Il doppio rovescio della medaglia che fa dividere in due il mondo del calcio. Ieri da una parte c’è chi festeggiava l’Argentina e Leo Messi, campione del mondo, che hanno battuto la Francia 7-5 ai calci di rigore lasciando nella disperazione i francesi (virale l’immagine di Mbappe’ incredulo in panchina) dall’altra c’erano centinaia di tifosi in fila alla Camera ardente allestita in Campidoglio a Roma per l’ultimo saluto a Sinisa Mihajlovic, morto a soli 53 anni. Tra loro anche la premier Giorgia Meloni e il Presidente del Senato La Russa, che hanno detto: “è stato un combattente”. Accorate le parole dei famigliari. “Quando non sarai più parte di me, ritaglierò dal tuo ricordo tante piccole stelle, allora il cielo sarà così bello che tutto il mondo si innamorerà della notte”, ha scritto in un post moglie Arianna pubblicando anche una foto che li ritrae sorridenti sul suo profilo Instagram. E pochi istanti dopo sono state le figlie a parlare del loro campione. “Il mio cuore oggi è spezzato, in frantumi. La mia anima peggio, e non riesco a continuare a parlare del mio super eroe, per me papà, per voi Siniša Mihajlovic. Fa troppo, troppo male”, queste le parole della figlia Virginia su Instagram. E ancora: “È dura papà. È dura. In questo momento di immensa sofferenza avrei solo bisogno di un tuo abbraccio. Non un abbraccio qualsiasi, il tuo. Mischiato al tuo profumo, che, come la tua anima, rimaneva addosso. E chi ti conosce sa a cosa mi riferisco. Impossibile accettare tutto questo ma trovo – prosegue il post – la forza nell’amore immenso che mi hai donato in questi anni di vita insieme, è talmente forte che mi accompagnerà per il resto dei miei giorni. Dopo aver scoperto il tuo destino, ringrazio di averti avuto con me per questi anni, in cui mi hai donato tutto, tutto quello che un padre avrebbe potuto donare ad una figlia, anzi molto di più. Mi hai amata immensamente, con tutte le forze che avevi. Mi hai protetta da ogni cosa, da tutti e tutto. Tu sei stato troppo. Troppo per me. Troppo per noi. Troppo per tutti”. La sorella, Viktorija invece di postare i suoi sentimenti ha scritto alcuni versi di una poesia di Montale. “Ho sceso, dandoti il braccio, un milione di scale. Ti amo con tutto il mio cuore papà, anima pura, rara, orgoglio della mia vita, mio eroe, mio grande amore. Ovunque tu sia io so amare fino a lì”.
Due giorni fa l’annuncio della famiglia
Una morte “ingiusta e prematura”, aveva scritto la famiglia in un comunicato: “La moglie Arianna, con i figli Viktorija, Virginia, Miroslav, Dusan e Nikolas, la nipotina Violante, la mamma Vikyorija e il fratello Drazen, nel dolore comunicano la morte ingiusta e prematura del marito, padre, figlio e fratello esemplare, Sinisa Mihajlovic. Uomo unico, professionista straordinario, disponibile e buono con tutti – prosegue il comunicato della famiglia Mihajlovic. Coraggiosamente ha lottato contro una orribile malattia. Ringraziamo i medici e le infermiere che lo hanno seguito in questi anni, con amore e rispetto, in particolare la dottoressa Francesca Bonifazi, il dottor Antonio Curti, il Prof. Alessandro Rambaldi, e il Dott. Luca Marchetti. Sinisa resterà sempre con noi. Vivo con tutto l’amore che ci ha regalato”.
Un saluto pieno di commozione come quello che è stato riservato a Mihajlovic, prima nella Sala Protomoteca, aperta al pubblico per l’ultimo addio all’ex calciatore ed allenatore poi al funerale ieri. Centinaia di persone, dalle prime luci del mattino, si sono messe in fila per entrare nella camera ardente adornata da corone di fiori inviate dalla FIFA e dai suoi ex club come Roma e Lazio. “È un combattente, lo è stato dal primo giorno all’ultimo”, ha detto Ignazio La Russa, presidente del Senato, arrivando in Comune. Lui ha dimostrato che questo è possibile. Ha tirato calci di punizione contro le porte avversarie, ma anche contro le avversità della vita, ed erano sempre calci vincenti”. Sul feretro sono state deposte le sciarpe di Milan, Torino e Bologna. Presenti tantissime cariche dello sport italiano: dal ministro per lo Sport e per i giovani Andrea Abodi al presidente del Coni, Giovanni Malagó, passando per il numero uno della Figc, Gabriele Gravina e tanti amici come il ct della nazionale, Francesco Totti e Daniele De Rossi, Gianni Morandi e l’ex presidente Massimo Ferrero. A ridosso dell’inizio della cerimonia funebre di Sinisa è arrivato anche il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri. Un saluto alla grande mai quanto però lo era lui.
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