Le polemiche sullo stop al taglio delle accise sulla benzina per contrastare l’aumento dei prezzi non si placano. La premier Giorgia Meloni ieri in un video ha spiegato che è stata una scelta “di giustizia sociale” respingendo le accuse dell’opposizione di incoerenza. “Non c’è mai stato alcun taglio”, ha detto la presidente del Consiglio, rispondendo per le rime alle opposizioni. “La premier “tecnicamente mente”, ha detto Enrico Letta senza grande eco dei suoi alleati alle sue spalle. Perché ancora una volta invece di calcare la mano su Giorgia Meloni hanno continuato a a litigare sulle regole da adottare per le primarie del nuovo segretario. Letta, durante la Direzione del partito, ha detto: “Con il governo che faceva un errore del genere sul tema dei carburanti e accise, noi avevamo possibilità di fare gol a porta vuota, ma non lo abbiamo fatto perché stavamo discutendo di regole. So benissimo quanto regole interne siano importanti, ma tra di noi dobbiamo essere netti nel dirci che dobbiamo capire sempre tempi e opportunità della discussione”. Un déjà vu visto che non è la prima volta che il Pd pensa di più alle lotte interne del partito invece di dedicarsi ai temi che stanno a cuore al Paese. Il numero uno M5S Giuseppe Conte ha detto: “Il colpevole è il governo smentendo Meloni su benzina e accise”.
“Il taglio delle accise costa un miliardo al mese, dunque 10 miliardi l’anno. Invece di spalmare 10 miliardi, noi abbiamo deciso di concentrare le risorse in manovra su chi ne aveva più bisogno. Abbiamo fatto una scelta che rivendico e che è di giustizia sociale”, ha replicato Meloni in un nuovo appuntamento degli ‘Appunti di Giorgia’ sui social. “Io con grande sincerità dico che sono convinta delle scelte che abbiamo fatto, sono convinta che fosse più sensato aiutare chi ha un salario basso, le famiglie, chi non poteva pagare le bollette, chi non riesce a fare la spesa o non ha un lavoro. Concentrare le risorse su questo piuttosto che aiutare anche chi, come me, ha uno stipendio di tutto rispetto”. E poi ha aggiunto: “Gira da più parti un video del 2019 in cui io, facendo benzina con la mia auto, parlavo della necessità di tagliare le accise. Si è detto ‘la Meloni è incoerente, vi ha detto cose in campagna elettorale poi al governo non le ha fatte’. Ora non è un caso che quel video sia del 2019 e non dell’ultima campagna elettorale, perché -capiamoci- sono ancora convinta sia giusto tagliare le accise sulla benzina, ma non sfuggirà che da qui al 2019 il mondo è cambiato e, purtroppo, stiamo affrontando una situazione emergenziale che ci sta imponendo di fare alcune scelte”. Alcuni esponenti dell’opposizione hanno fanno notare che nel programma di Fratelli d’Italia delle precedenti elezioni era presente, tra i punti, una voce sulla sterilizzazione delle entrate dello Stato su energia e carburanti, con un’automatica ‘riduzione di Iva e accise’. Significa che se hai maggiori entrare dall’aumento dei prezzi del carburante le utilizzi per abbassare le tasse. Ma noi non avevamo maggiori entrate, ovviamente. Quindi si tratta di un impegno molto diverso dal ‘taglieremo le accise’. Obiettivo che continuiamo a condividere e sul quale lavoreremo, ma impegno che nell’attuale contesto non potevamo prenderci”, ha detto il presidente del Consiglio.
“Se appena dopo pochi mesi” dall’insediamento e il ”governo Meloni sta lottando per vincere il campionato dell’incoerenza è un grande contrappasso quasi dantesco… Ha vinto sulla coerenza e sta governando con l’incoerenza. La vicenda delle accise è meravigliosa… Lei chiacchiera, dice ‘dov’erano i giornalisti io non l’ho mai detto’, ma le accise le ha aumentate la Meloni con Salvini…”, ha detto Matteo Renzi ieri a ‘Radio Leopolda’.
“Giorgia Meloni ha fatto campagna elettorale promettendo il taglio delle accise, è inutile che lo neghi. L’aumento del costo della benzina è intollerabile soprattutto per le persone meno abbienti. I veri costi che pagheremo di questa scelta sono i costi sociali”, ha rimarcato Carlo Calenda su Twitter.
“Qualche volante della Guardia di Finanza sovraccaricata dall’ennesima infruttuosa caccia all’evasore, tante giustificazioni, come quella di non aver tagliato le accise così da poter incrementare di due miliardi il Fondo sulla sanità. Peccato che la premier non dica che quei soldi servono a coprire i maggiori costi energetici che hanno investito anche quel settore, ma non a finanziare preziose borse di studio per gli specializzandi o ad assumere migliaia di medici e infermieri per tagliare quelle inaccettabili liste d’attesa con cui fanno i conti quotidianamente gli italiani. Questo governo ha fatto, e male, il compitino, tradendo le aspettative di quelle tante famiglie ed imprese a cui hanno chiesto voto e fiducia”, ha replicato Matteo Richetti, capogruppo di Azione-Italia Viva alla Camera dei Deputati.
“Il caro-benzina e il livello record di inflazione sono la logica conseguenza dell’assalto alla diligenza della manovra e della scelta di utilizzare le risorse disponibili per finanziare le ‘bandierine’ dei tre partiti di governo: Giorgia Meloni dovrebbe ammetterlo con sincerità anziché negare l’evidenza di un taglio delle accise promesso nel programma di FdI e mai realizzato”, è l’affondo di Mara Carfagna, presidente di Azione. “Si concretizza così un paradosso: FdI, Lega e FI invece di diminuire le tasse hanno ripristinato la più odiosa delle patrimoniali, quella che attraverso l’inflazione colpisce i salari e le pensioni di tutti. E basta un ‘pieno’ – prosegue – per azzerare i dieci o venti euro in più al mese elargiti a qualche categoria disagiata con l’ultima manovra”.
