare George cosa gli diresti?
«Mi piacerebbe parlare con lui della nostra gioventù, quando eravamo ragazzi, siamo cresciuti assieme, abbiamo fatto molte nuove esperienze assieme, anche spirituali. Come quando siamo andati in India, dove abbiamo imparato una cultura nuova e questo è stato molto emozionante per noi. E siamo stati anche molto fortunati ad incontrare Ravi Shankar che era un suonatore di sitar in India molto noto e colto, conosceva la filosofia e la cultura indiana e ci ha insegnato molto… Sì mi piacerebbe rivivere tutto questo di nuovo con George».
Cosa vorresti lasciarti dietro le spalle nel nuovo anno? Qualcosa di negativo a cui non vuoi pensare più…
«La morte della mia sorellina, ho una foto di lei vicino al mio letto e parlo son lei e penso a quanto fosse triste. Lei aveva solo 50 anni quando è morta vittima di alcool e droghe. Era dolcissima».
Mai dire mai a cosa…
«A niente…E a un’esperienza nuova».
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