La rivolta del Campidoglio del 6 gennaio del 2021 torna a campeggiare fra i fatti di cronaca. Lunedì il comitato della Camera che sta indagando sull’intera vicenda terrà la sua ultima riunione, e ne renderà note le conclusioni, concludendo un’inchiesta durata un anno e mezzo. Poi la questione passerà al Dipartimento di Giustizia che valuterà i potenziali crimini. Il repubblicano Bennie Thompson, presidente del comitato, formato da sette democratici e due repubblicani, ha detto che il comitato farà rinvii penali al Dipartimento di Giustizia raccomandando procedimenti giudiziari, senza sbilanciarsi riguardo le eventuali responsabilità che potrebbero venire riconosciute anche a Donald Trump. I numeri dell’inchiesta, proprio perché coinvolge un ex presidente degli Stati Uniti, dà un’idea ben precisa dell’importanza di questa vicenda. Mille i testimoni interrogati, quasi una dozzina le udienze finora svolte, milioni i documenti che sono serviti per creare il resoconto più completo dell’insurrezione. Il comitato si è concentrato molto anche su Trump e sugli sforzi dell’allora presidente nelle settimane precedenti l’attacco per ribaltare la sua sconfitta elettorale del 2020 a favore del democratico Joe Biden.
Ora spetterà ai pubblici ministeri federali decidere cosa fare e come procedere. I legislatori hanno suggerito che le accuse contro Trump potrebbero includere la cospirazione per frodare gli Stati Uniti e l’ostruzione di un procedimento ufficiale del Congresso.
Per mercoledì il comitato dovrebbe pubblicare il suo rapporto finale, che potrebbe includere centinaia di pagine di conclusioni sull’attacco e sugli sforzi di Trump per sovvertire la democrazia. I membri del comitato esamineranno i punti salienti delle loro conclusioni durante la riunione di lunedì. Il mese scorso il procuratore generale Merrick Garland ha nominato un consigliere speciale, Jack Smith, per sovrintendere alle indagini relative a Trump. Thompson ha affermato questa settimana che il comitato potrebbe anche approvare altri tipi di deferimenti, tra cui violazioni etiche, cattiva condotta legale e violazioni del finanziamento della campagna elettorale.
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