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CINA È ANCORA ALLERTA PER L’ONDATA DI CONTAGI, MA NON TUTTI MUOIONO PER IL COVID


controlli all’aeroporto

Sabato la Cina ha dichiarato sabato di aver registrato quasi 60.000 decessi correlati al Covid tra l’8 dicembre e il 12 gennaio. Questa è la prima volta che la Cina pubblica un bilancio delle vittime da quando il mese scorso ha deciso di allentare le misure restrittive anti-Covid. Jiao Yahui, direttore del dipartimento per gli affari medici della National Health Commission, ha detto che il 5 gennaio si è raggiunto il picco dei 128.000 pazienti con Covid-19 grave, ma poi il numero è sceso a 105.000 il 12 gennaio. Tra i pazienti gravemente malati di Covid-19 il 12 gennaio, c’erano 97.000 pazienti con gravi condizioni di base, pari al 92,8%. Il resto, circa 7.357 persone, aveva solo Covid. Quelli che si ammalano gravemente di Covid-19 sono principalmente anziani, l’età media dei pazienti è di 75,5 anni. E quasi il 90% di questi pazienti gravemente malati ha più di 60 anni. Il governo ha affermato che tra l’8 dicembre e il 12 gennaio 5.503 persone sono morte per insufficienza respiratoria causata da COVID-19 e ci sono stati 54.435 decessi per cancro, malattie cardiache e altri disturbi combinati con COVID-19. La National Health Commission ha affermato che sono stati conteggiati solo i decessi negli ospedali, il che significa che chiunque sia morto a casa di Covid-19 non è stato incluso nel numero. 

Wen Daxiang, un funzionario della Commissione sanitaria di Shanghai, ha affermato che la Cina rafforzerà il monitoraggio e la gestione della salute della popolazione ad alto rischio. Altre misure includerebbero l’aumento della fornitura di farmaci e attrezzature mediche e una maggiore formazione del personale medico nelle zone rurali.

La National Health Commission cinese ha annunciato il mese scorso che solo i pazienti Covid-19 che muoiono per insufficienza respiratoria verranno conteggiati nel bilancio ufficiale delle vittime

Cosa è andato storto e quanto è grave? “Da quando la Cina ha improvvisamente rimosso la maggior parte delle sue restrizioni pandemiche il mese scorso, molti residenti si sono lamentati del fatto che il cambiamento non è stato ben pianificato e hanno segnalato carenze di medicinali”, scrive  Scmp.com. Alcuni paesi hanno accusato la Cina di mancanza di trasparenza sull’ultimo focolaio. Il capo dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus i giorni scorsi aveva lamentato la mancanza di informazioni sul numero di infezioni da COVID-19.

Al momento ad applicare la restrizione sono Stati Uniti, Canada, Italia, Francia, Spagna, Corea del Sud, Giappone, India, Israele, Regno Unito, Australia. Negli Stati Uniti è richiesto che chi arriva nel Paese dalla Cina presenti un test negativo realizzato non prima delle 48 ore precedenti la partenza o un documento che provi la guarigione dal Covid nei 90 giorni precedenti. Sono accettati “un test PCR o un auto-test antigenico verificato da una struttura accreditata o di telemedicina”, secondo i Centri americani di controllo delle malattie.  Le regole valgono anche per i viaggiatori in arrivo da Hong Kong e Macao. Nell’Unione Europea, per ora, test PCR o antigenici negativi all’arrivo dalla Cina sono richiesti da Francia, che lo richiede effettuato nelle 48 ore precedenti la partenza, Italia, che è stato il primo Paese a renderlo obbligatorio, e Spagna. In Australia, il test PCR negativo è richiesto anche prima dell’arrivo nel Paese, vista “l’assenza di informazioni complete” da parte di Pechino sull’ondata di contagi. L’obbligo riguarda anche Hong Kong e Macao. Anche il Regno Unito chiede un test negativo prima ancora di imbarcarsi in Cina ai viaggiatori diretti nel Paese. Il governo si riserva inoltre di effettuare ulteriori testi in arrivo per studiare le nuove varianti. In Canada, il test negativo non può’ essere anteriore alle 48 ore.  Israele esige dalle compagnie aeree straniere di accettare i cittadini stranieri in volo dalla Cina solo se sono testati negativi al Covid, ha spiegato il  ministero della Salute. Inoltre, chi lo desidera potrà sottoporsi a un test al suo arrivo. Il Giappone è stato uno dei primi Paesi che ha deciso misure di controllo sui visitatori provenienti dalla Cina, che devono essere sottoposti a test obbligatorio all’arrivo. Le persone il cui test è negativo sono comunque sottoposte a quarantena di 7 giorni e il Giappone ha ridotto i voli verso la Cina.  In Corea del Sud serve l’obbligo del doppio test – in partenza e all’arrivo dalla Cina, ma sono esclusi i viaggiatori da Hong Kong e Macao.  Per entrare in India serve un test negativo realizzato 48 ore prima della partenza dalla Cina e da altri Paesi asiatici. Il Marocco, infine, ha adottato una misura più drastica: divieto di ingresso a tutti i passeggeri provenienti dalla Cina, a prescindere dalla nazionalità, fino a nuovo ordine. “Mi sembrano misure normalissime”, ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani. “Lo fanno tanti cinesi ma anche tanti italiani provenienti dalla Cina. È a tutela della salute fare un tampone, non ha nulla di offensivo. È un provvedimento normale” per “evitare che si diffonda” il Covid. Non c’è nessun intendimento offensivo né limitativo della libertà. Noi italiani siamo stati all’avanguardia. Siamo stati il primo Paese e poi altri hanno seguito”.

Le autorità cinesi hanno ricordato ai viaggiatori stranieri di eseguire i test Covid-19 prima di imbarcarsi sui voli per la Cina. Le ambasciate cinesi a Washington, Seoul e Tokyo hanno annunciato domenica che le compagnie aeree che operano voli verso la terraferma sono responsabili del controllo dei risultati dei test di reazione a catena della polimerasi ( PCR) dei passeggeri e solo quelli con risultati negativi saranno autorizzati a salire a bordo dei loro voli. “Per garantire la sicurezza dei viaggi internazionali , a partire dal 17 gennaio, le compagnie aeree che operano voli verso la terraferma saranno incaricate di verificare i risultati negativi del test PCR dei passeggeri effettuati 48 ore prima della partenza… La dogana cinese effettuerà controlli a campione sui viaggiatori durante l’arrivo.” hanno detto le ambasciate. Coloro che mostreranno sintomi di Covid-19 all’arrivo dovranno sottoporsi a test doganali e coloro che risulteranno positivi dovranno auto-quarantena. Dall’8 gennaio , i viaggiatori diretti in Cina non devono più essere messi in quarantena all’arrivo, ma dovranno comunque sottoporsi a test PCR 48 ore prima del volo e presentare dichiarazioni sanitarie online all’autorità doganale cinese. La Cina ha richiesto ai viaggiatori di fornire dichiarazioni sanitarie e risultati negativi del test PCR dall’inizio della pandemia nel 2020. Il ministero degli Esteri cinese ha dichiarato la scorsa settimana che il requisito del test Covid-19 era necessario per evitare la trasmissione transfrontaliera. “L’infettività del ceppo Omicron è in aumento, specialmente durante i viaggi transfrontalieri a lunga distanza in cui i passeggeri trascorrono lunghi periodi di tempo in spazi ristretti, dove il rischio di infezione è elevato”, Wu Xi, direttore generale del ministero affari consolari, ha detto giovedì. “Pertanto, il Ministero degli Affari Esteri richiede più attenzione e sicurezza”.



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