Il 27 gennaio si celebrerà il Giorno della Memoria delle vittime dell’Olocausto per ricordare a quali orrori può portare la fede cieca e incondizionata in una ideologia. Questa mattina il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Elvira Calderone, si è recata in visita alla Sinagoga e al Museo ebraico di Roma dove ha incontrato il Presidente della Comunità Ebraica romana, Ruth Dureghello. Nella settimana che celebra il ricordo degli ebrei d’Europa vittime dei campi di sterminio nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale, il Ministro ha voluto manifestare ai rappresentanti della comunità ebraica di Roma, che in quegli anni ha subito numerose perdite, il proprio sostegno e vicinanza. Il Giorno della Memoria, che si celebra il 27 gennaio, costituisce un momento di riflessione comune per il ricordo e la commemorazione delle vittime dell’Olocausto ma anche per la necessità di ricordare le vicende e le decisioni che hanno portato alle persecuzioni razziali, affinché non debbano mai più ripetersi. Ogni discriminazione passa, infatti, in primo luogo attraverso l’esclusione dal mondo del lavoro, dalla scuola e dall’economia. E questa fu una delle decisioni prese con le leggi razziali. Con una serie di provvedimenti gli ebrei furono gradualmente esclusi da professioni significative, come il giornalista, il medico-chirurgo, l’avvocato, il notaio, il ragioniere, l’architetto, il perito industriale», ha commentato il ministro aggiungendo: «Il lavoro è da sempre la principale forma di inclusione e di affermazione della dignità e dell’appartenenza. Dobbiamo sempre averlo in mente e questa considerazione anima ogni giorno anche il mio personale contributo, che posso dare a questo paese come Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali. Combattere le discriminazioni, sostenere l’inclusione, favorire l’accesso al lavoro ed alla conoscenza, alla formazione rappresenta non solo il modo migliore per sostenere l’economia, ma anche quello di combattere le tante forme ed i tanti rischi di discriminazione, ancora oggi presenti nella società».
Giovedì alle 10.30, il Presidente israeliano Isaac Herzog si esprimerà in Aula in occasione della Giornata internazionale di commemorazione in memoria delle vittime dell’Olocausto. La Presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola aprirà la seduta solenne con un discorso introduttivo. Al termine del discorso del Presidente Herzog, i deputati osserveranno un minuto di silenzio. La cerimonia si concluderà con l’esecuzione musicale di “Kaddish” di Maurice Ravel, eseguita da Chen Halevi al clarinetto e Jenő Lisztes al cimbalom. Al termine della cerimonia, alle 11.45 circa, i Presidenti Metsola e Herzog inaugureranno il Memoriale dell’Olocausto “Il rifugiato” di Felix Nussbaum di fronte alla Plenaria del Parlamento.
La Giornata internazionale di commemorazione in memoria delle vittime dell’Olocausto viene celebrata il 27 gennaio ed è stata istituita nel 2005 dalle Nazioni Unite per ricordare l’Olocausto e il 60° anniversario della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau. Quest’anno ricorrono anche i 75 anni dalla fondazione dello Stato di Israele.
Cosa accadde il 27 gennaio 1945
Il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche della 60ª Armata del 1º Fronte arrivarono alle porte della città polacca di Oświęcim (in tedesco Auschwitz). Gli uomini del maresciallo Ivan Konev si accorsero del vicino campo di concentramento. Quel giorno la scoperta di Auschwitz e le testimonianze dei sopravvissuti rivelarono compiutamente per la prima volta al mondo l’orrore del genocidio nazifascista. Auschwitz il più grande dei vari complessi di campi di concentramento, svolse un ruolo fondamentale nell’attuazione della cosiddetta Soluzione Finale pianificata dai Nazisti. Era noto anche come il campo degli italiani perché tra gli ebrei deportati dall’Italia, la quasi totalità era destinata ad Auschwitz. Solo una piccola minoranza venne destinata ad altri campi, come Bergen Belsen e Buchenwald. Luigi Ferri fu uno dei pochi bambini sopravvissuti fino alla Liberazione. Uno dei primi testimoni nell’aprile 1945 a parlare dell’esistenza delle camere a gas a Birkenau, in una deposizione ufficiale di fronte ad uno dei primi tribunali internazionali d’inchiesta. Assieme a Primo Levi, Remo Jona, Bruno Piazza, Corrado Saralvo e le piccole Andra e Tatiana Bucci tra i pochi prigionieri italiani presenti a Auschwitz al momento della liberazione, il 27 gennaio 1945.
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