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ANGELIA JOLIE DI È DIMESSA DAL RUOLO DI INVIATO DELLE NAZIONI UNITE PER FARE BENEFICIENZA AI MENO FORTUNATI


Dopo 21 anni di fedele servizio, Angelina Jolie si è dimessa dal suo ruolo di inviato speciale dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr). “Dopo 20 anni di lavoro all’interno del sistema delle Nazioni Unite, sento che è giunto il momento per me di lavorare in modo diverso, impegnandomi direttamente con i rifugiati e le organizzazioni locali e sostenendo la loro difesa delle soluzioni”, ha affermato l’attrice in una dichiarazione congiunta con l’agenzia, pubblicata oggi. La vincitrice dell’Oscar che dal 2012 lavora con l’UNCHR come inviata speciale in Libano, Yemen e Burkina Faso per incontrare gli sfollati e attirare l’attenzione su alcuni dei peggiori problemi umanitari del mondo sebbene sia stata encomiata da Filippo Grandi, capo dell’Unhcr “per il suo impegno e la differenza che ha fatto per i rifugiati e le persone costrette a fuggire”, ha lasciato intendere senza troppe velature un pò di acredine verso il passato dicendo che il suo obiettivo ora è quello di  concentrarsi su una gamma più ampia di questioni umanitarie.

Negli ultimi anni, la Jolie ha espresso sempre più critiche alle istituzioni internazionali e all’approccio dei leader mondiali ai conflitti e alle crisi umanitarie. L’anno scorso durante una visita al campo profughi di Goudebou in Burkina Faso, che ospita i rifugiati del conflitto armato nel nord del Mali, l’attrice aveva criticato  l’incapacità dei leader globali di aiutare adeguatamente gli oltre 82 milioni di sfollati forzati nel mondo. “Il modo in cui noi come comunità internazionale cerchiamo di affrontare i conflitti e l’insicurezza è rotto”, ha detto. “È irregolare, è ineguale, è costruito su privilegi ereditati, è soggetto al capriccio dei leader politici ed è orientato verso gli interessi di paesi potenti, incluso il mio, a spese di altri”. Un’accusa pesante per lamentare l’apatia dei leader mondiali per “i crimini commessi contro le donne e i bambini del Burkina Faso, dello Yemen, del Myanmar o dell’Etiopia, per esempio”.

Un’altra catena la Jolie l’ha spezzata con le Nazioni Unite, dove i membri permanenti del potente Consiglio di sicurezza – Stati Uniti, Gran Bretagna, Russia, Cina e Francia – esercitano un’enorme influenza e hanno il potere di bloccare l’azione contro le violazioni dei diritti umani. “A causa del modo in cui è stata istituita l’ONU, è orientata verso gli interessi e la voce delle nazioni potenti a spese di quelle persone che soffrono maggiormente a causa di conflitti e persecuzioni i cui diritti e vite non sono trattati allo stesso modo”, questo il pensiero di Angelina sul Time di giugno. “Per decenni, l’obiettivo principale è stato il lavoro delle organizzazioni internazionali. Non c’è stata sufficiente attenzione nell’ascoltare i gruppi e i volontari locali e nel rafforzare i loro sforzi”, ha concluso.



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