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OGGI È IL SECONDO ANNIVERSARIO DELL’INCARCERAZIONE DI ALEXEI NAVALNY. E LUI DALLA PRIGIONE, MALATO, DICE:”MI NEGANO LE CURE”


Oggi il segretario generale del Consiglio d’Europa Marija Pejčinović Burić ha ricordato un triste evento, ossia il secondo anniversario dall’incarcerazione di Alexei Navalny in Russia dopo l’attentato alla sua vita per avvelenamento. Da allora, nonostante il Consiglio d’Europa chieda il suo rilascio senza indugio e in linea con la pertinente sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo, Alexei ha continuato ad essere detenuto  in condizioni dure. “Chiedo alle autorità russe di eseguire senza indugio la sentenza della Corte e le successive decisioni del Comitato dei Ministri relative al caso Navalny” ha detto. “Esprimo inoltre profonda preoccupazione per le segnalazioni di maltrattamenti e crudeli condizioni di detenzione a cui è sottoposto Alexei Navalny, con gravi ripercussioni sulla sua salute. Esorto le autorità russe a garantire che gli vengano immediatamente fornite tutte le cure mediche appropriate. Seguirò da vicino gli sviluppi”.

In Russia, intanto, il team legale dell’oppositore del Cremlino Alexei Navalny – detenuto in un carcere fuori dalla città di Vladimir, 230 km a est di Mosca – riporta la sua denuncia: «Non mi vogliono ricoverare nonostante ne abbia fatto richiesta».
A Navalny sarebbero infatti state negate le cure dopo essersi ammalato: «Putin sta ancora cercando di ucciderlo, ma in maniera più lenta e silenziosa rispetto all’avvelenamento con il novichok», hanno scritto i suoi avvocati su Telegram. Mentre la moglie del dissidente Yulia Navalnaya ha accusato lo staff della prigione di torturarlo: «Siete esseri umani?», ha scritto in un post su Instagram.



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