“La Presidente Meloni, nel giustificare il non rinnovo del blocco delle accise, ha sostenuto che ‘per prorogare il taglio delle accise non si sarebbe potuto confermare e aumentare il taglio del costo sul lavoro, aumentare l’assegno unico per i bambini, aumentare il fondo sulla sanità’. Mai tanta demagogia e propaganda si era vista da una parte della Presidente del Consiglio. Nella Finanziaria, quando si sono fatte norme come la spalma debiti sulle società di calcio, per 850 milioni di euro, la Presidente queste preoccupazioni non se le è fatte; quando si è trattato di fare condoni fiscali sulle criptovalute, la Presidente Meloni il problema delle famiglie italiane non se lo è fatto, e non si è posta il problema quando è stato presentato un emendamento che chiedeva alle società energetiche di restituire i soldi che indebitamente sono stati presi agli italiani con una speculazione inaccettabile sul gas, per oltre 40 miliardi di euro”, ha commentato ieri in Aula a Montecitorio, Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra. “Perché” il governo non combatte “per far pagare le tasse sugli extraprofitti, invece, di prendersela con i benzinai? Sbagliano mira come sempre”, ha detto Elly Schlein, candidata alla segreteria del Pd, ospite di Piazza Pulita su La 7. “Del dibattito sulle accise, che non è l’unica promessa che Giorgia Meloni arrivando al governo scopre di non poter mantenere, mi sorprende che si usino i benzinai come capro espiatorio senza però dire una parola sugli extraprofitti che le grandi società energetiche hanno maturato in questi anni con il caro energia”. Riguardo le polemiche sollevate in questi giorni sul voto online per il cambio di guardia alla dirigenza Dem, la Schlein ha precisato: “Non abbiamo litigato, abbiamo definito le regole e non abbiamo mai smesso di essere il parlamento a fare le nostre battaglie contro questo governo. Ieri, è durata anche brevemente, la direzione per definire le regole, ma è una questione politica, che riguarda quale partito vogliamo essere: un partito inclusivo che non ha paura della partecipazione”.
“Siamo vittime di un’ondata di fango sotto il profilo mediatico, determinata dal fatto che il governo voglia coprire in ogni modo le sue responsabilità”, questo il commento di Alessandro Zavalloni, segretario nazionale di Fegica-Cisl, ai microfoni di iNews24, sullo sciopero proclamato dai distributori dei carburanti il 25 e 26 gennaio. “Lo sciopero non è legato tanto al decreto annunciato, né ai controlli della Guardia di Finanza, che tra l’altro dovrebbe effettuare molti più controlli in questo settore. Ci sono infatti 13 miliardi di Iva e accise che ogni anno vengono sottratte alle casse dello Stato. Quindi se devono controllare i benzinai o la criminalità organizzata, la decisione spetta al governo e alla Guardia di Finanza. Il governo può e deve allocare le risorse dove meglio ritiene opportuno, ma deve assumersene la piena responsabilità. I prezzi dei carburanti sono aumentati perché l’esecutivo ha deciso di eliminare lo sconto sulle accise, rimettere 30 centesimi sui prezzi dei carburanti: questo ha determinato l’aumento dei prezzi, certo non le speculazioni che non esistono”. Sul decreto benzina, Zavalloni ha aggiunto: “Lo leggeremo se e quando sarà scritto. Non ci opponiamo ad esporre cartelli: ne abbiamo già esposti molti, ne aggiungeremo un altro. Ma qualcuno dovrebbe spiegare come questo potrebbe abbassare i prezzi di benzina e gasolio”. Per abbassare il prezzo dei carburanti, secondo il segretario, il governo deve intervenire sulle accise: “Per abbassare i prezzi della benzina e del gasolio, il governo deve intervenire sulle accise, non con l’obbligo di un cartello in più. Questo è un ulteriore modo per scaricare la responsabilità sui cittadini. I benzinai espongono un cartello in più e i cittadini hanno il compito di leggerlo e di districarsi all’interno di una giungla di cartelli. Quindi se sbagliano a fare carburante in un posto piuttosto che in un altro, la colpa è loro. Ma i prezzi vanno abbassati e vanno abbassate le condizioni strutturali che determinano i prezzi. Non si può certo prendere in giro le persone o peggio, individuare come responsabili un’intera categoria di lavoratori, in maniera ingiusta e indiscriminata. Quindi il nostro sciopero è per ristabilire un minimo di verità”. Quali interventi potrebbe fare il governo nell’immediato per controllare i prezzi dei carburanti? “Se veramente esiste la speculazione, il governo ha a disposizione uno strumento poderoso, fondamentale: può tornare al prezzo amministrato ogni tipo di speculazione, visto che c’è un’emergenza” ha proseguito il segretario nazionale di Fegica-Cisl. Il secondo intervento è l’accisa mobile. “Il meccanismo è semplice: se aumentano i prezzi, aumenta un gettito di Iva che non è previsto, quindi c’è un maggiore incasso per lo Stato. Questo maggiore incasso può essere riversato sulle accise per abbassarle. Così il prezzo per i cittadini diminuisce e per le casse dello Stato non ci sono spese. Sono due provvedimenti efficaci, già adottati in passato. In questo modo si fa una politica seria, certo non scaricando la responsabilità sui benzinai”.
Scopri di più da WHAT U
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.