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ECCO COME LA TECNOLOGIA RIVOLUZIONERÀ IL MONDO DELL’INTRATTENIMENTO


La tecnologia ha cambiato il business della cultura. Lo scrive The Economist prendendo d esempio una compagnia nota a livello mondiale la Walt Disney che tra pochi giorni, per l’esattezza il 27 gennaio festeggerà il suo centenario. Quest’anno il più grande studio di Hollywood investirà più in contenuti originali di qualsiasi altra azienda. Attualmente la Disney domina il botteghino globale, con quattro dei dieci maggiori successi dello scorso anno, e ha più abbonamenti streaming di chiunque altro. Guadagni con molteplici zeri cui si aggiungono gli incassi che realizza con le licenze legate alla sua proprietà intellettuale. Basta fare un  giro dei suoi molteplici negozi e nei suoi parchi a tema per averne una minima idea. Ma l’incertezza sulla futura redditività che ha toccato tante compagnie, è venuto un campanello di allarme  anche in Disney che di conseguenza lo scorso novembre ha licenziato il suo amministratore delegato e presto sostituirà il suo presidente. 

Dai tempi di Steamboat Willie, la prima uscita di Topolino nel 1928, c’è stata un’esplosione nell’offerta di intrattenimento video. La televisione, il cavo, l’home video e poi Internet hanno offerto una scelta sempre maggiore. Chiunque abbia un telefono può registrare video e renderli accessibili a miliardi di persone, gratuitamente. Ogni ora vengono caricati su YouTube più contenuti di quelli che Disney+ conserva nel suo intero catalogo di streaming.

Molti hanno predetto che questa ondata di contenuti di nicchia avrebbe fatto crollare i produttori di successo tradizionali. Per lo più si sbagliavano. La scelta infinita nell’intrattenimento ha rovinato le società che producevano contenuti mediocri che la gente guardava perché non c’era nient’altro in onda. Gli streamer globali come Netflix e Amazon hanno più di 200 milioni di abbonati diretti, una volta un numero inimmaginabile. Poiché ora le persone che vanno al cinema sono sempre meno e la concorrenza si intensifica, gli studi cinematografici hanno pompato denaro in film che persino le persone che andavano al cinema un apio di volte l’anno, andranno sicuramente a vedere. La prossima lista della Disney per esempio include un Harrison Ford di 80 anni che torna per una quinta uscita nei panni di Indiana Jones. 

Ora però la tecnologia sta scuotendo di nuovo le cose. La distribuzione online ha attratto le aziende tecnologiche che producono l’hardware e il software utilizzati per lo streaming. La Silicon Valley è di dimensioni diverse da Tinseltown (l’attività pubblicitaria in crescita di Amazon è già tre volte più grande di quella della Disney) e i suoi magnati non hanno bisogno di fare soldi dallo streaming, che vedono come un’aggiunta alla loro attività principale. Hollywood inizialmente ha cancellato i nerd. Ma i nerd hanno abbastanza soldi per correre rischi creativi. L’anno scorso la Apple ha vinto l’Oscar per il miglior film con Coda, una commedia drammatica in parte nella lingua dei segni, meno di tre anni dopo essere entrata nel mondo del cinema. L’Economist ha spiegato che più questi nuovi produttori realizzeranno contenuti raffinati e venderanno sottocosto, maggiore sarà il rischio del sorpasso per gli studi più vecchi.

Due dei film di maggior incasso al mondo l’anno scorso erano cinesi e quando il covid diminuirà in Cina, c’è da aspettarsi che il numero aumenti. La Cina deve ancora convertire il pubblico straniero a successi come Wolf Warrior 2 (slogan: “Chiunque offenda la Cina, ovunque si trovi, deve morire”). Ma questo non significa che ci si possa permettere il lusso di sedersi sugli allori.

Forse il modo più drammatico in cui la tecnologia potrebbe sconvolgere il business della cultura è creando nuove categorie di intrattenimento. I film basati sui giochi stanno diventando popolari quanto i giochi basati sui film. Una serie basata su The Last of Us, un gioco post-apocalittico, ha riscosso un grande successo della critica. Sonic the Hedgehog è stato tra i film più importanti dell’anno scorso e Mario probabilmente sarà tra quelli di quest’anno. Nintendo aprirà un nuovo parco a tema Mario il mese prossimo, nientemeno che a Hollywood. Insomma ci sono già segnali che gran parte della cultura popolare del prossimo secolo verrà inventata in luoghi diversi da Hollywood. E per il pubblico stanco dei sequel, questa potrebbe essere una gradita svolta. 



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